martedì 25 ottobre 2011

il segnapagine del 25.X.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Taccuino22, La congettura di Babbo Natale: La compagna di banco di mia figlia, E., qualche settimana fa ha cominciato a sollevare dei dubbi, ha individuato alcuni elementi che si scontrano con la congettura di Babbo Natale. Secondo lei è difficile portare in una sola notte regali a tutti i bimbi del mondo, i bimbi sono davvero tanti. E poi...
L'albero di maggio, L'uovo e la gallina: Alla base del concetto di prestito a interesse, che insieme al commercio è in fondo il motore dell'economia mondiale, è il semplice fatto che molto spesso una gallina domani non vale un uovo oggi. 
Metilparaben, Ci rubano il tempo, e ce lo fanno pagare: Mi pare un'ottima metafora del tempo in cui viviamo: oltre a farci spendere il doppio ci raccontano che ci stanno facendo risparmiare tempo, mentre in realtà quel tempo ce lo rubano. Lo sottraggono a noi stessi, quel tempo, alle piccole cose che potremmo fare con gioia...
Malvino, «Un Pd dove ci si appassiona e ci si diverte»: Solida vaghezza, fumoso manifesto, tutto però confezionato in morbida velina. Una cover di Veltroni, il Pippo. D’altra parte, è già pronta la cover del cinico D’Alema, il Renzi.

11 commenti:

  1. Invece a me, boh, il post su babbo natale sinceramente non è piaciuto. ma non nel senso che il post non è bello o non sia scritto bene, è proprio il concetto latente che non mi fa sorridere. Ovvero quello che dovrebbe appunto far sorridere, ovvero il fatto che siano bambini e dunque più di tanto alla ragazzina non nuocerà il "convertimento" al pensiero generale ( e unico), (per non parlare del fatto che ovviamente è più rassicurante anche per noi credere che i bambini ancora credano a babbo natale...) dicevo non mi piacciono le dinamiche che questo post ritrae e descrive: se pensiamo che la stessa bambina tra, che ne so, dieci anni, o anche meno, dirà che non la convince la retorica di un qualsiasi atteggiamento comune e diffuso e socialmente maggioritario, non credete che allo stesso modo, per un giustissimo e sano bisogno di essere comunque accettata, sarà costretta o a uniformarsi, o a essere tacciata di "eresia"? boh. io, dietro la tenerezza e la naivetè di questo post, ci leggo questo. chiaramente non nell'intenzione dell'autore, ci mancherebbe. ma è il mio punto di vista, e solitamente passo per persona poco ironica. sarà questo.

    RispondiElimina
  2. IO, Laura, ho invece l'impressione che quello che ci leggi tu fosse proprio nelle intenzioni dell'autore. Che ritrae, a mio parere, un costume diffusissimo: la necessità sociale di essere accettati, anche a costo di abdicare a certe nostre convinzioni. Come dire: l'educazione alla socialità è anche, tristemente, questo.

    RispondiElimina
  3. esatto: tristemente.
    perchè qui non si parla di licenza di fare chissà cosa,chissà quale stranezza, si parla del fatto che magari un ragazzo/zzino c'ha la mamma che lavora e gli altri venti no, e tu e il tuo modello automaticamente crea "scompiglio". ergo, o fai finta di nulla, oppure già a quell'età devi fare l'eroe o comunque tirare fuori una forza che non è detto che si abbia. anche perchè magari uno è sensibile e quel tipo di forza lì, quella un po' coraggiosa-rivendicante la acquista molto dopo. non so. sono d'accordo con te. però ripeto non mi piace che socialità spesso significhi aderire a una certa e determinata e unica "forma". non mi piace proprio che accada e che si lasci accadere, ecco. perchè poi c'è gente che non abdica veramente, si reprime, e quando incontra vent'anni dopo qualcuno che invece è stato un po' più coraggioso, lo massacra. e non sto parlando di cose rare, sto parlando di fenomeni e dinamiche quotidiane. oppure parlo del fatto che certa gente riesce a dire liberamente sai, mi piacciono contemporaneamente manzoni e tiziano ferro e non devo chiedere l'autorizzazione a nessuno solo a trent'anni. per non parlare di quelli che non ci riescono mai. il concetto di educazione alla socialità è una delle cose più delicate e faticose, per un genitore, per un insegnante, immagino. io non so come mi comporterei/comporterò, sinceramente.

    RispondiElimina
  4. Laura, quello che volevo trasparisse dal post è che non raramente il valore della verità soccombe di fronte al bisogno di essere accettati. In uno dei commenti al post Pdb sottolinea questo aspetto in maniera chiara, scomodando addirittura la biografia galileiana: “Galileo aveva la Santa Inquisizione, la povera E. rischia l'ostracismo dal mondo delle Winx. Ognuno porta la croce che i falegnami del suo tempo sanno costruire, e fa il dovuto calcolo costi-benefici.”
    Spesso la nostra scala di valori deve sottostare a ragioni di sopravvivenza sociale per un puro calcolo di costi-benefici: vale la pena essere duri e puri quando poi rischio di essere duro puro e solo? Il compromesso può essere triste, ma è la realtà di tutti i giorni.

    RispondiElimina
  5. ma io sono d'accordissimo con quello che scrivi, credimi. il punto è, e concludo, che il tono, qualcosa del tuo modo di rappresentare la realtà tradiva una sorta di ironia, per quanto amara, o comunque una sorta di "positività" di un fenomeno, di una tendenza umana che, come una selezione naturale, fa sì che le cose vadano così. non dico che volevo una condanna esplicita, perchè fortunatamente ognuno scrive ed espone le cose a suo modo, però essendo l'ironia uno stilema che proprio io non capisco, nel senso col quale spesso non sono in sintonia, un argomento del genere così amaro esposto in quel modo a me ha prodotto come un rifiuto. Ma credimi non c'è alcuna polemica in quello che scrivo. davvero. :)

    RispondiElimina
  6. P.s il mio ragazzo insiste a convincermi che nel post non c'era alcuna ironia, e anzi. dice che a lui è piaciuto molto. sarà stato un pregiudizio alla lettura? troppa identificazione? "ideologismi" personali? chissà. :)

    RispondiElimina
  7. Mi consola di avere interpretato discretamente il post di aaqui (ieri sera laura mi aveva fatto venitre qualche dubbio, lo ammetto), che a me continua a piacere moltissimo. E forse, Laura, il tuo ragazzo ha ragione: probabilmente ci si identifica, in certi casi, con parole che volevano intendere altro e si finisce per farle proprie in modo originale...

    RispondiElimina
  8. (Uff :))
    che anche questo sia un meccanismo maggioranza/minoranza? che faccio, scomodo teorie della letteratura che dicono che il testo venga ri-creato anche dal lettore (mi pare sartre dicesse una cosa del genere)e dunque se ci ho visto quello forse vuol dire che...?
    no, scherzo. però un po' il fatto che la pensiate diversamente da me non è sufficiente dal dissuadermi.il discorso è complessissimo: uno recepisce un messaggio su una tal cosa anche sulla base del rapporto che si ha con la cosa ritratta. in fondo il modo, lo stile, il punto di vista, sono tutto, nella comunicazione. e ci sta che uno rifiuti "ideologicamente" un certo modo che veicola una certa cosa, che magari è neutrale, perchè però non è esplicitamente espresso nella linea del proprio pensiero. (cmq scusate se vi annoio con queste questioni, sono reduce da un tesi di laurea specialistica che verteva esattamente su queste questioni qua, ovvero il modo in cui la Ortese ritrasse Napoli e le critiche che ne conseguirono).

    RispondiElimina
  9. Non c'è bisogno che "scomodi" Sartre, Laura. Io la penso esattamente come te, anche a proposito delle teorie della leteratura e della ricezione del testo. Il quale testo, quello di aaqui, resta secondo me terribilmente triste ma terribilmente vero. E non credo di essere molto lontano da te, scrivendo questo.

    RispondiElimina
  10. Permettetemi, al solo fine di completezza, di riportare un commento lasciato sul blog taccuino 22 che credo possa apportare un ulteriore contributo alla discussione:

    "personalmente non ci troverei nulla di triste, anzi sarei piuttosto orgoglioso se mia figlia si comportasse come la piccola E.: dimostrando prima una particolare acutezza nel notare le incongruenze nella Congettura di Babbo Natale e successivamente una spiccata intelligenza sociale nello scegliere di credere (o di far credere di credere) alla versione che la renderà più accettabile dal gruppo, e quindi, presumibilmente, più felice. Ora ditemi se questo non è il massimo dell'evoluzione: capacità di analisi e di pensiero fuori dagli schemi; intelligenza sociale; realizzazione della felicità personale non a scapito di quella degli altri. Tutto in una bambina di 6 anni. Pdb".

    RispondiElimina
  11. Per chi fosse interessato il seguito è qui: http://aaqui.splinder.com/post/25694780/la-congettura-di-babbo-natale

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)