mercoledì 2 maggio 2012

nel giorno della nostra festa

di lo Scorfano


Ieri era il primo maggio, festa dei lavoratori, e noi due siamo rimasti tutto il giorno in casa. Tu hai sistemato un po' di faccende del tuo lavoro e hai anche un po' studiato, io ho corretto qualche verifica di letteratura dei ragazzi di quarta, ma nel complesso non abbiamo fatto molto: ci siamo alzati che erano già le 9, abbiamo fatto colazione insieme, con calma, abbiamo parlato di argomenti lievi e scherzato su piccole cose quotidiane e sugli amici che avevamo incontrato la sera prima. Era la festa dei lavoratori e noi due, anche se un po' a modo nostro (perché tu sei la più precaria delle precarie e io faccio l'insegnante e un migliaio di altre cose vane), siamo lavoratori e abbiamo festeggiato così, stando insieme un po' più del solito, come credo sia giusto che possano festeggiare i lavoratori.

Poi però tu avevi una cosa da fare, una cosa che non vedevi l'ora di fare da un po' di tempo, solo che aveva sempre piovuto e non avevi potuto mai farla. E allora io ho visto quello sguardo che fai quando hai un entusiasmo per una cosa e non lo dici chissà perché, e ho pensato che proprio non vedevi l'ora di farla, quella cosa lì, e ti ho aiutata a preparare l'occorrente per quello che volevi fare, anche se, a dirti la verità, non ne avevo molta voglia. Poi tu mi hai ringraziato e velocemente ti sei messa al lavoro, che non era un lavoro perché c'era il tuo piacere di farlo e perché era la festa dei lavoratori, che è la nostra festa, lo voglio ribadire, tutta nostra. E siamo fieri che lo sia, la nostra festa.


E non abbiamo acceso la tv, per tutto il giorno. Non ce ne frega nulla del concerto del primo maggio e del fatto che il sindaco di Roma non voglia pagarne le spese e i sindacati neanche. Non era così che noi due volevamo festeggiare la nostra festa. E tu quindi ti sei messa sul terrazzo sul retro, quello che non guarda il lago, il fratello povero del terrazzo bello che tutti i nostri amici ci invidiano; i nostri amici che non sanno nemmeno che noi abbiamo questo terrazzo sul retro, che è un po' brutto. Ma il terrazzo brutto, quello che abbiamo sul retro, tu ieri, che era la nostra festa, di noi che siamo lavoratori, tu ieri mattina, approfittando di un po' di sole, lo hai riempito tutto: di fiori.

Era tanto tempo che volevi farlo; era da tanto tempo che mi dicevi: «Vorrei mettere dei fiori sul terrazzo sul retro, un giorno». E io ti dicevo, «Sì, va bene», ma dentro di me non ci pensavo neanche. Io non ho mai avuto né piante né fiori nelle troppe case in cui ho abitato; io non ho voglia di occuparmi di fiori e di piante; io sono noioso, io non amo i colori, io sono pigro, io sono quasi sempre in bianco e nero, io annuivo e poi pensavo che te ne saresti dimenticata. Ma tu, come è giusto, non te ne sei dimenticata. E mi hai fatto uscire di casa, pochi giorni fa, per comprare l'occorrente: i  vasi, i sottovasi, i portavasi, la terra, il concime e i fiori e altro ancora. E oggi, se qualcuno passa da dietro e guarda il terrazzo sul retro, quello brutto, si accorge che è tutto pieno di fiori, bellissimi fiori viola e rosa che tu hai piantato e che io non so nemmeno come si chiamano, ma che brillano al poco sole di questo primo maggio.

E io ti guardavo, mentre tu lavoravi tutta sporca di terra nel giorno della festa dei lavoratori, che era ieri, e che non era un vero lavoro perché era una cosa che volevi così tanto fare, ed era la cosa di riempire di fiori il nostro terrazzo brutto, quello sul retro, e pensavo che era la nostra festa, davvero, la festa di tutti quelli come noi, che lavorano di giorno in giorno e poi quando hanno il tempo libero mettono fiori alle finestre: e che era bello che ci fosse questa festa di noi lavoratori e che nessuno ce la togliesse; anche se io sono solo un insegnante disordinato e tu sei la più precaria delle precarie.

E ti guardavo di nascosto, ieri, da dietro una tenda, mentre piantavi da sola tutti quei fiori rosa e viola, pieni di colori, e pensavo che ero un po' felice. Che è la nostra festa, il primo maggio, di noi che in qualche modo siamo lavoratori, e che noi abbiamo riempito il nostro terrazzo brutto di fiori belli, nel giorno della nostra festa ed è una cosa importante da fare, questa. E poi, mentre ti guardavo di nascosto che piantavi fiori colorati nella terra dei vasi che hai messo sul terrazzo brutto della casa che abitiamo, tu ti sei girata di scatto e mi hai visto: mi hai sorriso. E io penso che hai capito di me e di noi, quando hai sorriso, un sacco di cose che non si possono scrivere; ma che sono le nostre belle ragioni di essere qui, un po' più insieme del solito, nel giorno della nostra festa.

18 commenti:

  1. Complimenti e abbracci. Chiedile se sono per caso petunie.

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    1. Mi dice invece che si tratta di sulfinie...

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    2. Le suRfinie sono una varietà di petunia :)
      In fondo Pascoli aveva ragione a prendersela con i letterati che non conoscono i fiori e mettono assieme rose e viole...

      Bellissimo post comunque,

      fiorista anonimo

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    3. Nel mio caso, ahimè, aveva assolutamente ragione... Io distinguo i fiori per colore, mi vergogno ad ammetterlo.

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    4. Io distinguo le auto per colore ;)
      E' sempre rigenerante leggerti, riesci a farmi credere che non tutto debba finire in una boccia di vetro per pesci rossi.
      Grazie!

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  2. ecco adesso piango; e mi cola il mascara, uffa.

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    1. E però non si dovrebbe piangere... Doveva essere un post molto allegro, questo (o almeno un po' felice, diciamo) ;)

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    2. Però piangere per una cosa allegra che inaspettatamente commuove è forse il modo più bello di usare il pianto.
      robxyz

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  3. ieri a me la festa del primo maggio ha portato un cane. che distruggerà i miei fiori. Ed io che non ho mai particolarmente desiderato un animale, dal pesce rosso in su, ho provato la tua stessa sensazione, quando mia moglie e le mie figlie si sono emozionate col cucciolo. E proprio oggi c'è questo bel post, che è una grande assist per la mia consorte. Poi quando si dice che chi sa scrivere parla a tutti...

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    1. Contento, per questa sola volta, di essere dalla parte giusta: quella di tua moglie e delle tue bimbe...

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  4. Grazie per questo post. Mettere fiori sul terrazzo, sì, è quello che avrei dovuto fare anch'io ieri, e non ho fatto, nel giorno della nostra festa, mia e sua, di noi che in qualche modo siamo lavoratori.

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    1. Amore, amore, amore metti un fiore alla finestra:
      che continuino a vederlo e che chinino la testa!
      In fondo a quella strada c'è un campo di mimose,
      forse non ci arriveremo, ma non cambiano le cose...


      (così, tanto per rivelare le suggestioni iniziali)

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  5. penso che il vostro sia stato un primo maggio splendido.

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  6. Complimenti a te e alla tua compagna. Questo post è una splendida dichiarazione d' amore e aiuta a capire come la vita, quella vera e umana, sia fatta di cose semplici e sia bella in particolare se è intrisa d' amore.
    Cari saluti. Hammett.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)