martedì 15 marzo 2011

Campagne elettorali

di Sempre un po' a disagio

Qualche sera fa un vecchio amico è venuto in libreria per dirmi che ha organizzato una rimpatriata (ha detto proprio così) con vecchi conoscenti e compagni di battaglia e che, insomma, mancavo solo io. “Una cena”, mi dice, “niente di più”. Quando mi dice che il tutto si sarebbe svolto alla Casa del Popolo di un quartiere di Brescia che conosco bene, io sono contento. Contento perché mi è facile dopo il lavoro raggiungere quel posto, contento perché una cena dove c’è una sede del Pd non costerà poi così tanto e contento perché, se volete accogliere una confidenza, là, alla Casa del Popolo, ci lavora una ragazza che ho conosciuto qualche mese fa e che non ho più rivisto. Che poi è senegalese, questa ragazza. Che poi, a dirla tutta, è alta e bellissima.

“Bene, ci vengo alla rimpatriata”, rispondo all’amico prima di un abbraccio caloroso e un arrivederci, “che magari si rivedono i vecchi amici” (e la ragazza, soprattutto). Passati due giorni vado alla Casa del Popolo. Parcheggio la macchina, scendo, con occhi nostalgici guardo un poco il quartiere che mi ha ospitato per parecchi anni, attraverso la strada, do una rabberciata al cappotto stropicciato e una volta fatte le scale d’ingresso mi blocco davanti alla porta della sede del Pd, la sede dove una volta ho votato per delle primarie che non ricordo più, dove una volta ho ascoltato un tale illustrare la situazione del sottoproletariato nei Balcani arrivando alla conclusione che il sottoproletariato nei Balcani non esiste e dove un volta un tizio elegante aveva raccolto me e altri cinque disperati per leggerci in faccia le poesie di Izet Sarajlic.

Mi blocco per un motivo stupido e cioè per un adesivo che mi fa capire che lì dentro si possono vedere partite con Mediaset Premium. “Ma come”, mi dico io, “ma noi non dovremmo boicottare Mediaset Premium?”. Però ho impiegato due secondi a riprendere in mano la mia vita e ho pensato che forse era stupido, quello che avevo detto a me stesso, che era superficiale, gretto e banale. Che noi, che stiamo un po’ a sinistra, o almeno credo, dovremmo andare oltre queste cose della televisione, dei monopoli e del nemico che ha tutto lui. Però, insomma, Mediaset Premium, cacchio, potremmo evitarlo alla Casa del Popolo.

Quando sono entrato Mediaset Premium proprio in quel momento si stava collegando con il campo Rigamonti di Brescia per la difficile partita Brescia-Inter e i vecchi amici erano lì, davanti al televisore, a criticare la formazione di casa, a dirsi che era meglio aggiungere un attaccante e a fare bilanci e filosofia calcistica. Allora io mi sono fatto vedere, e dopo qualche pacca sulla spalla siamo andati verso il bancone del bar e abbiamo ordinato da bere a una ragazza scura scura. Che non era quella che cercavo io, però. Dopo un paio di domande al gestore del bar, chiedo che fine abbia fatto la ragazza che stava lì una volta, e lui mi risponde che “si è licenziata, che non lavorava bene e che comunque per la questione dell’integrazione abbiamo trovato un’altra ragazza di colore da assumere”. Io, un po' triste per quell'assenza, ho nascosto la faccia dentro il bicchiere di birra.

Però la cosa non mi ha rovinato la serata, credetemi. Abbiamo mangiato guardando la partita, abbiamo detto le parolacce quando l’attaccante del Brescia ha fallito un rigore al novantesimo, ho conosciuto due persone in gamba che mi hanno riempito la serata, con qualcuno ho tirato le somme di una vita e la serata, come si suol dire, è stata una bella serata tra amici. La Casa del Popolo ci ha presentato un conto un po’ salato, ma siamo stati bene. Lei, la ragazza senegalese, non c’era ma la serata è stata piacevole. Alcuni manifesti attaccati alla parete lanciavano slogan sullo strapotere di Berlusconi mentre in sala Mediaset Premium intratteneva tutti quanti, però, diciamo, ci siamo divertiti. Alla fine abbiamo pagato il conto, abbiamo ringraziato il gestore e la sua nuova timida aiutante di colore e poi tutti quanti ci siamo detti alla prossima, a presto, ma per davvero, non come le altre volte che poi non ci si vede più.
                                                       
Ieri sono venuti a far visita al centro di accoglienza di Lampedusa Borghezio e Marine Le Pen. Lui leghista e lei leader del Front Nazional, partito francese di destra. Qualcuno ha trovato così sconveniente la cosa che si è presentato in strada con striscioni antirazzisti. Uno di questi diceva: “Il mondo è a colori, fatevene una ragione”. Lei, Marine Le Pen, ha avuto invece il tempo di dichiarare: "Invece di accoglierli a Lampedusa l’Italia dovrebbe inviare le navi con acqua e alimenti e assistere i migranti in mare, evitando che sbarchino nell’isola". E io l’ho trovata una brutta dichiarazione, quella; l’ho trovata razzista e non necessaria e non ho dato torto a chi ha detto che la sua è già campagna elettorale per le future elezioni francesi. Già, campagna elettorale, e a quel "campagna elettorale" , come un chiodo conficcato nella pianta del piede, ho ripensato al Mediaset Premium dentro una Casa del Popolo, al rigore sbagliato e a quanto ci ha uniti anche quel rigore sbagliato e il fatto di essere sconfitti tutti insieme e ho ripensato al gestore del bar quando diceva “per la questione dell’integrazione abbiamo trovato un’altra ragazza di colore da assumere”.

Già, la campagna elettorale.


5 commenti:

  1. chissà dove sarà ora la ragazza senegalese.

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  2. Morale del post: hai un debole per le bariste...

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  3. In effetti per una bella donna magari anche io riuscirei ad entrare in una sede politica a guardare calcio (ma deve essere taaaaaaanto bella e non farsi licenziare).

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)