Al signore che me l’ha chiesto, indico dove sta il secondo libro della trilogia di Larsson. Lui lo prende lanciando un "Grazie, molto gentile" e io torno a sistemare i libri fuori posto, a togliere adesivi promozionali perché da domani la promozione finisce, a servire le signore che mi chiedono dove si trovano libri per signore, a fare cassa, a prendere banconote, a dare resti e alla prossima, grazie e arrivederci. Il signore, quello di Larsson, dopo una quindicina di minuti arriva in cassa con una pila di libri, che appoggia sul bancone.
Però si accorge di un adesivo attaccato da qualche parte e viene così informato che lì, in quella libreria dove io passo ogni santo giorno, facciamo ai clienti che lo desiderano la MONDADORI CARD e allora in lui scatta qualcosa, fa collegamenti, unisce puntini mentali, mette in moto idee e ideologie e chiede: “Ma voi siete una libreria Mondadori?”. “Diciamo di sì”, risponde la mia collega. La sua reazione, senza esitazione, tentennamento e riflessione è quello di andarsene. Uscire dalla libreria. Abbandonare libri e commessi. Inutile dirvi come siamo rimasti noi due librai, alle otto circa di sera, dentro un centro commerciale zeppo di gente a spasso, e con la voglia di andarcene a casa per una pizza surgelata Esselunga e una carezza. Lo potete immaginare da voi.
Quando l’ho visto uscire dal negozio ho pensato a questa cosa: “Il signore ha boicottato. Non ha voluto arricchire la Mondadori e il suo proprietario. Non ha voluto riempire la pancia di un nemico politico”. Certo, può anche darsi invece che una ex fidanzata in passato l’avesse tradito con un commesso libraio di un’altra Mondadori. Boh, può darsi. Ma io voglio pensare al boicottaggio, perché fa più figo, dà spessore a una giornata fiacca e sbiadita, restituisce aneddoto. E ho anche pensato che se avessi visto una scena come quella in un film di Moretti avrei riso e alzato le braccia verso il soffitto, tifando per il cliente antiberlusconiano e deridendo i commessi servi. Fossi un giornalista che scrive sull’Unità che viene a sapere di questa cosa, scriverei subito un articoletto ironico, anzi no, un articolo serio come li scrive Francesco Piccolo, neutro e freddo, ma infilandoci quelle paroline che sono strizzatine d’occhio ai miei lettori, abbracci affettuosi e pacche sulle spalle che ci fanno così intelligenti, superiori e complici.
Invece no, è la realtà. Questo colpo di teatro è capitato in una libreria, a me e alla mia collega. Niente Nanni Moretti e niente Unità. Peccato. E rimane la triste conclusione e cioè che con molta probabilità in ogni gesto rivoluzionario, piccolo come questo o grande come lo sono le rivoluzioni vere e rumorose, c’è sempre una fetta di gente che nulla c’entra (o che addirittura sta dalla parte del rivoluzionario) alla quale le si guasta la giornata, le si rompe un po’ le palle. Mi immagino Che Guevara a quanta gente avrà rotto un po’ le palle con il rumore della sua motocicletta e chissà quante altre rotture per colpa di un gesto rivoluzionario, per una presa di posizione necessaria e intelligente. Lin Biao, Oliver Bond, Gandhi, Malcom X, Garibaldi, Gesù e mettete voi chi volete, chissà a quanta gente pacifica avranno rotto un po’ le palle per un’indipendenza, un riconoscimento, un pezzo di terra libera da occupazione, per una lecita fetta di torta e per un boicottaggio ai danni di un avversario politico. E di due commessi dentro una libreria, alle otto circa di sera, stanchi, affamati e poco, anzi, per niente, rivoluzionari.
Boicottaggio, sara' efficace?.
RispondiEliminaIntanto anche Saviano, con il suo ultimo libro, ha "boicottato" la Mondadori preferendo la Feltrinelli. Sara' efficace?.
O non sarà che la Mondadori ha boicottato Saviano?
RispondiEliminaSe la mucca fa mu..., perche' il merlo non fa me...
RispondiEliminacredo che il 95% dei libri che leggiamo tutti sia dell'immenso gruppo Mondadori. Negli anni Novanta, quando non c'era l'adsl e Megavideo neanche a parlarne, mi chiedevo se era giusto guardare X-Files e Millennium che venivano trasmessi su Italia 1. Oggi mi chiedo se è giusto comprare i libri di Cormac McCarthy che sono Einaudi. La risposta è semplice: se è l'unico modo che ho per leggere questo autore, io lo compro anche da Gheddafi.
RispondiEliminamanfredi
Perchè questo tuo commento mi piace così tanto? (e non è la prima volta).
RispondiEliminaperché le grandi menti si intendono al volo ;-)
RispondiEliminaManfredi
Perchè non chiamarla Berludori o Mediadori....tanto è lo stesso e i pirla siamo noi che la foraggiamo.
RispondiEliminaLa cosa bella è che poi si chiedono "come mai i lavoratori votano Lega e non la sinistra?"
RispondiEliminaSpecifico una cosa, così tanto per conoscerci meglio: la libreria per la quale lavoro non è una libreria Mondadori ma una libreria organizzata secondo un franchising Mondadori. Il cliente si è fatto ingannare dall'assenza di nomi giganteschi e dall'ambiente casereccio della libreria (e noi lo siamo caserecci).
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