venerdì 12 agosto 2011

"Nemmeno per un attimo"

del Disagiato

Bisogna mettere l’odio da parte. Spero che quello che è accaduto a mio figlio sia di esempio per gli altri giovani. Il ragazzo che lo ha ucciso? Non ho bisogno di perdonarlo perché nemmeno per un attimo ho pensato di odiarlo

Molto probabilmente è indelicato scrivere di una madre che ha perso un figlio ma quando ho letto questa dichiarazione (la si può definire dichiarazione?) ho provato un qualcosa di molto simile alla commozione. Leggere di una madre che mette da parte l’odio verso uno straniero che ha tagliato la gola alla sua creatura mi ha fortemente impressionato. Faccio notare che il carnefice era straniero non per sottolineare chissà qual differenza di pelle o di cultura, ma per il semplice motivo che qui, nel nord del nostro paese, quando uno straniero infrange la legge spesso si crea un clima da caccia alle streghe. Figuriamoci, quindi, quando la sua mano commette omicidio.

“Continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo”, scriveva il 15 luglio del 1944 Anna Frank. Per la prima volta in vita mia sono stato investito dal significato di questa frase che sempre ho letto come uno slogan buono per le manifestazioni di piazza. Non so da quanto tempo un essere umano non contribuiva a spingermi con la sua umanità, perché di umanità intatta si tratta, a credere nell’intima bontà dell’uomo. Perché, come scrive sempre Anna Frank, mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione.


6 commenti:

  1. Purtroppo però non servirà di esempio a nessuno, se non a chi ha subito il danno.

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  2. Non so pensarmi al posto di questa madre. Certo consegnare una reazione di odio ai microfoni dei cronisti avrebbe nessun senso, ma la mia opinione è che lei odierà. Perchè una vita così tanto giovane strappata è inaccettabile e si porta dietro ampi brani di vita anche di chi resta. Credo che l'indignazione, la rabbia e l'odio siano reazioni umane. Di fronte alla disumanità di episodi simili, perchè tirare un pugno è una cosa ma arrivare a squarciare la gola con un coccio è altra ed è assimilabile alla malattia mentale.Povero quel ragazzo che ha ucciso così.

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  3. Mi lascia sempre un po' perplessa la domanda del cronista:" ha perdonato l'assassino?", perchè c'è bisogno del perdono? Per chi è meglio? Dovrebbe essere l'assassino a perdonarsi, a trovare una risposta al suo gesto. Quelli che restano devono accettare l'accaduto, perdonare (qui) è una bugia. L'odio io l'associo al rancore, a qualcosa che si muove lentamente fino a scoppiare: non posso odiare una persona che non conosco (in questo caso forse si tratta di paura). A commuovermi è la lucidita' di questa madre.

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  4. @paopasc
    Può anche darsi che accadrà quello che dici tu. Però voglio sperare che anche un solo pezzettino piccolo di umanità possa essere toccato da queste parole.

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  5. Io penso sia un ottimo esempio, aiuta sapere che perdonare è possibile anche in certe situazioni. Inutile poi nascondersi dietro al cinismo: abbiamo recepito tutti il messaggio, è solo che non crediamo di esserne all'altezza.

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  6. Sono d'accordo con te. Temiamo di non saper dire le stesse cose, fossimo al suo posto.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)