venerdì 25 marzo 2011

I libri felici

di Sempre un po' a disagio

Ogni giorno, e non per modo di dire, verso le due entra in libreria una signora sulla cinquantina, bianca bianca in volto, rigida nel portamento, vestita così e così, per comprare quelli che io chiamo, con un brutto eufemismo, libri consolatori. Sono quei libri che insegnano alla gente triste come essere felici, come comportarsi, come rimediare alle gravi cadute della vita, come saper essere uomini o donne di successo e come, diciamola tutta, realizzare ogni benedetto desiderio che abbiamo in testa nel cuore.

Sono libri che vendono tanto (ne avevo già parlato in passato) e per fare un titolo posso citare The Secret di Rhonda Byrne. Se qualcuno sottolinea che trasmissioni come Voyager contribuiscono a crescere cretini, ecco, io dico che libri come questi fanno di peggio. Se ne approfittano della disperazione della gente, anche se poi, nei momenti pacifici e rilassati della mia vita in negozio, mi viene da pensare che la gente i libri così se li merita e che, insomma, peggio per loro. Si arrangino. Però, in tutta sincerità, mi dispiace così tanto che quando arrivano volumi che nel titolo hanno parole come "vita", "leader", "felicità", "segreto", e che si capisce che fanno parte di questo filone spiritualconsolatorio, io mi chiudo un pochino in me stesso, faccio un dramma silenzioso e composto. Vorrei dire qualcosa, dar forma a qualche indignazione, ma non ne sono più capace. Perché mi sono abituato. Perché ormai mi sono adeguato alla direzione del vento. 

Facile e giustissimo ridere, invece, di un libro di Fabrizio Corona. Ci mancherebbe. Quando me lo sono trovato davanti agli occhi ho fatto una smorfietta isterica, poi ho chiamato la mia collega che ha fatto una smorfietta isterica e abbiamo detto due cose sarcastiche e poi, dopo averlo preso ancora un po’ per il culo, lo abbiamo messo su uno scaffale del reparto Libri Gialli. Dov’è tuttora, visto che cinque copie erano e cinque copie sono. Nessuno se l’è filato se non per prenderlo un po’ per il culo, come abbiamo fatto noi commessi, se non per versarci sopra la bella copertina qualche insulto o sputacchio. Quindi mille di questi libri, che il pirla è lui che lo scrive e non noi che lo compriamo, anzi, che non lo compriamo. La cultura e la salute dei lettori italiani non hanno assolutamente bisogno di confrontarsi con un libro di Fabrizio Corona.

Però ogni giorno io mi sento in colpa. Perché questa signora molto triste, bianca in volto e vestita così così, e insieme a lei tante altre persone bianche in volto, cade in una trappola che un pochino ho preparato anch’io. Ogni giorno sto in cassa a sfilargli venti o venticinque euri per pagine che se fossero bianche sarebbe meglio. Tra poco, ecco cosa volevo dirvi, mi tocca levarmi il pigiama per andare in libreria e forse oggi dirò a quella gente, a quella signora molto triste, ciò che mi passa per la testa e cioè che nessuno ti insegna ad essere felice, per il semplice fatto che la felicità va conquistata, prese per i capelli mentre si corre, si corre e la giostra gira e le cose passano veloci, sbiadite, confuse e senza contorni. Anzi, dirò che la felicità non si insegna perché la felicità non esiste. E' tutta un’invenzione delle case editrici. Questo dirò, oggi. Forse.





12 commenti:

  1. Magari hai ragione, magari un libro di pagine bianche è meglio. Perchè non consigliare alla signora triste di comprare un quaderno, invece, e provare a scrivere quello che lei sa della tristezza? Ne deve avere, di cose, da racconatre...

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  2. Non lo faccio per il semplice fatto che non sono sicuro di avere ragione o di pensare la cosa giusta e perchè, ma non dirlo a nessuno, sono pagato per rifilare libri come quelli.

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  3. per un attimo ho temuto che volessi consigliare alla tua cliente il libro di Corona. Non finisce così la storia, vero? Ci sono ancora tutte e cinque le copie? Ti faccio infine notare che alle 13 di oggi, l'ora della pubblicazione del post, eri ancora in pigiama.

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  4. Il pigiama, però, consiste in un paio di pantaloni quasi eleganti e un maglioncino a v. Retaggio di una singolare e angosciante educazione famigliare che non riesco a levarmi di dosso. Sempre sull'attenti, insomma.

    Comunque i libri di Corona ci sono ancora.

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  5. potresti fare una foto ai libri e poi ricattarlo

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  6. Ma no dai, ha già abbastanza problemi questo ragazzo qua.

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  7. Io tifo per te, e voglio sapere cosa vi sarete detti quando alla fine scambierai due parole con quella signora. Il tuo post m sembra molto bello, perché già il fatto di sapere cosa non è felicità, e l'esigenza di farlo sapere, sono pezzi di felicità, non trovi? Insomma, uno spazio un po' più all'altezza di quella felicità che si costruisce anche con brevi parole, o gesti così. E mi sembra che questo sia stato anche il senso del tuo post sul "sorriso di connivenza negato", o mi sbaglio...?

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  8. Hai detto bene. Già sapere cosa non è la felicità è molto anche se poi c'è il rischio che questo diventi, purtroppo, cosa consolatoria.

    E poi la mia stanchezza da libraio e il tempo che stringe e la timidezza e la non voglia di approfondire, finisce che la signora continuerà ad essere una comparsa muta e pagante. Una delle tante. E io per lei, ovviamente.

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  9. La signora bianca bianca, ho capito chi e'. Ho sempre pensato anch'io che fosse proprio bianca bianca, piu' bianca di me, con i capelli tutti grigi e non e' nemmeno vecchia, dai quanti anni avra'? meno di 50 piu' di 45, diaciamo 47. Comunque dall'aspetto e dai libri che compra intuisco che sia malata, forse di quei malori psicosomatici, il male di vivere, depressione. Sai quando Striscia la notizia fa arrestare le Vanna Marchi di provincia per truffa, ecco, dovremmo chiamare striscia per far arrestare i Chopra dell'editoria.

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  10. No, è giovane, lei. Solo che ha la faccia triste come tanti o forse un po' di più. Farei causa a me stesso, invece. Con la speranza di perdere la causa.

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  11. Comunque il libro con le pagine tutte bianche c'è proprio, al momento ha il rank 783 nella classifica di vendita di Amazon. Si intitola "What Every Man Thinks About Apart From Sex".

    http://www.amazon.co.uk/Every-Thinks-About-Apart-Inside/dp/B004JGJP2A

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  12. Avevo letto anch'io la cosa. E'un diario, da quanto ho capito.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)