domenica 28 agosto 2011

Le mie risposte secche, vaghe, un po' scocciate

Variabile, che bazzica spesso queste parti, ha scritto un post sulla "vecchiocrazia" e ce lo ha spedito. Noi lo pubblichiamo volentieri, sottolineando che i giudizi e i rancori sono i suoi e non i nostri. 

di Variabile

E insomma qualche giorno fa me ne stavo seduto sulla riva del lago, a pesca e per me "a pesca" significa da solo, lontano da tutti, per cercare un po' di raccoglimento. Stavo appunto pescando, con la mia bella canna fissa da sei metri e fissavo il mio galleggiante da due grammi virgola quaranta, immobile, in acqua. Quando pesco e guardo il galleggiante il mio pensiero scorre sempre su due livelli ben distinti: il primo è un livello di pensiero piuttosto costante e corrisponde a ciò che immagino che stia sotto la superficie dell'acqua: pesci, alghe, fondali più o meno articolati, ma in certi momenti (soprattutto quando non prendo nulla) credo invece che là sotto ci sia una specie di deserto di sassi o di fango.

Il secondo livello di pensiero è invece più instabile e sottile, definiamolo così. Una specie di flusso inconscio, indefinito, intermittente di idee e sensazioni, che oscillano rapidamente tra la grande intuizione e la sconfinata banalità. Ecco, l'altro giorno, in riva al lago, mentre il mio pensiero vagava in territori confinanti col nulla e contemporaneamente visualizzavo fantastici panorami sotto al pelo dell'acqua, ho sentito dei passi dietro di me, mi sono voltato ed ho visto un signore anziano, sulla settantina, che camminava e si è poi seduto anche lui sulla sponda, un paio di metri alle mie spalle. 


Aveva evidentemente voglia di attaccare bottone e mi ha proposto il classico repertorio di domande ed affermazioni pronto-moda, piazzate lì tanto per passare qualche minuto:

"Ma c'è ancora bisogno del tesserino per pescare qui?"

"Si prende qualcosa?"

"Caldo eh?"

Credo che le mie risposte secche, vaghe, un po'scocciate, lo abbiano invogliato, dopo pochi minuti, ad alzarsi e ad andare via, ma il suo breve intervento è stato sufficiente per far crollare la fragile scenografia del mio nirvana alieutico e sì, anche per irritarmi, alimentando un sentimento che da qualche tempo nutro nei confronti degli anziani, dei vecchi.

Ecco, in questo periodo sto sviluppando un sentimento veramente negativo nei confronti dei vecchi. Ora forse "odio profondo" sarebbe un bel termine letterario, ma mi sembra decisamente esagerato.

Penso però alla nostra classe dirigente, nel pubblico e nel privato, formata in gran parte di anziani molto potenti; penso a vecchi sboccati e maleducati al pari dei loro nipotini, magari pure malati, che alzano istituzionalmente il dito medio; penso a tutte quelle opere architettoniche non realizzate, o a quelle poche realizzate, male, con progetti realizzati, male, da vecchi, valutati da vecchi, contestati da altri vecchi, approvati o respinti da vecchi. Mani vecchie e rugose che manovrano carte e distribuiscono banconote. Mi irritano anche le noie dei pensionati che, come il signore incontrato sul lago di cui ho appena raccontato, si annoiano e cercano di vivere le vite degli altri.

Non lasciano un bel ricordo i vecchi di ora, mi dico, non lasciano un bel segno, non ci consegnano un bel paese, delle belle città, delle grandi opere d'arte, dei bei valori luccicanti. Non sono nonni di cui andare orgogliosi, di quelli da ricordare e da prendere come riferimento. Sembrano fragili, sia quando comandano, esposti alle tante lusinghe del potere, sia quando sono espulsi dal sistema che hanno creato.

E più ci penso e più mi incazzo, in un meccanismo che si autoalimenta.

Dovrò scroccare una sigaretta a qualcuno, qui in ufficio e magari andare a sbirciare su qualche sito porno, per distrarmi.

11 commenti:

  1. anchio odio i vecchi. questo post avrei voluto scriverlo io. grande Variabile.

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  2. Ma per scrivere un pezzo così ci vuole stoffa. Non so se tu...

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  3. Si.
    Una volta i vecchi avevano qualcosa da dirci, dei valori da insegnarci.
    Ora sono come i parassiti che non si riescono a debellare, incollati alle loro posizioni, e per di più ignoranti.
    Sono come l'inquinamento nel lago che non lascia crescere nuovi organismi sotto al pelo dell'acqua - e senza organismi i pesci te li scordi - e nemmeno sopra, insomma soffocano l'ecosistema.
    Mi domando perchè ciò accade.
    Forse semplicemente perchè la percentuale dei 'vecchi' è ormai superiore ed in crescente aumento rispetto ai giovani?
    E quando sarò vecchio anche io (sempre ammesso che non lo sia già)?
    Beh, io sto già cercando di toglirmi di mezzo insieme a mia moglie: Paesi Bascho o Portogallo ?

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  4. Immagino il pensiero dell'anziano a seguito delle risposte secche, vaghe, un po' scocciate:

    "E questa sarebbe la nuova generazione? Quella a cui dovremmo dare in eredità le posizioni dirigenziali? Se questo giovanotto sociopatico, che non sa spiccicare due parole, che non ha niente da dire, ne è un campione rappresentativo, meglio che continuiamo a tenerci tutto noi e con i denti, evitando danni peggiori!"

    Scherzi a parte, condivido le riflessioni di Variabile.

    Anche io non vado pazzo per i dialoghi con gli anziani: vogliono sempre avere ragione loro. Come noi, del resto. Ma quelli si appellano alla maggiore età come fonte di indiscutibile saggezza.

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  5. Proprio l'altro giorno nelle mie classiche visite ai nonni in Italia ho avuto gli stessi pensieri. Per milioni di anni le vecchie generazioni hanno sempre insegnato a quelle giovani come vivere. Ora è esattamente l'opposto: sono i giovani a dover insegnar loro come vivere a qusto mondo perché gli anziani di oggi sono completamente dipendenti dai giovani mentalmente prima ancora che fisicamente.

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  6. oh ragazzi! io ho 62 anni e non rompo le palle a nessuno! figurarsi a un tipo che non ha niente di meglio da fare che cercare di prendere dei poveri pescetti.
    mio marito è pensionato e , se la cosa non vi andrà giù, tutti gli anni ce ne andiamo in dei bei psoti difficili da raggiungere, quest'anno è toccato alle montagne della bulgaria, il pirin e altre cose.
    vi faccio incazzare? di più.
    anno scorso ho passato 20 gg negli usa e me la sono spassata.
    continuate pure a pescare nel lago puzzoso voi.
    ah, in quanto all'insegnare la vita credo che nessuno lo sappia fare, posso insegnare al massimo qualche ricetta nemmeno segreta..
    ciao
    nonna Carlotta.

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  7. Un pò di mia filosofia spicciola a buon mercato, a prezzi modici:

    se davanti alla nostra strada incontrassimo un ostacolo che ci impedisca il procedere allora come ci comporteremmo? Prendendolo a calci oppure cercando il modo di superarlo o aggirarlo senza sudare più del dovuto?

    se una malattia dovesse costringere a cambiare i nostri piani esistenziali contro la nostra volontà come ci dovremmo porre? Imprecando contro la cattiva sorte e spianando ogni oggetto nel nostro raggio d'azione oppure cercando di trarre un senso o un conforto di fronte all'imprevisto?

    se una ingiustizia dovesse essere compiuta davanti ai nostri occhi, indignandoci nel profondo come dovremmo reagire? Imprecando anche sottovoce oppure gridando a voce ferma quello che il nostro pensiero conosce essere una scomoda risposta?

    Questi esempi per scoprire che davvero la vita ci inventa e ci pone davanti tanti scogli taglienti e tanti massi da rimuovere con fatica. Noi come possiamo affrontarli per non lasciare anche noi, a nostra volta, alle prossime generazioni, il compatimento per non avere fatto granchè ed esserci limitati a poco?

    Sembra davvero che tante cose, anche la persona che viene a rompere la nostra quiete, anche il bambinetto o il vecchio o anche il coetaneo che ci fanno aumentare la pressione del sangue, anche e specialmente loro sono qui con noi con uno scopo importante: quello di svegliarci dal sonno delle cose preparate e pronte all'uso.

    Roma non è stata fatta in un giorno, figuriamoci una buona ed equa organizzazione sociale del genere umano.

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  8. Sono in completo disaccordo con il post: magari sbaglio, ma vedo una generalizzazione dei vecchi che non mi piace... E' sbagliato fare di tutta l'erba un fascio! Io vado orgoglioso delle mie nonne, e ogni volta che parlo con loro mi piace un casino stare ad ascoltare di quando raccontano cose "da vecchi". Condivido il pensiero dell'anziano immaginato da SpeakerMuto! :)

    E se oggi di colpo ci trovassimo a vivere come 50 anni fa cosa succederebbe? Chi si troverebbe ad essere completamente dipendente da chi? E' chiaro che gente di 70 anni ha problemi con la tencologia! Ma quanti di noi sanno coltivare un orto o fare tutte le cose che facevano gli anziani anni fa? E non venitemi a dire che adesso non servono perchè tanto c'è altra gente che le fa...

    Da ultimo, voglio proprio vedere come vi ritroverete quando anche voi sarete vecchi: soli, magari con i nipoti e i figli lontani... Chissà che anche voi per combattere la solitudine non cercherete di attaccare bottone con qualcuno che vi risponderà male (o non vi risponderà per niente!)

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  9. Conoscete lo scrittore americano Robert Pirsig?

    Non ha scritto molti volumi, magari proprio due o tre, e per uno di essi (il primo, il più famoso, il suo titolo è "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta") vinse anche un premio.

    Il mio pensiero che vorrei condividere con voi amici del blog è riferito invece al suo volume seguente, una specie di seconda parte di quello accennato sopra, il suo titolo è "Lila".

    Tra le varie idee geniali di Pirsig che mi hanno fatto riflettere ricordo qui una che per me trova un aggancio al discorso in atto.

    In riferimento al corso dell'evoluzione della società umana Pirsig (vado a memoria labile) mette l'accento al procedere in avanti di due passi ed al benefico susseguente assestamento dei passi compiuti con un passo indietro.

    Personalmente a me questo procedere un pò a gambero ha fatto venire in mente anche il meccanismo a rotelle dentate entro gli orologi: uno scatto in avanti della ruota dentata ed il suo assestarsi in attesa di un nuovo movimento in avanti.

    Come si accosta questo al discorso sulla parte più anziana della società umana? Le stagioni della vita, dal suo sorgere al suo tramonto, portano il loro carico di novità e di assestamento.

    Ecco che di fronte all'irruenza ed all'entusiasmo dei più giovani trova la sua necessità anche la ponderazione ed il rallentamento tipico dell'età avanzata.

    E' pacifico e di buon senso comune il fatto che uno sviluppo estremo e sbilanciato dei due poli non è sano, non giova al bene comune dell'intero organismo umano.

    Come poter dare il giusto spazio ai due passi in avanti della gioventù umana ed allo stesso tempo non mancare di marcare una fase di assestamento dovuta alla riflessione ed al nuovo fondamento?

    Penso con fermezza che il ricambio generazionale e di pensiero dovrebbe avere inizio dalla rappresentanza politica e sociale.

    Chi più di loro siedono sulle stesse seggiole da loro dipinte dorate da ormai vari decenni? Uno sbilanciamento sotto gli occhi di tutti.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Pirsig

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  10. Grazie a tutti per aver letto e commentato. Voglio far presente che questo non e` il mio pensiero unico sugli anziani, ma una sensazione che emerge in certe situazioni e di cui mi andava di parlare. Poi mi piace smontare le mie convinzioni (soprattutto quando si accompagnano a sentimenti non costruttivi) e ricredermi e` un bell`esercizio.

    Il post e` un po`aspro e polemico perche` la polemica, a volte e` costruttiva e divertente.

    ringrazio nonna Carlotta per avermi fatto scoprire il Pirin. Leggo che si tratta di parco nazionale e non di un diuretico. (anche se a 62 anni sei una neofita della categoria `vecchi`)

    tutto pero` `non si puo` generalizzare` no, per piacere. Solo una verza non generalizza e non da` giudizi.
    Con tutto il rispetto per le verze.
    variabile

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  11. Vorrei segnalarvi un post scritto da un "compagno di merende" dei due tenutari. Credo possa collegarsi molto bene a quanto scritto da Variabile e ritengo che ne sia, sotto un certo punto di vista, una parziale continuazione. Non anticipo nulla. :)

    Ecco il link: http://www.unradiologo.net/la-guerra-delle-generazioni

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)