Succede che in questi ultimi anni o mesi entrino in negozio vecchi compagni di scuola con la moglie e il passeggino. Hanno facce stanche ma felici, camminano lentamente e spesso, anche d'inverno, hanno un cono gelato in mano. “Come va?”, chiedo dando un’affettuosa pacca sulla spalla, e loro alzano la testa, fanno un versetto strozzato e con la coda dell’occhio mi indicano la creatura che sta dormendo sotto le copertine, al riparo, davanti a loro. Io allora chiedo come si chiama, mi congratulo, sbircio, dico che è bellissimo o bellissima e poi mi impapino un po’, incespico nelle parole e aspetto che dica qualcosa l’amico che sta lì, in libreria con me dopo tanto tempo. Ma cala il silenzio, sempre, per qualche attimo lungo lungo che non finisce mai. Insomma, tiriamo le somme in questo modo: lui un figlio e io la libreria. Quello, come dire, è una sorta di capolinea. “Dai, ci si vede”, ci diciamo. E prima di separarci dico “Spetta un attimo” e vado nel reparto Puericultura, prendo un libro che in questi anni in negozio ho letto a pezzetti e che si intitola La guida del giovane papà, lo incarto e poi vado dalla giovane coppia con figlio con un “Se non vi offendete questo è un regalino da parte mia. Può servire”. Mi dicono grazie non dovevi e alla prossima.
Anche se non sono sposato, anche se non ho figli, anche se non ho la minima idea di cosa voglia dire avere un figlio, questo libro mi diverte. La prima cosa che si incontra è un’introduzione di Alessandro Baricco che secondo me non è bella ma però è bella. Insomma, è l’unica pagina di Baricco che mi ha fatto muovere un muscolo della faccia, come capita quando si guarda un bel film o si legge un bel libro (o il Brescia pareggia all’ottantanovesimo). Eccone un brano:
Il pannolino può essere cambiato per tre ragioni:
a) perché lo dice la mamma;
b) perché lo dice la suocera;
c) perché il bimbo ha cagato.
Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino prevede la presenza della merda. Di solito accade così. La mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po’ e dice, con voce gaia piuttosto cretina: “E qui cosa abbiamo fatto, eh? Sento un certo odorino? Cosa ha fatto l’angioletto?”. Poi la mamma va di là e vomita. A questo punto si riconosce il padre di destra e il padre di sinistra. Il padre di destra dice: “Che schifo!” e chiama la tata. Il padre di sinistra prende il bambino e lo va a cambiare.
Naturalmente la realtà è molto più banale e i padri di destra e i padri di sinistra non sono poi così diversi. Però questo brano mi fa ridere. E quando tempo dopo rivedo l’amico che spinge il passeggino con la faccia molto stanca, me lo dice anche lui: “Mi ha fatto ridere il libro che mi hai regalato. Grazie”. I padri di sinistra, i padri di destra, quelli che chiamano la tata e quelli che no, non la chiamano e la merda e il pannolino e le suocere e le mogli. Che ridere. Molto divertente Baricco.
Allora, dopo avermi ringraziato per il libro, con la coda dell’occhio gli amici mi indicano il bambino, mi salutano con una mano che regge il cono gelato e se ne vanno dalla moglie che sta al supermercato o da Calzedonia, sbirciando con senso di colpa i culi delle commesse (lo capisco dall'inclinazione delle loro teste). E a me non chiedono come si sta. Come si sta a trentadue anni, senza moglie, da soli, con le scarpe sbucciate sul davanti come solo i librai, in un bilocale vicino al lago, in mezzo ai libri e ai dischi. Non mi chiedono mai nulla. E li guardo scivolare pian piano lungo il corridoio del centro commerciale. Una mano che tiene un gelato e una mano che spinge una carrozzina. “Scusi, avete l’ultimo della Bignardi?”. “Certo signora, sono subito da lei”. E si ricomincia.
Scommetto Baricco ha la tata.
RispondiEliminache (è caduto sotto)
RispondiEliminaMagari non ha neppure figli (no, non lo so se ha figli o meno).
RispondiEliminaIl figlio di Baricco non caga. Emette da tergo sostanze visceralmente prodotte da quel processo metabolico che, in fondo, è necessario allo sviluppo della vita.
RispondiEliminaIo l'avevo letto qui: http://bit.ly/p2iTRk
RispondiEliminaE' molto divertente, quando è arrivato a citare Bukowski mi sono piegato :)
vado a cambiare il pannolino di Cecilia.
RispondiEliminaComunista. Almeno dopo cerca di non mangiarla.
RispondiEliminae tu come stai tra libri e dischi in riva al lago?
RispondiEliminaBene, anche se continuo a chiedermi come si starebbe se.
RispondiEliminaBene, anche se continuo a chiedermi come si starebbe se.
RispondiEliminaEmette da tergo sostanze visceralmente prodotte da quel processo metabolico che, in fondo, è necessario allo sviluppo della vita.