Ieri, Salvo Intravaia su «la Repubblica» ha finalmente (diamo a Salvo quel che è di Salvo, insomma) provato a fare un po' di chiarezza su alcuni numeri della scuola dell'era gelminiana. E ha spiegato, cifre e percentuali alla mano (a me sono sembrate giuste, ma altri più bravi di me potranno, se è il caso, correggere) che uno dei vanti del ministro Gelmini è un vanto del tutto insensato (e forse è un vero e proprio falso): la scuola «del merito e del rigore», la scuola che finalmente torna severa come quella «di una volta», la scuola che tutti in Italia vogliamo (tranne quando a essere bocciati sono i nostri figli), quella scuola che la Gelmini non ha mai frequentato da studentessa ma ha sbandierato per tre anni da ministro, come fosse una sua personale creazione, quella è una scuola che non esiste. Perché le bocciature diminuiscono costantemente, di anno in anno, da quando è lei a dettare le regole.
Ora, io parto sempre dall'assunto che una scuola buona non è affatto una scuola che boccia tanto. Io penso che bocciare serva, per esempio, e anche molto, se una bocciatura è giusta e meditata; ma se tu, insegnante, bocci tanto e tanto spesso, be', qualcosa di sbagliato lo hai fatto anche tu, che eri sulla cattedra. E quindi, questa lunga menata «del merito e del rigore» del ministro Gelmini non mi ha convinto proprio mai.
Però il punto non è questo, visto che «di merito e di rigore» era solo lei, il ministro, a parlarne, mentre la realtà diceva tutt'altro.
Il punto è che piano piano i nodi vengono al pettine, per fortuna. E io sto aspettando che arrivi al pettine anche il nodo, antipaticissimo e insopportabile, del voto in condotta. Perché il ministro è andato avanti per un paio di anni a scrivere e a dichiarare che il voto in condotta era uno dei cardini di questo sistema del merito e del rigore. Mentre la realtà diceva e palesava tutt'altro: e cioè che il voto in condotta alza tutte le medie degli studenti, e quindi alza i crediti scolastici, e quindi alza i voti degli esami di stato. E quindi, l'effetto del voto in condotta (propaganda a parte) è stato il contrario di quello sbandierato.
Un giorno usciranno anche questi numeri, mi auguro. Un giorno, finalmente, scopriremo che il ministro ha mentito (oppure si è sbagliato, come spesso le accade) ogni volta che ha dichiarato che i bocciati a causa del voto in condotta erano diverse migliaia: quelli erano studenti con pesanti insufficienze in tutte le discipline, non solo in condotta. Il voto in condotta è sempre stato ininfluente, per quanto riguarda le bocciature; e nessuno che ha 7 in matematica ha un comportamento tale da meritare un 5 in condotta e quindi essere bocciato.
Questo, insomma, è il bello della propaganda: che ti fa sembrare vero quello che vero non è; e che poi, quando scopri che non era vero (se lo scopri), è ormai talmente tardi che non ti interessa più sapere se era vero o no. E quindi ha sempre ragione chi ha i mezzi per propagandare i numeri giusti, anche quando sono sbagliati. A meno che il numero non sia 45 milioni; e che corrisponda alla quantità di euro spesi dal ministero per un tunnel che non c'è mai stato. Ma questa, purtroppo per il ministro, è un'altra storia ancora.
ai tempi in cui ero studente di scuola media superiore (anni 80 del secolo scorso, diciamo) il voto in condotta non faceva media, ma avere 7 voleva dire essere rimandato a settembre in tutte le materie (...in pratica esser bocciato, concludeva una mia prof di matematica).
RispondiEliminaI margini per il voto di condotta insufficiente sono stretti, ma con un po' di interpretazione (legittima) non strettissima. Come in tutte le cose, dipende da come le usi. A scuola nostra alcuni consigli di classe (la maggioranza, per la verità, purtroppo) fanno come dici tu, e alla fine non danno mai meno di 7 in condotta. Ma alcuni, per quanto una minoranza, hanno bocciato eccome, con 7 in matematica e 5 in condotta, e hanno ridotto la media considerevolmente di giovani stronzetti che si comportavano male solo perché erano bravi. Detto questo (per il 5), devi avere veramente voglia a) di guardarti la legge; b) di studiarti le possibilità di emendarla a colpi di diritto; c) di richiamare il precedente (che ti sarai ricordato preventivamente di mettere opportunamente agli atti l'anno dopo).
RispondiEliminaCon il 6 (o il 5 nel primo quadrimestre), se uno ne ha voglia, è abbastanza semplice. E, nella mia esperienza, paga.
@'povna
RispondiEliminaI margini sono strettissimi: praticamente è necessario essere un delinquente per avere 5 in condotta. Poi, anche in questo caso, il ministro non divulga i numeri: e finché non vedo i numeri io sto a quello che vedo in giro, nella mia scuola e in quelle di tanti altri colleghi che conosco. Nessun cinque in condatta a gente che abbia voti sufficienti nelle altre discipline; e pochissimi 5 in generale. (E per fortuna, mi permetto di aggiungere).
No, no, ma forse mi ero spiegata male. Non sto dicendo che sono felice di vedere 5 in condotta dati a cazzo, né dicendo che la scuola della Gelmini abbia contribuito a migliorare profitto e disciplina. Dico però che a) no, non ci sono margini minimi (e ti assicuro che a scuola mia non sono figli del terrore, i colleghi). Il nostro collega di diritto ha fatto una memoria interpretativa. Inattaccabile (perché ha molti difetti ma è molto bravo). E si possono dare, eccome se si possono dare! b) che in quei consigli di classe in cui sono stati usati come strumento educativo (e non punitivo), spiegati e attenendosi alla legge sono serviti, e molto (ripeto: sia a fine quadr, ma sopratutto nel primo dove far volare un meritato 5 a gente con media dell'8 ma che non sa i fondamentali della convivenza civile è servito a spiegare loro che essere saputelli non basta, e magari a correggere la rotta, di tutti e loro). Tutto questo per confermare, se pure per paradosso, ciò che tu dici (sull'attuale indirizzo della scuola). Però anche per spezzare una lancia per un uso educativo della condotta che, se ben conosciuto, crea, banalmente, cittadini migliori.
RispondiEliminaAdesso capisco, scusami: avevo intepretato male... ;)
RispondiElimina"ma sopratutto nel primo dove far volare un meritato 5 a gente con media dell'8 ma che non sa i fondamentali della convivenza civile è servito a spiegare loro che essere saputelli non basta, e magari a correggere la rotta, di tutti e loro"
RispondiEliminaConcordo. A prescindere dalle idiozie demagogiche della ministra i richiami sulla condotta sono sempre più necessari; non è facile far capire, innanzitutto ai genitori che la scuola non è un servizio al consumatore che può permettersi qualsiasi cosa, che è sovrano e tratta il prof come un cameriere, che è adolescente e quindi va capito il suo disagio, soprattutto quando brucia il libretto delle valutazioni, aspetta fuori un compagno per menarlo, riga l'auto del prof, scrive insulti sui muri dei bagni, sfotte tutto e tutti senza rispetto dell'autorità, arriva e va via da scuola quando vuole. Poverino, ha il disagio.