Ho l’impressione che la risposta del pubblico all’articolo di qualche giorno fa di Walter Veltroni sia stata una rumorosa pernacchia. Ma è solo un’impressione, sia chiaro. Sta di fatto che Veltroni non scrive solo, e ogni tanto, lettere (in realtà non sono lettere ma veri e propri pamphlet) da far pubblicare a qualche quotidiano ma scrive pure romanzi, saggi e poemi. Avete mai letto un suo libro? No? Io invece ni. Cioè non del tutto, solo un poco, qualche pagina, un occhio qui e un occhio là. In libreria ci sono tempi morti, ogni tanto, e in quei tempi morti si finisce per leggere quello che a casa non si leggerebbe mai. Un po’ come le riviste di gossip quando si attende il proprio turno dal parrucchiere. Il risultato è che mi trovo incapace di formulare correttamente un giudizio, essendo le mie letture veltroniane assai schizofreniche e approssimative. Però una splendida e seria analisi dell’ultimo libro (e non solo) di Veltroni l’ha fatta Christian Raimo poco più di due mesi fa. Insomma, vi invito a leggerla, se già non l'avete fatto, solo per comprendere che la retorica di Walter Veltroni (e di tanti, tantissimi altri suoi colleghi) la si può affrontare anche con la serietà e la precisione (si parla di "paratassi", per intenderci) oltre che con il sorriso e la satira.
Poi, a un certo punto, magari giusto dopo una tornata elettorale che sconfessa qualsiasi sua velleità di ritorno cincinnatesco in campo, arriva il libro di Veltroni. E – come sempre – non è un libro che fa i conti con il (vogliamo essere buoni) semi-fallimento del suo progetto politico. Non è un memoir che racconta luci e ombre della sua esperienza da sindaco. Non è il libro di un politico che fa un bilancio insomma, ma è un libro che parla di altro. L’inizio del buio, 267 pagine, pubblicato da Rizzoli. Alfredino Rampi e Roberto Peci soli sotto l’occhio della tv, come recita il sottotitolo. E uno magari dice: ma perché accanirsi? Non ne abbiamo già parlato altre volte di Veltroni scrittore?
Basta nominarlo e si annullano i commenti.
RispondiEliminaVariabile
Qualche anno fa ho letto "Noi"...mi era piaciuto! :)
RispondiEliminaSuggerisco quest'utile lettura...
RispondiEliminahttp://www.freddynietzsche.com/2011/08/28/la-fatica-di-cambiare-le-cose/#comment-34137
Uqbal
Io l'articolo di Veltroni l'ho letto e mi è piaciuto. Forse per essere retorici in questo paese orribile bisogna avere coraggio, ma direi che qualche sana dose di "grandi speranze" non ci farebbero male. Trovo invece molto snob il commentino del Disagiato.
RispondiElimina@FruFru
RispondiEliminaChiaro che poi a qualcuno Walter Veltroni piace. E allora il discorso non vale o si sgonfia.
@Uqbal
RispondiEliminaL'ho letto ieri. Ecco, io cercavo di consigliare un punto di vista un po' più serio di quello di Bordone.
Mi è piaciuto il libro, a parte la parte finale, ma Veltroni come politico non mi piace. Ecco, volevo precisarlo nel caso non fosse stato chiaro. :)
RispondiEliminaCiao!
Disagiato, pero', dai, ci azzecca in pieno...
RispondiEliminaUqbal
Sì, è divertente. Fa ridere. È simpatico.
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