Valerio Massacci, La generazione degli anti-eroi: Siamo senza presente, spesso senza lavoro, senza contratti, senza diritti, senza garanzie, siamo quelli che non avranno una casa di proprietà, che non avranno dei figli e una famiglia, speriamo di poter abbandonare la barca un minuto prima che affondi: gli aspiranti migranti senza risparmi, i camerieri laureati di questa società.
Jonkind, Se Atene piange...: L’economia finanziaria globale è una concatenazione di gangli altamente sensibili, che difficilmente resistono alla caduta dell’elemento più prossimo.
Rangle, Il vestito della festa: Chi è anziano e meridionale come me si ricorda di quando ci si preparava per uscire la domenica mattina, si indossava il vestito buono per sfilare eleganti e pettinati per le vie principali del borgo.
La versione di Chamberlain, Amici di penna: Santa Lucia, Babbo Natale, Gesù Bambino, la Befana, sono stati entità immaginarie che nella nostra infanzia hanno rappresentato la speranza di una (accresciuta) felicità, e a cui ci hanno indotti/costretti a credere. Entità a cui aspettavamo di poter scrivere per soddisfare qualunque nostra richiesta.
Andrea Cortellessa, Il culto per Fabrizio De André nell'Italia contemporanea: Quello per De André è un po’ un unicum, perché mentre le passioni sanguinose sono in genere ultraminoritarie, da happy (very) few, la Deandrelatria – nei dodici anni che ci separano dalla sua morte prematura – più che trasversale è stata pervasiva, ubiquitaria. Quasi totalitaria.
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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)