Ieri sera ho visto un film di Clint Eastwood che parla di esseri umani che hanno avuto, o vogliono avere, un contatto con l’aldilà. Il film è Hereafter ed è fatto essenzialmente di tasti di pianoforte, come lo sono quasi tutti i film di Clint Eastwood. In questo film è merito del pianoforte se un tema così poco terreno non si trasforma in un qualcosa di troppo singolare. È merito del pianoforte se la vita dopo la morte e il dialogo con i defunti non diventano la prospettiva ingombrante del film ed è merito del pianoforte se ho capito che tutte le persone che vengono in libreria a comperare libri sugli angeli e sull’aldilà sono persone sole. Perché è di questo che parla il film e cioè di persone che per un motivo o per l’altro sono sole. E allora vogliono sapere cosa c’è dall’altra parte del muro. E allora si aggrappano al rametto che sporge per non cascare giù. Cercano una speranza, insomma.
E allora il pianoforte che ogni tanto compare in questo film mi ha fatto pensare a una cosa. Mi ha fatto pensare che forse non solo l’ultraterreno e i sensitivi hanno a che fare con la solitudine, ma anche la mia mania per i romanzi e la poesia e il mio tempo speso dentro questo blog e davanti a FriendFeed. E ho pensato che magari anche per voi è lo stesso. Stiamo cercando speranza, compagnia e affetto, uguale uguale a quelli che leggono i libri sugli angeli o i libri di Roberto Giacobbo. Solo che lo facciamo un po’ meglio e senza darlo a vedere.
e quale sarebbe il problema nel cercare speranza, compagnia e affetto?
RispondiElimina(diciamo che se uno li cerca negli angeli ha poi qualche problema in più a raffrontarsi con la realtà, così come se li cerca da Giacobbo. Però magari trova qualcun altro con gli stessi interessi)
MEGLIO DAL VIVO. TUTTO QUI.
RispondiEliminaMa non è facile incontrare persone intelligenti, anzi, "davvero intelligenti", fuori dal web. Molte donne parlano solo di matrimoni, uomini idioti, vestiti, scarpe. Molti uomini parlano solo di calcio, lavoro, sesso, automobili. Meglio il web.
L' impressione è che circoli un bel po' di ignavia, in realtà.
RispondiEliminaMolte persone i contatti "dal vivo" li temono anche più della solitudine, o li concepiscono come realizzazione di un fine edonistico od egoistico. In ben pochi casi il fine è l' Amicizia.
Esiste una grande asincronia tra ciò che predichiamo virtualmente e ciò che siamo disposti a fare e a dare. Come efficacemente sintetizzò Flaubert, "le parole sono un laminatoio che allunga i sentimenti".
La fattiva disponibilità verso l' altro è totalmente scomparsa.
Ma questa è una vecchia storia; questo è un vecchio male.
Il problema della solitudine è insito nell'uomo in quanto *bestia* sociale. La solitudine è una delle tante nevrosi e noi facciamo qualsiasi cosa pur di distrarci da queste. Ben vengano le distrazioni come questo blog.
RispondiEliminaMi hai fatto tornare in mente questa poesia di Hermann Hesse:
E’ strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l’altro,
Ognuno è solo.
Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.
In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli .
Nessuno uomo conosce l’altro,
Ognuno è solo.
Salve.
RispondiEliminaSe solo si vedesse la vita come "un occasione" da spendere fino alla fine, invece che capire cosa c'è dall'altra parte, sicuramente le sezioni "mistiche" delle librerie fallirebbero.
Eppure la vita dura qualche anno, un centinaio per i più fortunati. Poi, dopo, ci sarà l'eternità! E allora? Quando ci ricapiterà di rivivere una "vita intera" se poi ci aspetterà l'eternità?
Di fondo siamo tutti soli. Siamo noi a crearci la ressa attorno a noi o a farla sparire. Siamo artefici delle conseguenze delle nostre azioni.
Credo che condividere se stessi in rete, con maturità e consapevolezza, sia semplicemente una nuova forma di comunicazione. Diverso è quando si vive solo per la rete.
Sembra un discorso controverso ma, in verità, secondo me, la questione è semplicissima:
L'espressione e la condivisione con il mondo non ha un metodo. Le forme di comunicazione ormai sono infinite...basta non fossilizzarsi e lasciare sempre agli altri la possibilità di scoprirci.
Buona giornata
Soli, ma con stile insomma.
RispondiEliminaCercare di stare bene in questa vita leggendo libri su cosa c'è dopo la vita mi sembra strano, mi sembra che si saltino dei passaggi, ecco.
@.mau.
RispondiEliminaNiente di male nel cercare affetto o approvazione, ci mancherebbe.
Riflettevo sul fatto che spesso in rete si tira per il culo chi legge Giacobbo (solo per fare un nome). Penso che il movente delle nostre occupazioni, di noi tutti, siano molto simili. Tutto qua.
@Pisacane
RispondiEliminaLa mia impressione è che il web renda i rapporti meno complessi.
@Ayame
RispondiEliminaL'espressione e la condivisione con il mondo non hanno un metodo però, magari, sono da disciplinare. O forse mi sbaglio.
@Ste
RispondiEliminaEvidetemente non stanno bene in questa vita e quindi pensano in anticipo a quello che c'è dopo. Ricordo che da adolescente leggevo libri sugli Ufo perché non mi piaceva quello che mi circondava. Penso che sia una reazione discutibile, ma sempre una reazione da osservare.
Vorrei ringraziare Speakermuto per la poesia.
RispondiEliminaLo faccio pure io, visto che mi sono dimenticato di farlo. Sto smarrendo le buone maniere. Grazie.
RispondiEliminaAnche per Ayame:
RispondiEliminatu scrivi che le "le forme di comunicazione ormai sono infinite". E poi sembra che tu metta dei paletti molto stretti alle forme di comunicazione umane ancora non studiate ed ancora non definite accademicamente quali potrebbero essere quelle descritte da Clint Eastwood nel film "Hereafter".
Chi ha avuto la ventura di sperimentare personalmente quel tipo di comunicazione con l'"invisibile" potrà ricavarne impressioni sue personali che invece gli altri ancora a digiuno non possono avere.
Perchè negare da ignoranti in materia una possibilità ancora non esplorata a sufficienza?
Perchè limitare le potenzialità magari ancora da sviluppare compiutamente della mente e del pensiero umano?
A me risulta che la mente umana sia ancora un grande mistero da risolvere. E così tutto il discorso riguardante l'aldilà: cosa ne sappiamo in realtà?
Marco
Assunto che siamo animali sociali, che non possiamo vivere se non in rapporto, che vogliamo e dobbiamo essere amati ed amare...il come tentiamo di accorciare la distanza tra noi e gli altri e non essere più soli fa la differenza eccome....:)
RispondiEliminaHai ragione. Alla fine è il modo che fa la differenza.
RispondiElimina@Tinni e Disagiato: grazie a voi per aver apprezzato :^)
RispondiEliminaMa se poi qualcuno ci vede siamo più contenti?
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