sabato 5 maggio 2012

Come viene utilizzato un diritto

del Disagiato

Tempo fa ho scritto che in libreria non accettiamo la Dote Scuola o, come la chiamano invece i genitori, il Buono Dote Scuola. Ebbene, le cose stanno ancora così. La Dote Scuola è, per chi non lo sapesse, un aiuto concreto per l’educazione dei giovani lombardi. E’ una preziosa risorsa che li affianca sin dai primi passi nel percorso scolastico, garantendo loro il diritto allo studio e tutta la libertà di coltivare ed esprimere il proprio talento. Queste ultime righe le ho ricopiate da questa paginetta e quindi, se volete saperne di più, cliccate. Ma probabilmente già sapete. Insomma, stiamo parlando di un buono (e correggetemi, per favore, se la parola "buono" non vi sembra giusta) da spendere in negozi convenzionati e che viene assegnato a seconda del merito e del reddito (sostegno economico anche per i disabili) e che dovrebbe, come abbiamo letto sopra, sostenere un diritto e cioè quello allo studio, all’apprendimento. O almeno questa è l’idea che mi sono fatto leggendo la definizione. 

Ma il mio titolare, peccato, ha deciso di non aderire. Situazione, questa, che mi tocca denunciare ai genitori  quando ormai sono alla cassa con il libro, dopo aver vagato per la libreria per tre quarti d’ora e dopo essersi azzuffati per decidere cosa prendere o cosa non prendere.

Uno dei due genitori appoggia (a volte sbatte) il libro sul bancone della cassa e poi chiede “Accettate il buono scuola, vero?”.”No, non lo accettiamo”, è la mia risposta. E allora la mamma o il papà dice qualcosa di incomprensibile al figlio e poi tutti quanti se ne vanno fuori dal negozio, senza libro e senza un saluto. A luglio scrivevo di una sorta di senso di colpa e di responsabilità mancata, mentre adesso vi dico che non provo nulla e che mi sento stupido al pensiero di quegli estivi sentimenti. Ero giovane e ingenuo (si è sempre in tempo a dire "ero giovane e ingenuo").

Ma l’indifferenza verso questa non adesione alla Dote Scuola è anche la somma di piccoli fattori che l’invecchiare e l'esperienza trascinano con sé; e il fattore più vistoso è che i genitori vorrebbero acquistare, allungandomi il buono, libri che con il “diritto allo studio” o “il percorso formativo” poco ci azzeccano (o nulla ci azzeccano): libri di George Martin, di Chrstopher Paolini, di Terry Brooks e di Geronimo Stilton. Ecco, questi i libri che si vorrebbero acquistare con un buono rilasciato dalla Regione Lombardia.

10 commenti:

  1. Io i BUONI DOTE SCUOLA li ritiro, ma posso dire che, dalla mia parte, sono una scocciatura:
    - il buono vale 10 euro e non è rimborsabile, ovvero se il cliente spende 8 euro non ha diritto al resto, ma nessuno lascia niente, si mettono insiene gomme e matite per raggiungere la cifra indicata.(qualcuno vorrebbe addirittura "andare a scalare", cosa che mi rifiuto di fare non solo perchè non è lecito)
    - la ditta appaltatrice dei buoni si prende una percentuale sui buoni ritirati, quindi per il commerciante è come se la merce venduta tramite BUONO venisse venduta con uno sconto.
    - i BUONI devo essere spediti tramite un tipo di raccomandata che costa un tot, che sommato al tot. della percentuale suddetta ti porta via tutto il guadagno.
    - ovviamente non spedisci un BUONO per volta, quindi, aspettando di avere almeno 20 BUONI, che corrispondono a 200 euro, hai venduto la merce, ma non hai incassato niente.
    - i BUONI spediti ti vengono rimborsati entro la fine del mese successivo.
    Ecco: vendo merce per 200 euro, ma di sti 200 euro ne vedo 185 euro dopo tre mesi. Una scocciatuta. Un servizio (è questa la parola) che faccio per i miei clienti.
    Ho fatto una manfrina per dirti in fine, caro Disagiato, che i BUONI possono essere spesi per pagare la retta scolastica, per alleggerire le spese della famiglia, anche nei supermercati, per la spesa, a patto che non si comprino alcolici o elettrodomestici e che è valido per tutti i libri: anche Geronimo Stilton.

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    1. Voi su duecento euro di merce non ne guadagnate 15? Il margine è sul 7,5%? Non è una domanda retorica o polemica, è che voglio capire.

      Uqbal

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    2. Sul libro il margine del venditore varia dal 15% al 30% (fanno eccezione i supermercati e la grande distribuzione), quindi poco, quindi su 200 euro il guadagno varia dai 30 ai 60 euro, decurtati del 4%, decurtati del costo di spedizione, prolungati nel tempo... ecc.
      Non è che non c'è guadagno, meglio dire che è veramente ridotto all'osso.

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  2. È appunto il fatto che è valido per tutti i libri (anche per Stilton) che ho scritto questo post. Mi sembra un modo un po' particolare di giocarsi le proprie carte.

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    1. Hai pienamente ragione. Non avevo colto questo tuo punto di vista, scusami:)

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  3. La pratica del welfare state è molto, molto differente dal welfare state in teoria :-)

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  4. Hm...da bambino leggevo UN SACCO di immondizia...l'equivalente di allora dei C. Paolini e G. Stilton, riduzioni di film di fantascienza, fumetti di pessima qualità, polizieschi stupidissimi...son diventato un avido lettore da quasi un libro la settimana nonostante ciò e forse proprio per questo motivo. Anche Eragon aiuta a diventare lettori.

    Scialuppe

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  5. Ma Paolini o Stilton non sono immondizia. Però, secondo me, non sono neppure libri che agiscono sul "diritto allo studio". Secondo me, eh.

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  6. Ma mettere un foglio all'entrata della libreria dove sta scritto che "non si accettano i buoni dote scuola" non è venuto in mente a nessuno?

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  7. Cartello che abbiamo messo in passato ma che uno su cinque notava. Poi per buon gusto e decoro non possiamo tappezzare la libreria di cartelle che annunciano che "non si accettano".

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)