sabato 12 marzo 2011

il fastidio

di lo Scorfano

Oggi sono entrato in prima e ho visto un libro appoggiato su un banco, in bella vista. Non so perché, ma ho avuto la nitida sensazione che fosse appoggiato lì per me, perché io lo vedessi, perché lo commentassi: insomma, perché io dicessi qualcosa su quel libro. Il banco era il banco di Caterina, una delle ragazze più attente e studiose della classe; l’unica che una volta disse che non bisognava essere nepotisti, l’unica che sapeva cos’era il 17 marzo perché a casa sua se n’era parlato, prima che io lo spiegassi a tutti. Il libro, invece, era quello di Roberto Saviano, quello con la copertina gialla, che si intitola Vieni via con me.

Dunque oggi sono entrato in classe e ho visto il libro Vieni via con me di Roberto Saviano appoggiato sul banco di Caterina e ho pensato che lei, Caterina, lo avesse messo lì apposta, in bella vista, perché io dicessi qualcosa, perché io lo notassi, perché io lo facessi notare a tutti. Io invece non ho detto niente: ho compilato il registro e ho cominciato a parlare della riforma costituzionale di Clistene, ad Atene, nel 507 avanti Cristo. E, non so perché, quel libro appoggiato lì su quel banco mi dava fastidio, molto fastidio.     



Poi è finita l’ora, senza che io dicessi niente del libro, e sono uscito e sono andato sulle scale antincendio a fumarmi una sigaretta, di nascosto. Tra me e me canticchiavo la canzone di Paolo Conte, «c’è un accappatoio azzurro, fuori piove, è un mondo freddo…» e intanto cercavo di capire il mio fastidio per quel libro. No, non per quel libro, in realtà: per il gesto di metterlo sul banco in bella vista; per il gesto di Caterina. La quale, credo, ci sarà anche rimasta male per il mio silenzio.

E ho pensato che non posso farmi venire il fastidio per tutto, che devo anche essere un po’ più sereno; che meglio Caterina e il suo Vieni via con me a quattordici anni piuttosto che tutto il repertorio consueto di stupidaggini che circonda normalmente i ragazzini, a scuola e fuori da scuola; meglio Vieni via con me, senz’altro, che i commenti della sua compagna Giulia, che dice che l’unico scopo della sua vita è guadagnare tanti soldi. Meglio Vieni via con me di troppe altre cose che non sto nemmeno a dire perché chiunque, in ogni caso, se le può immaginare; meglio Vieni via con me della riforma di Clistene.

Quindi sono entrato in terza, ho fatto altre due ore di lezione, poi sono tornato a casa, ho pranzato, ho lavorato a una delle diecimila cose che devo assolutamente finire di preparare entro la prossima settimana e poi mi sono alzato a bere un po’ d’acqua e mi è tornato in mente quel libro appoggiato sul banco di Caterina e, non c’è niente da fare, pirla di un pirla che sono, mi è tornato fortissimo e inestinguibile il sentimento del mio fastidio. Non so perché, ma mi è tornato.

E anche adesso che lo scrivo, mi resta il fastidio. E anche se penso che molto meglio Caterina degli altri, e molto meglio la familgia di Caterina che gli altri, e molto meglio Roberto Saviano che un sacco di altri… be’, abbiate pazienza, il fastidio che sento, per quel libro appoggiato in bella vista su quel banco, è davvero troppo forte. E tale resterà, almeno finché qualcuno non mi spiegherà il perché.

17 commenti:

  1. Perché Saviano è diventato un personaggio di cui gli adolescenti si invaghiscono a quell'età, insieme ai calciatori e alle veline.

    Perché percepisci che Saviano comincia a non differire molto dai tronisti e dai grandifratelli.

    Il fastidio viene dal fatto che Saviano e i suoi editori queste cose le sanno, perché non sono certo stupidi, e quindi l'attrito tra immagine da salvatori della patria e azioni da marketing del dissenso produce il tipico stridore.

    Senza contare la sottile forma di snobismo nel far vedere che si leggono i libri "giusti" (a prescindere da quali siano. Probabilmente sarebbe stato lo stesso se avesse esibito l'Etica Nicomachea).

    Ma Saviano è ancora edito da Mondadori? (chiedo, non so)

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  2. (vieni via con me è edito da feltrinelli, nessuno sa chi editerà il prossimo libro di saviano: lui fa di tutto per farsi cacciare, marina berlusconi fa di tutto perché lui se ne vada, entrambi non vogliono dare un punto all'altro e fanno il gioco del cerino)

    il fastidio deriva dal fatto che ti considera prevedibile. ti considera identico a quella massa informe e decerebrata che è diventato il "popolo di sinistra", persone prevedibili, capre pronte a seguire qulsiasi moda lanciata da repubblica o da fazio. E a te che sei una persona seria qs cosa dà fastidio.

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  3. Piccola premessa: a me sembra che tu sia una persona piuttosto ordinata.

    Forse è solo una questione di ordine.
    Quella era la tua ora di lezione: sul banco ci sarebbe dovuto essere il libro di storia consigliato dallo Scorfano, magari gli appunti presi ascoltando le parole dello Scorfano, e non "il Vangelo secondo Saviano", che, detto tra te e me, ha iniziato un po' a scassare la minchia.

    Nemo propheta in patria

    A parte questo, se proprio avesse voluto parlarne, avrebbe potuto farlo con un bell'off-topic, ma senza ostentare il trofeo.

    L'altra spiegazione è più semplice: sei un pigro pirla e quindi non hai voglia di pensare seriamente al motivo per il quale quel libro ti dà così fastidio ancora adesso. :P

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  4. Capisco lo sconforto, ma non l'approvo. Capisco che Saviano non è un Flaiano (dico un nome a caso del pantheon intellettuale) ma comunque, appunto, meglio che niente, meglio di niente, meglio del niente. Non c'è un perché preciso, almeno credo. Sono tutti i fenomeni che creano massa e consenso informe a provocare questo in taluni individui.
    È un difetto, questo, che "statisticamente" impedisce al cosiddetto "popolo di sinistra di diventare massa informe e decerebrata", e di fare di chicchessia un feticcio religioso (come accade purtroppo e frequentemente alla cosiddetta "destra" vedi Mussolini, Berlusconi, Bossi ecc.).
    Sì, Saviano appartiene forse al fenomeno figo della democrazia degli appelli (o della "paletta" per citare la Federica Sgaggio). Ma tu pensa se Saviano diventasse il modello preferito dal 90% dei giovani italiani, pensa questo e dimmi: tra qualche anno l'Italia sarà migliore o peggiore di questa?

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  5. Ciao
    Ti leggo con piacere e ti scrivo per la prima volta.
    Saviano e' diventato un'icona pop, come dicevi nel post su de Andre', e questo spiega il tuo fastidio. Ti fanno lo stesso effetto le magliette di Che Guevara e di Obama?

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  6. I primi tre commenti colgono molto da vicino il punto, mi sa, nelle sue sfaccettature. E poi c'è France che dice quella cosa terribile dell'"icona pop" che purtroppo temo sia vera.
    A lui (o lei) risponde che sì, le magliette del Che mi fanno lo stesso effetto (mentre Obama ancora no, non so perché).

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  7. @Luca
    Hai ragione tu, lo so. Per questo ho cercato di cancellare il mio fastidio, perché so bene che hai ragione tu. Che se il 90% (ma anche meno) degli italiani prendesse a modello Saviano vivremmo comunque in un posto migliore, lo so.
    Infatti ho scritto che è meglio, e infatti per questo non so (non sapevo) spiegarmi il mio fastidio...

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  8. Scorfano, ammesso che Saviano possa darti fastidio (per le ragioni espresse qui da più persone, e che io condivido solo in parte o molto poco), la ragazzina voleva significarti che lei legge, che si impegna e si dà da fare.

    Avresti fatto meglio, secondo me, ad ingoiare il fastidio e scambiare due parole sul libro (magari per criticarlo).

    Caterina si è comportata come quei gatti che ti portano i sorci sul tappetino di casa: per farti un piacere. Poi a te dà fastidio, ma intanto...

    Dice: ma lei deve leggere per sé, mica per far piacere a me. Sì, ma quello è l'obiettivo. Intanto si comincia così...

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  9. Sì, Francesco, io lo so bene che quello che dici è giusto. E infatti mi sono portato a casa questo fastidio (e me lo sono tenuto tutto il pomeriggio) proprio perché sapevo di aver fatto male a non dire niente (avrei detto due parole, "magari per criticarlo", anche se fosse stato il libro di ricette della Parodi, per dire). Capire il fastidio mi serve anche a questo, a capire cosa fare la prossima volta.

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  10. Ecco, forse non considerare la quattordicenne parte di quella "massa informe e decerebrata [...] persone prevedibili, capre pronte a seguire qulsiasi moda lanciata da repubblica o da fazio" è un buon punto di partenza. Magari lo legge per curiosità, o perchè gliene hanno parlato i genitori o qualche amico. Ma in fondo importa poco: legge, legge Saviano e non se ne vergogna davanti alla classe (si, certo, forse per fare bella figura col prof e magari il fastidio è dato da questo). Magari, però, tutto questo è un buon segno. Che poi Saviano sia diventato icona pop e che gli appelli di Repubblica abbiano oltrepassato il limite da molto tempo, bè, su questo penso che siamo d'accordo tutti o quasi.

    e.

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  11. Ti ringrazio.

    Cmq, se ti può consolare, al classico, scuola da sempre femminile, mi sono dovuto sciroppare non Saviano, ma Moccia & Twilight a tonnellate, lanciatimi tra i denti dopo che, pennacchianamente, avevo ribadito il diritto di ognuno a leggere quel che gli pare.

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  12. caro Scorfano, io voglio invece soffermarmi su un altro aspetto. Al di là di Saviano, di Fazio, dei cinici di sinistra e di tutto quello che noi, al di qua di Fioroni e Gentiloni, ci diciamo perché abbiamo un innato problema di ruolo. C'è Caterina, che è una ragazzina di 14 anni, che ti ha lanciato un messaggio, che gli sbarbatelli (io portavo repubblica in classe, erano i primi '80, per fare il figo) lanciano ai prof che stimano, quelli per i quali la scuola ha senso. Forse non si aspettava nemmeno la tua reazione, perché sa che non avresti potuto dire/fare nulla. Lascia quel messaggio lì, prima o poi ci sarà l'occasione perfetta per rispondere.

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  13. Esistono persone che soffrono della sindrome che chiamerei "dell'impossibilità di esser normale". Gente che prova claustrofobia nell'omologazione, seppur espressa nella direzione condivisa. Il tifoso del Milan che è coscienza tra i milanisti, tanto per semplificare. Microsuicidi, forse per eccesso di amore di sè. Se ne liberi, caro Scorfano, che forse la farà smettere anche di fumare...

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  14. @plus1gmt
    Penso di sì, penso che troverò l'occasione. La sto già un po' cercando, in realtà...

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  15. @Alan
    Io non so se è solo come dice lei, gentile Alan. Senz'altro lo è anche, ed è un vizio in cui mi riconosco, quello che lei descrive (a parte il fumo, va da sé).
    Ma c'è anche dell'altro: il fastidio per il gesto, appunto. E forse quello di essere stato riconosciuto, come già ha scritto qualcun altro.

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  16. SIAMO UN PAESE DI NAVIGANTI ALLA DERIVA
    In cerca di un faro che non c’è
    Sballottati come fuscelli nella tempesta
    Mediatica .
    Le voci delle sirene offuscano le menti dei marinai
    Portando la nave senza nocchiere verso gli scogli.
    dovremmo metterci i tappi nelle orecchie
    e andare avanti come i marinai di ulisse
    alla ricerca del nuovo da plasmare.
    solo cosi possiamo sperare che l’odissea abbia fine. A .VITTORIO

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  17. Nel gesto si può anche leggere un atto di puro amore nei suoi confronti, da parte di chi non ha forse il coraggio, o l'ardire, di sorriderle. Non mi priverei dei sorrisi degli altri, per ingenui che siano.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)