giovedì 31 marzo 2011

futuri anteriori

di lo Scorfano


Durante il collegio docenti di qualche giorno fa, il dirigente scolastico ci ha informati di una novità che mi ha destato dal mio consueto torpore e mi ha fatto improvvisamente sbarrare gli occhi e raddrizzare la schiena sulla sedia scomoda: pare che già dal 2013 cambierà tutto, e che noi (la scuola pubblica di stato) saremo tutti informatizzati e digitalizzati, lavoreremo sul web e la tecnologia entrerà nelle nostre vite professionali e le rivoluzionerà per sempre.

In effetti, io avevo già letto qui di questa rivoluzione scolastica (con link alla relativa nota ministeriale); ma non immaginavo che il tutto sarebbe arrivato così presto. E invece il dirigente diceva che già tra due anni gli studenti della mia scuola (che però non sarà più la mia, credo: ci sono anche i tagli all’orario e al personale docente, non solo la tecnologia) saranno tutti dotati di badge personale che registrerà il loro ingresso entro le mura scolastiche (e con loro anche gli insegnanti, ovviamente): se ritarderanno partirà in automatico un sms (o una mail) che avvertirà le loro famiglie del fatto che non si sono presentati, o che sono entrati alle ore 08.54 oppure che sono usciti alle ore 11.23.

A quel punto saranno i genitori a dover sapere perché e quante volte sono stati assenti; e, ho pensato io, non ci sarà più bisogno di alcuna lettera cartacea da inviare mensilmente a casa né di alcun libretto delle giustificazioni da controllare e firmare tutte le mattine (e da cercare e poi «l’ho perso, prof», «l’ho dimenticato a casa, prof», «qualcuno me lo ha nascosto, prof», e «tiratelo fuori alla svelta!», e «non è vero, prof: è lui che l’ha nascosto apposta per non far sapere ai suoi quante assenze ha già fatto!» e «su, ragazzi, che c’è anche una lezione oggi!» e «no davvero, prof, non lo trovo proprio più…» e via così).

Ma non è tutto, ha aggiunto il dirigente: anche i voti si trasformeranno per sempre.            
            Tra qualche anno io, il prof, li annoterò direttamente su un sito protetto, a cui ogni singolo studente e ogni singola famiglia potrà quotidianamente accedere per avere un’idea del suo proprio andamento scolastico. Il che, ho pensato io, significherà anche l’eliminazione del registro, finalmente, finalmente; e magari mi eviterà anche alcuni colloqui con i genitori: perché non sono pochi quelli che, in realtà, vengono da me solo per conoscere i voti dei ragazzi e non hanno voglia di sentirsi dire nient’altro («non sono mica venuto dallo psicologo», mi disse un papà qualche anno fa; «avrebbe dovuto», avrei avuto voglia di rispondergli io; ma gli sorrisi).

Io, ve lo confesso, qualche giorno fa al collegio docenti ascoltavo il dirigente prevedere questo futuro digitalizzato e tecnologico e ne ero letteralmente entusiasta. E lì, seduto sulla mia sedia scomoda e stretta, con gli occhi sbarrati e le gambe rattrappite ma scattanti, stavo già aspettando con ansia visibile che arrivasse il benedetto 2013, maya permettendo. E, ve lo confesso, avevo quasi voglia di applaudire.

Alcuni miei colleghi, invece, hanno cominciato ad esprimere le loro perplessità sul fatto che i ragazzi verranno trattati come «dipendenti»; e ho capito che a loro la parola «badge» non piaceva proprio (perché sarebbe toccato anche a noi, ho vilmente pensato). Ma io, tutto sommato, continuavo a credere che i vantaggi sarebbero stati assai di più degli svantaggi: e che l’eliminazione della carta è un vantaggio che surclassa qualsiasi altro svantaggio, e che quindi non vedevo l’ora.

Poi, il dirigente, forse un po’ preoccupato dalle reazioni di quei miei tali colleghi, ha voluto rassicurare tutti, me compreso: e ha detto: «Ma non preoccupatevi così tanto, colleghi! Non diventerà mica una catena di montaggio! Naturalmente continueremo ad avere i nostri registri personali e i ragazzi il loro libretto delle assenze e le loro comunicazioni a casa firmate e controllate da noi… Soltanto che a questi strumenti affiancheremo anche quelli tecnologici, per essere più efficienti».

E mentre tutti tiravano un mezzo sospiro di sollievo, io mi stavo di nuovo accasciando sulla mia sedia scomoda, le mie palpebre si appesantivano si richiudevano a metà, il mio ginocchio ricominciava a farmi male, il mio registro personale tutto stropicciato ricominciava a guaire lamentoso da dentro la borsa chiusa.

12 commenti:

  1. (manca il link) in Università questa cosa della prenotazione e della registrazione per via telematica si fa già in parecchi posti, il registro è sparito ma il docente continua comunque a firmare un libretto. Il problema è che alcuni di questi docenti fanno fatica a riconvertirsi alle nuove procedure e delegano le operazioni sul web agli schiavi di turno (malgrado l'accesso alla firma digitale sia una cosa assolutamente personale e non cedibile a nessuno)

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  2. Ahimè, come ti capisco.....il problema è che capisce veramente solo chi nella scuola ci vive ogni giorno!P.S. Se credono alle promesse di Berlu, vuoi che non credano a quelle di Mary Star?

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  3. @peppe
    Grazie, ho aggiunto i due link che mi ero proposto di mettere e avevo poi dimenticato.
    Le resistenze dei colleghi sono fortissime;e non solo di quelli meno giovani, tra l'altro.

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  4. @rossorosso
    La cosa abbastanza ridicola è che la Gelmini non fa nemmeno promesse: enuncia dati di fatto che tali non sono. Insomma, li coniuga direttamente al presente.

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  5. io continuo a pensare che la maggior parte dei docenti non sia così. anche se il mio ottimismo di un tempo sta vacillando.

    una bella cartina di tornasole sarà vedere quanti aderiranno al boicottaggio delle prove invalsi sulle note dell'intramontabile hit "nessuno mi può giudicareeeeeeeee..."

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  6. @Marco
    Sono una minoranza, continua a essere ottimista.
    Però, le prove Invalsi non hanno nulla a che vedere con questo discorso. E rispondono a ben altra esigenza che a quella dell'ingresso delle nuove tecnologie nella scuola (da me, come si è capito, molto auspicata). E non possono essere una cartina di tornasole di resistenze del tutto differenti. E il discorso è molto più complicato del "nessuno mi può giudicare", ovviamente.

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  7. Io sono molto pessimista sul conservatorismo istintivo dei docenti.

    Io sono rimasto scioccato sia dal documento del Mamiani sulle prove Invalsi sia dall'opposizione pregiudiziale alla semplice sperimentazione degli aumenti ai prof. giudicati migliori (senza penalità di sorta per i peggiori).

    Anche tra i miei colleghi, non ho trovato nessuno che avesse voglia anche solo di incuriosirsi per quei test...

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  8. Io il badge l'ho quasi sempre avuto, e quasi sempre ho fatto gli scrutini cosiddetti elettronici, e i colleghi dopo la prima volta sono sempre entusiasti. Abbi fede :-)

    Sulle prove Invalsi invece ho delle perplessità. Rafforzate dal fatto che vedo già il mercato che avanza. Vogliamo parlare del traffico di libercoli per prepararsi alle famigerate prove, che serve solo a far pagare roba che in rete è già disponibile gratuitamente? E questo è solo un aspetto, molto marginale.
    Prof, perché non ci fa su un bel post?

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  9. @LGO
    Un post sulla valutazione degli insegnanti lo scriverò nei prossimi giorni, con un po' di calma.
    Sui test Invalsi, che sono un'altra cosa (e cioè solo un poassibile mezzo per giungere a quel fine) me la prendo comoda e aspetto di vedere quelli ufficiali, per le seconde superiori. Me li studierò e poi vedrò se avrò qualcosa da dire. Con calma, che la fretta è nemica.
    (Ah dimenticavo: anch'io faccio da sempre gli scrutini elettronici; ma la rivoluzione che ci attende è maggiore.)

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  10. (Sì, lo so. Ma sono un primo passettino, che serve anche a convincere i riottosi)

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  11. Non sono d'accordo che siano due cose diverse. Sono due opposizioni che hanno una parte di matrice in comune: la paura per il nuovo da un lato e la convinzione che l'insegnante sia un soggetto avulso dal contesto in cui opera. Due sentimenti legittimi, ma oggettivamente definibili conservatori.

    Poi si aggiungono altri elementi: per le tecnologie l'ignoranza e per invalsi il pregiudizio ideologico misto alla voglia (comprensibile) di andare allo scontro con un ministro immondo.

    Tutto quanto detto sopra prescinde dal merito del giudizio sulle prove invalsi.

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  12. Sono due opposizioni che hanno una parte di matrice in comune è affermazione condivisibile.
    Lo scontro con il ministro è comprensibile )lo cerdco anch'io, detto francamente, perché il ministro (non da solo, in realtà) sta facendo di tutto perché i suoi dipendenti si sentano da lei maltrattati e umiliati in molte delle forme possibili. E credo non se ne accorga nemmeno bene.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)