giovedì 25 agosto 2011

"Quello della televisione"

del Disagiato

Ieri pomeriggio una signora se n’è infischiata della coda che doveva rispettare ed è venuta da me in cassa con un bigliettino in mano. Avrei dovuto dirle di mettersi in coda, di attendere il suo turno e poi di chiedermi quello che doveva chiedermi, ma non l'ho fatto. Non l’ho fatto perché se dovessi riprendere ogni volta chi non sta al suo posto non sarebbe più finita, non l’ho fatto per non creare tensioni e non l’ho fatto per velocizzare il lavoro di noi che stavamo dietro un bancone a prendere soldi o a rispondere a domande. La signora mi si è rivolta non solo infischiandosene della coda ma anche senza un saluto di cortesia, un “buongiorno” o un “ciao” introduttivo, come fanno le persone educate, urbane, che sanno stare con gli altri. Ma io non mi sono innervosito, perché dovessi irrigidirmi per tutte le persone che non sono educate, minimamente educate, sarei già stato ricoverato per ulcera. Insomma, la signora mi si è avvicinata e mi ha detto: “Mi servirebbe un libro di un certo Staffelli. Non so il titolo del libro”. E mentre cominciavo la ricerca al computer la signora ha aggiunto “Si chiama Staffelli ma non è quel Staffelli che conosciamo”. Io l’ho gurdata e lei mi ha sorriso.

Io "Striscia la notizia" non lo guardo mai, però so chi è Staffelli. Staffelli è quello che consegna il Tapiro d’oro, che rimprovera gli altri di aver fatto una figuraccia o di aver detto qualcosa di fuori posto e anche se non guardo mai “Striscia la notizia" mi è capitato di vedere Valerio Staffelli fare queste cose. Solo che a me, lui, non piace per niente. Non mi piace nemmeno "Striscia la notizia" per il semplice fatto che la satira non mi coinvolge (a chi mi dice che la vera satira è altra gli tiro i pomodori) e nemmeno mi coinvolgono le risate finte e quelle facce sceme dei conduttori e le belle gambe che si muovono. Ho una cartuccia buona da sparare e quindi la sparo: “Chi fa il moralista si crede più furbo, o meglio crede le cose più semplici di come appaiono agli altri. In ogni caso, la satira esclude un atteggiamento d’interrogazione, di ricerca”. Questo è Italo Calvino. Ecco, più o meno penso questa cosa della satira. Ma la satira non mi piace soprattutto perché la gente ride e la gente che ride non mi fa ridere e non mi fa migliorare. E bisogna migliorare, altrimenti si finisce per mangiare con il naso e bere con le orecchie.

A me, però, detto tra di noi, “Striscia la notizia” non piace perché sta su un canale televisivo di Berlusconi e a me, Silvio Berlusconi, non piace per tanti motivi. Però a non piacermi rimangono le sue televisoni e la confusione culturale che vi regna e lo spettacolo che vuole essere cultura e la cultura che vuole essere spettacolo e i conduttori che ridono in continuazione e parlano male e le telecamere che hanno sempre strani movimenti e la volgarità e le donne costrette ad essere sempre femminili e le donne che sembrano merce. Ecco, "Striscia la notizia", a sbirciarlo dal tavolino su cui di sera ceno, mi sembra il riassunto di tutto questo. Valerio Staffelli mi sembra tutto questo. E quello che penso io è che a forza di guardare Valerio Staffelli e "Striscia la notizia" si diventa un po’ come loro. Anni e anni di frequentazioni e zac, che ci ritroviamo come chi abbiamo frequentato: sciatti, sempre pronti al sorriso, sempre buoni a puntare il dito. E nel frattempo si diventa anche pressappochisti, simpatici, leggeri e sempre con la battuta pronta. Solo che a me un mondo così, dove non si è mai seri, non piace.

Alla cliente, allora, ho risposto: “Non so di chi sta parlando, signora” e la signora ha replicato che è davvero impossibile che io non conosca Staffelli, “quello della televisione”. “No, guardi, io non conosco nessun Staffelli della televisione”, ho ribattuto e intanto sono riuscito anche a dirle che "il computer non trova nessun libro di Staffelli" (in realtà compare il libro di Staffelli, quello lì che conosciamo). La signora, a questo punto, dà segnali di nervosismo più per il fatto che io non conosca Staffelli che per la sventura di non aver trovato il libro. E se ne va senza salutare, come fanno le persone maleducate, poco urbane.

E mentre la guardavo andare via pensavo che ero stato un po’ cattivo. Ma pensavo anche che il suo fottersene altamente della coda e dei clienti che stavano ad aspettare prima di lei, che il suo domandare senza saluto e senza alcuna cortesia, che il suo essere così prepotentemente e sfacciatamente televisiva era tutta colpa di Valerio Staffelli e di “Striscia la notizia” e di chi ha voluto tutto questo e di chi non si dissocia mai, di chi partecipa senza alcuna remora e di chi, davanti a un “Staffelli, quello che conosciamo”, fa sì con la testa. Magari con sorriso complice.


20 commenti:

  1. Quando facevo il barista e mi capitavano persone del genere (ma anche i carrè ordinati dal fondo del bar, urlando per superare la fila "a voce") applicavo la tecnica dello sguardo vuoto.
    variabile

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  2. La tua cartuccia sparata mi ha ha colpito. Adesso ho una cosa interessante su cui riflettere, e molto.
    Poi, pensa che bello se in molti cominciassero a dire alla signora antipatica di non conoscere nessuno Staffelli.... Le sembrerebbe di essere fuori luogo, fuori posto, "sempre un po' a disagio"....

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  3. Questa è una cosa che faccio anch'io. Credo di farlo per insinuare il dubbio che esista anche chi non ha mai sentito parlare di Staffelli, o chi per lui. Alle persone educate in genere spiego educatamente che a me la televisione non piace :-)

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  4. anche a me quella satira non piace ed anch'io penso che ci si debba migliorare, ma ridere mi piace tanto e quando mi succede di farlo (ad esempio al mattino ascoltando la radio o leggendo o anche guardando un comico in TV), ne sono anche tanto felice. In altre parole, mi sono accorta che ridere mi fa star bene ed ho imparato a non disdegnare mai una sana risata. Provaci, vedrai che ho ragione ...

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  5. Patrizia, Cristo e Marx non hanno mai riso, quindi ridere è male :-D

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  6. @Variabile
    La tecinica dello sguardi vuoto è la cosa più dispilinata e corretta da fare. Però anche la più difficile, ammettiamolo.

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  7. @Tommy Angelo
    Non so quanta ironia ci sia nella tua affermazione, ma io la sposo. Anche Morrissey ride raramente.

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  8. Bello il suggerimento di Zagabart: ci si potrebbe quasi scrivere una novella, con la signora maleducata che torna a casa da una lunga giornata e si è convinta che nemmeno lei lo sa, chi è staffelli.

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  9. Una sorta di embargo o, detto più volgarmente, boicottaggio culturale.

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  10. Il quarto paragrafo è il migliore: satirico - eh sì - e coinciso. Forse non sarà come Voltaire, ma se ti può consolare di sicuro non è neanche come Staffelli.

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  11. Lo sapevo che qualcuno mi diceva che ho fatto della satira :)

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  12. Coda di paglia? :D
    Ma lo dico anche apertamente: l'ironia piace a tutti, soprattutto se è costruttiva e pungente al punto giusto.

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  13. Io, quando i clienti saltano la coda, faccio finta di non sentire quello che dicono, loro si stizziscono ed io sono un pochino più contenta.
    La peggiore di tutti comunque, in base alla mia limitata conoscenza della tv berlusconiana, è Barbara D'urso: credo che rida anche nel sonno.

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  14. ... non mi piace soprattutto perché la gente ride e la gente che ride non mi fa ridere e non mi fa migliorare

    io trovo che le risate, quelle di gusto (che Staffelli & C., sia detto per inciso, non mi provocano) siano invece contagiose e fantastiche.

    Per il resto, sono d'accordo con te.

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  15. io adoro la satira.
    Aborro Staffelli perché è umorismo da due soldi. Sì, la satira è altra, e ci sono tanti argomenti che potrebbero dimostrarlo, altroché pomodori :D

    Mi piace pure Calvino.
    Ho già detto che mi fa schifo Striscia la notizia?
    Oh, e comunque se hai fatto veramente quello alla signora, non sei stato solo cattivo, sei stato rancoroso, bugiardo e le hai fatto pagare una cosa di cui non aveva colpa. Nel senso che, se lei è una conseguenza di Staffeli&Co, allora te la devi prendere con Staffelli&Co, te la sei presa con lei che è debole. Insomma, ti sei comportato un po' da satiro =P

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  16. Che io sia satiro me lo hanno già fatto notare. Bisogna prendersela con i primi della filiera, che gli altri sono irrangiungibili.

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  17. su quest'ultima cosa non hai tutti i torti...

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  18. Mi spiace deluderti, ma la gente non è così a causa di striscia, è striscia che è così a causa della gente.

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  19. Non riesco ad essere totalmente d'accordo, scusa.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)