mercoledì 3 agosto 2011

Il potere del commesso

del Disagiato

Ieri pomeriggio una giovane ragazza è venuta con aria da pulcino bagnato in cassa, dove mi trovavo io, e mi ha detto: “Scusi se la disturbo, ma posso chiederle una cosa?”. “Dimmi pure” “Ecco, volevo solo sapere se state cercando personale” e mentre mi chiedeva questa cosa incassava la testa nelle spalle, come fanno le persone quando sanno di essere di troppo ma che, per sventura, sono costrette a buttarsi nella mischia. Alla sua domanda formulata con tanta gentilezza e dolcezza le ho risposto: “Guarda, in questo momento non stiamo cercando, però ti consiglio di lasciare il curriculum, se ce l’hai”. “Sì, sì, ce l’ho qui con me”, mi ha detto e allora dalla sua borsa ha tirato fuori una cartelletta e dalla cartelletta ha estratto un paio di fogli con nome, cognome, data di nascita e via dicendo. “Ancora una cosa”, ha aggiunto incassando di nuovo la testa e con voce vellutata, “io qua ho scritto che sono disponibile per un orario part time, ma se ce ne fosse bisogno, ecco, io potrei anche adeguarmi e vedere di fare un full time o comunque qualche ora in più rispetto a quello che prevede un part time”. “Beh, sì, questo è ottimo”.

E dentro di me, mentre le manovre economiche nel centro commerciale continuavano, ho pensato che quella ragazza, con quella dolcezza e gentilezza, sarebbe stata un bene per la libreria. Anzi, per tutte le librerie e i negozi e le fabbriche e le scuole. Poi, però, succede che dico questa cosa:

 “Il curriculum lo metto via, che magari prima o poi la mia responsabile lo vede e, sai, presto potrebbe esserci utile…” e quando dico questo lei sviscera dalla bocca un “Ah”, senza incassare la testa, guardandomi la faccia, tutta la faccia, come se avessi un pezzo di banana sul naso o delle briciole vicino all’orecchio. E cosa diavolo avrà voluto dire con quel “Ah” mezzo stupito e mezzo deluso? Ve lo dico io cosa ha voluto dire. La ragazza ha voluto dire: ”Ah, ma allora tu non sei il responsabile di questa libreria. Allora la mia timidezza e la mia dolcezza e la mia gentilezza potevo pure risparmiarmela e il curriculum l’ho messo in mani sbagliate. Tu non sei un uomo che ha potere, tu sei come me. Tu non decidi un bel niente. Tu sei solo un commesso” Ecco, questo ha voluto dire con sole due lettere. Che, ah, io non ho potere, che io sono come lei.

“Dai, in caso fatemi una chiamata. Ciao.” mi ha detto muovendosi verso l’uscita con la testa ben fuori dalle spalle e mimando una cornetta del telefono vicino all’orecchio sinistro. “Ok”, le ho risposto. Ok.

5 commenti:

  1. andrebbe fatta leggere a sacconi.
    questa e tutte le altre testimonianze di giovani che entrano in un negozio per portare il cv.
    ieri me lo ha chiesto la segretaria di un mio cliente: "no, sai... dopo un po' di anni bisogna cambiare, affrontare nuove sfide" che, tradotto, significa "le cose vanno maluccio, come in tutto il settore - lo sai bene, anche tu vero? - e prima di trovarmi in mezzo a una strada cerco di fare i miei passi". e io le ho dovuto rispondere esattamente come hai fatto tu: "guarda, in questo momento non stiamo cercando, ma ti consiglio di inviare il cv".
    l'unica differenza è che la tipa sapeva che io non sono quello che decide e non mi ha risposto con un "ah".

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  2. Ieri su facebook c'è stato un moto di gioia (27 click su mi piace e 18 commenti di complimenti al suo status) per una mia conoscente che ha firmato il suo primo contratto a tempo indeterminato. A 38 anni.

    Qui a Vienna conosco gente che a 19 anni ha già il suo contratto a tempo indeterminato e miei coetanei a 30 anni hanno già comprato il loro appartamento.

    L'Austria non è il paradiso, ma cosa è diventata l'Italia?

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  3. La ragazza ... ha perso la mia stima! :-)
    Ovvio, con tutta la solidarietà per la mancanza di lavoro. Le faccio il mio in bocca al lupo, in ogni caso.
    g

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  4. DATA ANTICA O MODERNA?

    Vi chiedo e mi chiedo: questa deferenza per il potere ed il potente è cosa nuova di oggi oppure è stata da antica data?

    E' andata crescendo complici i messaggi dei mass-media oppure decrescendo?

    Gli esempi che i nostri occhi ed orecchi incontrano ci spingono verso quale parte?

    I giornalisti italiani (la loro stragrande maggioranza, quelli che fanno carriera) di cui contempliamo il lavoro cosa ci suggeriscono e cosa suggeriscono ai tanti giovani con il curriculum in mano?

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  5. Molto acuto.
    Ah...il linguaggio dell'attore sociale.
    Ora la maschera dell'agnello ora quella del lupo.
    Ai limiti quell'"ah" era "tu non sei quello che conta, tu sei uno come me ma io non sono proprio come te, anche se tu sei lì dietro a ricevere il mio cv e io di qua a dover chiedere..."

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)