del Disagiato
Lavorare di domenica non è un piacere per nessuno, come potete immaginare. Già a me lavorare non piace, quindi figuratevi lavorare di domenica, quando il quartiere che mi ospita dorme in un silenzio punteggiato solo dal rumore delle posate e quando gli altri, quelli che hanno la sfortuna di conoscermi ed essermi amici, mi chiamano per propormi un film in dvd o un birra piccola oppure vengo da te e poi vediamo. “No, devo lavorare”, rispondo e allora sul telefono si spalmano risposte un po’ deluse ma non troppo: “Ah, già, mi ero dimenticato che questa settimana lavori pure di domenica”. I centri commerciali sono fatti così, hanno queste cose che si chiamano “aperture straordinarie” e che cadono sempre nella prima domenica del mese (in Lombardia) e che capitano, anche se non sempre, a fine mese: per la festa dei funghi, per la festa del porco, per la festa del paese, per la festa dei ciabattini e via dicendo. Strategie commerciali: si inventano qualsiasi cosa pur di portare soldi nelle casse dei negozi.
Quello che voglio dire è che nonostante lo sconforto anche di domenica noi commessi riusciamo ad abbandonare mariti, mogli, fidanzati o gatti per trascinarci in negozio. Riusciamo a metterci un buon vestito e buone scarpe e riusciamo a trovare il giusto tono di voce per parlare e rispondere. Riusciamo a fare tutto questo nonostante sia domenica, nonostante ci abbiano insegnato che di domenica si riposa e cioè quando anche gli altri si riposano e il mondo è un po’ più fermo per farci riposare. Allora ieri mi sono vestito, ho fatto le scale dal mio terzo piano in giù, e una volta arrivato davanti alla porta di uno dei due appartamenti al piano terra, ho visto questa cosa:
L’ho guardato a lungo, e mi sono chiesto il perché di quel cuscino appeso ad una porta e cosa mai volessero dirmi quei tre (e non quattro) che abitano lì dentro. Ammetto di averli odiati per un secondo, anzi due secondi, anzi di averli odiati lungo tutto il tragitto che mi ha portato in negozio. “Una famiglia piena d’amore”, continuavo a ripetermi. “Patetici”, pensavo. “Siete gente rozza a sbattermi in faccia certe cose”. E allora, in macchina e poi in negozio, mi sono tenuto nel fianco come un piccolo fastidio o un minuscolo dolore. Per colpa di quel soffice cuscino appeso alla porta. Per colpa di quelle parole accostate: “Una famiglia piena d’amore”.
Verso sera, una signora ha spiegato a me e alla mia collega che per capire se un libro è bello o brutto bisogna leggere la pagina 99. Sempre. Non prima e non dopo. “Si chiama la teoria del 99”, ci ha spiegato la signora. Subito ho pensato che fosse una fesseria, questa cosa della pagina 99, ma a lei, alla cliente, non l’ho detto. Me ne sono stato zitto, ho aspettato che la signora se ne andasse e poi, io e la mia collega, l’abbiamo presa un po’ per il culo. Ci siamo divertiti così, insomma, come fanno i commessi quando alle 19.30 di una domenica di agosto si ritrovano a lavorare in un centro commerciale di periferia. Ci siamo alzati il morale per una baggianata ma, come si suol dire, meglio di niente.
Mi spiace. Deve essere già particolarmente duro di domenica abbandonare mariti, mogli, fidanzati.. ma anche i gatti, poi! questa è una vera tortura!
RispondiElimina(la famiglia piena d'amore, non starà magari aspettando l'arrivo del quarto componente?)
Vedi che io sono un miope e a questa cosa non ci avevo pensato? Se è così, giuro che cancello il post.
RispondiEliminaPiù ingenuo e speranzoso di quanto siate tu e la tua collega - che le domeniche al lavoro induriscono gli animi - ho provato a verificare su una decina di libri - uno soltanto, in realtà - la "Teoria del 99".
RispondiEliminaSì, confermo, è una stronzata.
E la tizia del piano terra è gravida.
..."Mi scusi lei e' aperta?"...
RispondiEliminaDiffido un pò delle "cose" ridondanti amore, perchè non credo negli idillii ma solo nelle dialettiche, mi sembrano più "sane"...però le favolette c'incantano sempre e forse ci fregano pure.:)
RispondiEliminaUna famiglia piena d'amore? Sempplicemente patetico!!
RispondiEliminaLe ipotesi sono 2 :
Premessa:
Sicuramente la signora è incinta
1. Trattasi di cattoliconi bigotti (tipo particolare di cattolici, non generaliziamo, per fortuna non sono tutti cosi) per cui procreare è un atto d'amore (umano e divino) e devono necessariamente far sapere al mondo quanto sono bravi:
2. Oppure in fondo tutto questo amore non c'è e la famiglia ha bisogno di ripterselo per farsi coraggio
Domma allo specchio
P.S. Se pensi che il discorso possa offendere qualcuno ti autorizzo a censurarmi, non me la prendo , è solo che di fronte a certi atteggiamenti melensi mi scatta la viulenza (lol)