Ogni anno, quando ho una terza, insisto fin dalle prime settimane con Brunetto Latini: per la letteratura francese in Italia, per esempio; perché fu maestro di Dante, naturalmente; e poi sempre, usando ogni appiglio, ogni dettaglio che mi permetta di nominare Brunetto Latini. E quando poi comincio a interrogare su Dante, sempre chiedo: «Ed ebbe come maestro?» E loro: «Brunetto Latini».
Ecco, mi serve questo Brunetto Latini. Mi serve perché so come va a finire la storia e so che un giorno di primavera si arriva qui, a questo canto, il XV dell’Inferno, e al girone dei sodomiti, peccatori contro natura, al viaggiatore Dante che viene tirato per un lembo del vestito da un uomo bruciato che lo riconosce; e il viaggiatore Dante non riesce subito a capire chi sia, lo fissa in quel volto bruciato dalle fiamme infernali, poi quasi di colpo allunga il palmo della mano verso quel volto consumato e improvvisamente, con un gesto che è così efficace e normale, gli dice: «Siete voi qui, ser Brunetto?»
E io, quando 'l suo braccio a me distese,
ficcaï li occhi per lo cotto aspetto,
sì che 'l viso abbrusciato non difese
la conoscenza süa al mio 'ntelletto;
e chinando la mano a la sua faccia,
rispuosi: «Siete voi qui, ser Brunetto?».
Ed è la sorpresa. Non solo di Dante, a questo punto; la sorpresa è soprattutto dei miei studenti che mi guardano con occhi larghi per quelche secondo, finché uno fa la domanda allarmata che aspettavo da qualche mese e per cui tante volte, pure un po’ a sproposito, ho nominato Brunetto Latini: «Ma, quindi… insomma... Brunetto Latini, il maestro di Dante, era un omosessuale?».
E io comincio a spiegare. Sì, lo era, evidentemente.
Anche se questa è l’unica fonte che ce lo dice, non abbiamo altre testimonianze in proposito; ma sembra strano che Dante si inventi una cosa del genere, no? Attenzione, però! (insisto) Notate che mentre il Dante che scrive la Commedia lo mette all’Inferno, tra i sodomiti, il Dante viaggiatore che è protagonista dell’opera si sorprende: come se lui non lo sapesse. È strano, no? E poi, leggendo tutto il canto: e notate come il tono del dialogo sia affettuoso, come ci siano pochissimi accenni al peccato di Brunetto, come Dante sia sempre reverente nei suoi confronti, tanto che direi che non c’è nessun peccatore infernale che sia trattato con la deferenza con cui è trattato Brunetto Latini. E nemmeno uno a cui sia dedicato tanto spazio quanto a lui. E, infine ma all’inizio, notate come Dante lo chiami sempre «maestro» e gli dia sempre del “voi”: non succede con nessun altro.
Loro mi ascoltano. Poi arrivano le domande e c’è sempre, ovviamente, quella domanda: «Ma è possibile che Dante, da ragazzo, abbia subito qualche avance da Brunetto Latini…?» È una domanda preoccupata. Io spiego che no, che la sorpresa del personaggio Dante sta proprio a indicare che non è andata così. E poi interviene Matteo e, con lo sguardo di chi sta facendo una battuta arguta, puntualizza: «Comunque Dante doveva stare attento quando andava a lezione da Brunetto, molto attento…» Gli altri ridono, Matteo si guarda in giro soddisfatto. Io dico: «Be’, è un’osservazione un po’ superficiale, no? Sarebbe come dire che siccome io sono un maschio, le tue dodici compagne di scuola devono stare attente a me, quando facciamo lezione.» Tutti smettono di ridere e Matteo, un po’ perplesso, mi dice: «Ha ragione, prof. Ho detto una cretinata». E quindi sorrido io, che è il momento giusto.
E poi… E poi, incredibilmente, quasi niente. Cominciamo a parlare del “voi”, qualcuno osserva che al Sud si usa ancora molto, qualcun altro chiede spiritosamente se possono darmi del “voi” anche loro, io dico che va bene, e intento provo a spiegare meglio che posso l’importanza della dicotomia Dante autore / Dante personaggio (di cui questo canto XV è un esempio clamoroso) e sulla questione della sodomia non succede più niente. Brunetto Latini era omosessuale, ora lo sappiamo. Ma le domande cominciano a riguardare altri argomenti, altri versi, altre notazioni che bisogna fare.
E io non lo so, magari mi sbaglio, ma fino a qualche anno fa era diverso: fino a qualche anno fa la questione dell’omosessualità occupava l’intera ora di lezione, diventava una piccola ossessione, e le battute sulla giovinezza di Dante si sprecavano, non si limitavano a una sola. Negli ultimi anni, invece, sempre meno; e quest’anno soltanto questo poco che vi ho raccontato. Come dire: «Ah davvero? Brunetto Latini era omosessuale… Lei però, facendo lezione, non ce lo aveva mai detto… Vabbè, ma a parte questo, perché Dante gli dà del “voi”?»
A me sembra un buon segno, onestamente. A me, che quando facevo il liceo, mi avevano detto «sodomia» e io ero dovuto andare sul vocabolario a cercare il significato della parola, perché non avevo mica capito che un sodomita era un omosessuale e la mia prof si era ben guardata dal pronunciare a lezione quella parola. Oggi la pronunciamo e i ragazzi non se interessano più di tanto, ogni anno se ne interessano un po’ meno. E a me sembra un bene, un grande bene. Tanto che, se dovesse continuare così, nei prossimi anni di scuola, quando avrò la terza, smetterò di insistere così tanto su Brunetto Latini, fin dai primi mesi. Che forse, piano piano, non sarà più necessario.
Che magia e tenerezza, però, in quella domanda sorpresa "siete voi qui?" e nel vedere gli occhi dei ragazzi sorpresi un po' come Dante stesso....
RispondiEliminabellissima questa idea di insistere già prima sulla figura del maestro: se avrò mai occasione, te la copierò!
Io mi ricordo come fosse ieri al primo anno di università il mio professore di Lett.italiana leggerci questo pezzo, soffermandosi proprio sulla pausa appena prima della domanda e...ogni volta mi vengono i brividi!
Eh già, proprio così, cara Tinni. Io spero sempre di riuscire a farne a passare un po', di quella magia e tenerezza...
RispondiEliminapoi c'è sempre la Divina Commedia di Topolino, per Romano Scarpa.
RispondiElimina@mau
RispondiEliminaDecido che non voglio nemmeno sapere di cosa stai parlando. ;)
e fai bene, perché ho clamorosamente toppato: è L'Inferno di Topolino, sceneggiato da Guido Martina e disegnato da Angelo Bioletto. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Inferno_di_Topolino
RispondiEliminaAh be', non sai quanto mi consola questa precisazione... ;)
RispondiElimina@.mau. e scorfano - una delle mie letture preferite, nel luogo comodo.
RispondiEliminaInsomma, non posso proprio lasciarmela sfuggire...? Vabbe', mi informo e vi farò sapere.
RispondiEliminahttp://www.disney.it/publishing/topolinomagazine/topostory/#/anni/1949/leggilastoria/1949_storia.jsp
RispondiEliminaCito le terzine:
Ed io, quando mi sciolsi dal capestro
ficcai gli occhi nel viso a quel cotale
e dissi: "Siete voi qui, sor maestro?"
Ed egli a me: "Se vuoi saper per quale
colpa patisco queste ardenti pene,
dirò che in vita razzolavo male...
...quantunque agli altri predicassi bene!
E insieme a me punito è in questo loco
chiunque all'onestade contravviene!
mentre nei fumetti Topolino dice
«Ma ditemi... perché siete finito all'inferno, voi che eravate così buono?!»
e il suo vecchio maestro (non c'è nome e cognome, ma è chiaramente lui):
«Vedi? Io incitavo gli altri a far bene, ma personalmente mi comportavo male: così ora le fiamme mi incitano a correre.»
Scusate, leggo sempre ma non scrivo mai. Devo correre a difesa de L'Inferno di Topolino, che per me è sempre stato un fumetto bellissimo. Se non ricordo male la narrazione (ma non i dialoghi) è tutta in terzine dantesche!
RispondiEliminaLolo
Insomma, capisco ora che la mia infanzia triste mi ha privato di un gioiello del fumetto. D'accordo, mi avete convinto tutti, proverò a rimediare. ;)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSì, è un buon segno. Ma ti chiedo: secondo te a tale cambiamento di paradigma "pregiudiziale" nei confronti della omosessualità, quanto hanno contribuito i media (e il mondo dello spettacolo, coi vari outing de' personaggi famosi)? Ovvero: sono più i "maestri" o i "modelli" (quali che siano) a determinare il cambiamento di mentalità delle nuove generazioni?
RispondiEliminaP.S.
Spero che le mie figliole trovino un prof. come te alle superiori.
@Luca
RispondiEliminaGrazie per il complimento finale, pure eccessivo.
Quanto al resto, io credo che si tratti di entrambi: sia maestri sia modelli. Alcuni meno nobili di altri, sono d'accordo con te, ma il risultato è però un buon risultato.
L'Inferno di Topolino è fantastico :-)
RispondiEliminaMia mamma sarà contenta (lei sapeva tutta la Commedia a memoria, ma può anche citare molti topolini della sua infanzia e questo era uno dei suoi preferiti).
1. non si tratta di un cambiamento di paradigma nei confronti di tutto ciò che hanno intorno?
RispondiElimina2. è ancora in auge il Sapegno?
3. una curiosità: che materia insegnava il o la prof che, al liceo, ti aveva parlato di sodomia?
con la 1 intendo minor senso della realtà in generale
RispondiElimina@Plus1gmt
RispondiEliminarispondo con ordine:
1. secondo me si tratta di minore morbosità e maggiore confidenza con il tema: insisto (anche per mestiere) a consideralo un fatto positivo
2.No, per fortuna, no. Oggi ci sono alcune altre edizioni ben più efficaci (ma non si possono più adottare le singole edizioni, solo consigliare: infatti ogni ragazzo ha la sua edizione, diversa dalle altre).
3. Insegnava italiano, naturalmente; non parlò di sodomia ma di "sodomiti"; e io non avevo ben capito cosa fossero.
Evviva! Una nuova notarella dantesca!
RispondiEliminaDammi qualche secondo, così spengo l'entusiasmo.
Ho un ricordo piuttosto vivo della lezione nella quale la professoressa ci spiegò il XV canto.
Non ricordo, tuttavia, incredibili dibattiti circa l'omosessualità del Latini. Noi della "H" eravamo già un passo avanti, evidentemente. :P
Ricordo, piuttosto, l’importanza della dicotomia Dante autore / Dante personaggio (di cui questo canto XV è un esempio clamoroso). E la ricordo bene.
Ci sono molte somiglianze tra te e quella che, un tempo, fu la mia insegnante di italiano.
Articolo strepitoso, professo', va detto. ;)
Grazie assai, nomade.
RispondiEliminaTu sei sempre generosamente prodigo di complimenti quando si tratta di letteratura. Mi sa che è una vocazione mancata o tardiva, la tua.
Avrei voluto essere una tua alunna, sono invidiosa!
RispondiEliminaTroppo buona, cara Ste, ma non esagerare... Guarda che io interrogo anche! ;)
RispondiEliminaGrazie per il ritorno tanto atteso di Dante.
RispondiEliminailcomiziante.chesegueeapprezzaanchesenoncommenta
Questo è un mezzo ritorno. Un po' di Dante un po' di vita scolastica. Così, per non essere proprio noiosissimo...
RispondiEliminaSecondo me è la prova che voi insegnanti comunisti fate diventare i figli ricchioni con la vostra cultura da salotto radical-chic.
RispondiEliminaTempo tre anni e vorranno diventare tutti omminisessuali come questo signor Latini, contro cui non ho niente di personale, ma le sue cose dovrebbe farle a casa sua e non diventare un modello per i giovani.
Infatti, il giovane Dante si è poi trovato nella selva oscura, per colpa di quel signor Latini. Che voleva adottare anche dei bambini. Essstracomunitari.
RispondiEliminaqui si può scaricare liberamente l'inferno di topolino (basta cliccare "downoad now" e attendere il countdown) http://www.4shared.com/document/FUNQaEkF/Fumetti_Walt_Disney_-_Linferno.htm
RispondiEliminaun piccolo capolavoro del fumetto italiano ;)