Era il 2007 quando in libreria cominciarono ad arrivare questi libri dalla grafica molto semplice e seria, pubblicati dalla casa editrice Chiarelettere e per molti di noi (o almeno per me) arrivò il momento di leggere inchieste ben costruite da professionisti non proprio di destra, non proprio di sinistra, e saggi polemici e ben documentati di facile lettura grazie alla scorrevolezza e semplicità della prosa. Travaglio, ad esempio, poi Marco Lillo, Peter Gomez, Michele Ainis, Bruno Tinti e si discuteva di leggi strane, ambigue, di scuola, di giornalismo, di rifiuti ma anche, facendo un leggerissimo scarto, di Fabrizio De André e poi di Gaber, perché questi (e so che voi siete d'accordo) sono stati più che cantanti, più che cantautori. Insomma, magari fu una mia impressione, ma Chiarelettere mise a disposizione una prosa semplice per conoscere, diciamo così, argomenti importanti, spesso complessi e tecnici e quasi sempre d’attualità. E quasi sempre queste cose mettevano prurito a Silvio Berlusconi e per questo la casa editrice avvicinò al reparto Storia Attualità della libreria quei loschi personaggi che fino ad allora avevano frequentato la periferia del centro commerciale e che ossigenavano le idee essenzialmente con l’Espresso, Repubblica, Panorama (sì, anche Panorama) l'Unità e.
Da allora, dalle primissime uscite, sono passati quattro anni abbondati e si può dire che la casa editrice ce l’ha fatta. Cosa significa che ce l’ha fatta? Significa che ha un buon seguito, che ogni uscita è accolta da una domanda sempre più che tiepida, che certi titoli vendono tanto, tantissimo, che i giornali ritagliano sempre una spazio per una buona recensione, che le recensioni funzionano, muovono lettori, spingono anche i più pigri in libreria da me e più che altro ce l’ha fatta significa che qualcuno, leggendo questi libri, comincia a mettere in dubbio i pozzi da avvelenare. A questo servono i libri o no? A creare dubbi oltre che certezze.
E da lettore e venditore posso dirvi che Chiarelettere contribuì a fare questo, a mettere in discussione. Se date una sbirciatina al sito della casa editrice trovate una buona descrizione del progetto editoriale: “La casa editrice pubblica circa venticinque libri all’anno esclusivamente di saggistica, in particolare inchieste, testimonianze, talora interviste, pamphlet su temi che riguardano la società civile e l’attualità come la giustizia, la libertà di informazione, il mondo del lavoro, la finanza e l’economia, l’urbanistica e l’ambiente, sempre considerati dalla parte dei cittadini e non secondo l’ottica di chi rappresenta e gestisce il potere”.
A novembre uscirà per Chiarelettere “La versione di Vasco” e la pubblicità (arrivataci in negozio e spero non riservata) dice che "le incursioni di Vasco Rossi entrano come lame affilate nei grandi temi dell’uomo e dell’attualità: la vita, la religione e Dio, l’amicizia e il senso dello Stato, la libertà, i giovani, il successo". Ecco.
A novembre uscirà per Chiarelettere “La versione di Vasco” e la pubblicità (arrivataci in negozio e spero non riservata) dice che "le incursioni di Vasco Rossi entrano come lame affilate nei grandi temi dell’uomo e dell’attualità: la vita, la religione e Dio, l’amicizia e il senso dello Stato, la libertà, i giovani, il successo". Ecco.
Giorno più azzeccato non poteva esserci, per scrivere di Vasco...
RispondiEliminaNon secondo l'ottica di chi rappresenta e gestisce il potere, mi raccomando.
RispondiElimina"La la la la la la, fammi godere" (cit.)
RispondiElimina"C'è chi dice no" (cit.)
RispondiElimina