Leggo su Linkontro.info la notizia secondo cui la Corte costituzionale tedesca obbliga il sistema penitenziario tedesco ad assicurare un regime carcerario dignitoso ai detenuti; in caso contrario il detenuto va provvisoriamente liberato, in attesa che tali condizioni dignitose si possano verificare. E leggo che la parola “dignitoso” prevede almeno 6/7 metri quadrati a disposizione di ogni detenuto, la possibilità di lavarsi più di due volta alla settimana e altre simili e incredibili “comodità”.
Leggo che la politica delle "liste d'attesa" per i detenuti è già in vigore da diversi anni in Norvegia, per esempio: perché le condizioni "dignitose" non siano, appunto, soltanto un'espressione verbale.
Leggo che a Strasburgo esiste un «Comitato europeo per la prevenzione della tortura» (proprio così: tortura) che stabiilisce standard minimi al di sotto dei quali la detenzione in carcere si qualifica appunto come forma di “tortura”. E leggo che il tasso di affollamento delle carceri in Germania è del 90%, mentre in Italia sfiora il 150%, con le ovvie e prevedibili conseguenze.
Leggo infatti, tra molte altre importanti cose, che «i giudici di Strasburgo hanno nel luglio del 2009 condannato l’Italia perché nel caso Sulejmanovic (detenuto di origine bosniaca) aveva costretto un prigioniero a vivere in meno di 3 metri quadri e ciò secondo i giudici europei costituisce una ipotesi di violazione dell’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani del 1950 che proibisce la tortura. Da allora centinaia sono stati i ricorsi presentati alla Corte che da un momento all’altro dovrebbe iniziare a decidere a riguardo.»
Leggo e naturalmente penso alle urgenze giudiziarie su cui si sta misurando la politica italiana in questi giorni; e mi paiono urgenze molto meno urgenti di questa. E rileggo la parola «tortura», alcune volte, perché i miei occhi fanno un po’ fatica a credere a quel che stanno leggendo e cercano un’altra possibile definizione. Che naturalmente non c’è.
e invece si che c'è; la trovi nelle edizioni del 18 marzo su Liberation e su l'Unità: - chissà se è una coincidenza, un caso o una necessità il fatto che i due quotidiani abbiano trattato lo stesso argomento lo stesso giorno. altra questione sono le definizioni
RispondiEliminaDall'inizio dell'anno sono morte in carcere in Italia 31 persone. Persone di cui non sappiamo nulla, persone che anche fuori probabilmente vivevano ai margini.
RispondiEliminaL'ultimo oggi, a Pescara: http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Abruzzo/Detenuto-si-impicca-nel-carcere-di-Pescara-salgono-a-33-i-morti-dallinizio-dellanno_311807374522.html
RispondiEliminaHo fatto il militare in marina, sulla vecchia Nave Audace. Avevo meno di 6/7 metri di spazio a disposizione. E io avevo un giro di bitta sulla manica. I sottufficiali ancora meno.
RispondiEliminaFa piacere sapere che chi serve lo stato viene trattato peggio di un criminale..... fa capire per quale motivo chi chiama la polizia merita di vederla arrivare dopo 4 ore.
Uriel
Tendo a pensare (e scusami se banalizzo un po') che 6/7 metri quadrati per un ufficiale di Marina siano di per sé uno scandalo e quindi non possano essere assunti a pietra di paragone.
RispondiElimina