giovedì 18 agosto 2011

Non ci sono più i valori

del Disagiato

A partire dagli stessi Anni 70, la crescita dei redditi, la rivoluzione dei consumi e la comparsa di sempre nuovi beni d’uso quotidiano, hanno cominciato ad occupare sempre di più l’orizzonte delle nostre società, sempre più condizionando le attese degli individui e la formazione della loro stessa soggettività. In questo modo dal dibattito ufficiale delle democrazie è stato rapidamente espulso ogni elemento ideale. Nelle società democratiche, nelle nostre società, non hanno trovato più spazio un qualunque discorso pubblico riguardante il mondo dei valori personali e collettivi, la qualità della vita individuale e della convivenza, le prospettive del futuro.
Volevo far notare ai lettori di ieri di Ernesto Galli della Loggia che non è vero che nelle democrazie di oggi non ci sono più ideali e che non è vero che c’è, come lo chiama lui, un assottigliamento spirituale della cultura democratica. Quello che è successo è che i nuovi “beni d’uso quotidiano” sono diventati “i valori personali e collettivi, la qualità della vita individuale e della convivenza, le prospettive del futuro”. Non aver compreso questo, a mio avviso, significa non aver compreso il ruolo delle televisioni di Silvio Berlusconi e quindi la propaganda, l’informazione e la politica che gli appartengono. L’elemento ideale che secondo Ernesto Galli della Loggia è stato espulso dal dibattito ufficiale delle democrazie è, appunto, quello che volgarmente potremmo chiamare civiltà dei consumi. I valori ci sono, gli ideali ci sono e pure i sentimenti politici ci sono, solo che ora hanno un’altra forma. 


Chi qualche tempo fa ha votato per l’attuale maggioranza evidentemente non ha alcun rancore nei confronti della televisione commerciale e propagandistica del nostro Premier. Pensa che non ci sia nulla di male nel fatto che un politico faccia il proprio mestiere nonostante sia proprietario di un’altissima percentuale dei mezzi d’informazione. I giornali e le televisioni Fininvest influiscono notevolmente sulle scelte del cittadino ma a qualcuno questo non importa. Perché? Forse per ignoranza? L'acculturazione del cittadino e la sua capacità di giudicare con rettitudine le cose del mondo hanno senz'altro un ruolo in questo discorso. Ma non è tutto. Quello che convince un cittadino a non voler notare alcuna ombra nel possesso da parte di Silvio Berlusconi di tre televisioni è un ideale, un valore, un sentimento.

5 commenti:

  1. Caro Disagiato,

    una domanda che sorge spontanea (almeno a me) dopo la lettura del tuo commento è questa: esiste un valore, un ideale, un sentimento "oggettivamente" buono, bello, vero?

    Cosa è un ideale buono e bello e vero? Come si riconosce?

    Oppure saremo tutti destinati a vagare fra interpretazioni personali e tentate arrampicate di parti avverse?

    Buona giornata.

    Marco

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  2. Io ho smesso da tempo di credere nei "valori" di una volta. Sarà perché "famiglia" per me non sempre vuol dire armonia e affetto. Perché l'"onestà" è stata sempre predicata da chi poi razzolava male. O perchè "democrazia", "patria", "missione di pace" vengono usate come traini per guerre o a protezione di proprietà dell'ENI.

    Credo più nelle singole persone, quando va bene.

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  3. No, per fortuna valori ce ne sono ancora e non sono un'opinione.Ce ne sono intorno a noi se vogliamo vederli e dentro di noi. A partire dal mio ateismo, in me non coincidono di fatto con i valori cattolici, ma non ci sono solo quelli, ve ne sono di altissimi da sostenere e perseguire, che hanno a che fare semplicemente con la nostra natura umana.Quella sana.

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  4. @Marco cuore vivo
    Per sfortuna i valori sono opinabili. Per questo reputo cosa saggia appoggiarsi a chi prima di noi ha tracciato una strada.

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  5. IL BENE PER TUTTI

    Caro Disagiato,

    nel mentre dei tuoi preparativi per una tua vacanza (un augurio di ottimi divertimenti e dolce far niente) mi arrischio ad un approfondimento sulla tua risposta.

    Cosa saggia appoggiarsi a chi prima di noi ha tracciato una strada? Hmm Hmmmm... parli a prima lettura dei classici pensatori della storia filosofica e teologica del genere umano? Di scrittori e maestri di vita? Del maestro Gesù o del Buddha illuminato?

    Il tuo scrivere sottintende forse la rinuncia ad un pensiero che rintracci una nota di oggettività sul vero il bello ed il buono per il genere umano? Una cosa che possa cioè fare avanzare tutti uno per uno senza nuocere allo stesso tempo ad alcuno?

    Davvero è così, esiste una tua rinunzia ad un bene oggettivo valido per tutti e per ognuno, che non tolga nulla ad alcuno riguardo le sue possibilità?

    Io penso che questa cosa oggettiva esista, si tratta soltanto di rintracciarla con la forza del pensiero.

    Buone vacanze!

    Marco

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)