Anche il prossimo anno, salvo Santo che compare sulla traversa, il Brescia non giocherà in seria A. Peccato, davvero. Quest'anno sembrava una squadra morta in partenza ma poi, con alcune modifiche tattiche (e soprattutto con un nuovo allenatore), i giocatori hanno cominciato a buttare la palla in rete, a non prendere gol e quindi a scalare la classifica. Fino a qualche giorno fa non dico che avevamo la possibilità di andare nella massima serie ma avevamo la buonissima possibilità di giocare i play-off. Poi la squadra ha fatto ancora qualche passo falso e addio speranza, che si allontana sempre di più. Non sono né triste né amareggiato, tanta è l’abitudine di vedere la mia squadra perdere e rimanere lì, nella stessa posizione di sempre. Certo, ogni tanto si va in serie A ma poi quasi matematicamente si ritorna in B. E se si rimane in A non si vice niente o perché alla squadra manca qualcosa (vero, sempre) o perché gli arbitri si mettono contro di noi perché abbiamo una tifoseria particolarmente vivace (magari fosse vero) e perché abbiamo uno stadio vecchio e pericoloso (vero).
Domanda: ora in che stato è la mia fede calcistica? È in buonissimo stato, per il semplice fatto che non me ne frega niente di quello che accade in campo. Rimarremo ancora in serie B? Ecchisenefrega. La mia passione calcistica ormai è un pugile messo all’angolo. Allo stadio ci andrò quando il Brescia comincerà ad essere una squadra più che decente e, come si suol dire, competitiva.
L’altro giorno il presidente della squadra ha dichiarato che per il prossimo anno vuole un tecnico-educatore e cioè un tecnico che sappia valorizzare i giovani. Ecco, secondo voi, dopo queste dichiarazioni, io dovrei seguire la mia squadra? Fare un abbonamento? Partecipare? No. Semplicemente non andrò allo stadio, perché andare allo stadio a vedere un tecnico educatore che valorizza i giovani significa guardare una squadra che se non perde giochicchia, ancora, di nuovo, un’altra volta. Sono un cattivo tifoso, insomma, di quelli che sono presenti solo quando c’è da fare baldoria. Ma mi hanno ridotto così la fame e la miseria.
Una guardia del centro commerciale in cui lavoro è uno dei capi della tifoseria bresciana e a lui, l’altro giorno, gli ho fatto presente, con cento chili d’ironia, che il presidente della squadra vuole un tecnico-educatore e non un bravo tecnico. La guardia allora mia ha detto: “troppo comoda lamentarsi quando poi non mettete mai piede allo stadio”. Come a dire: ma invece di lamentarvi, fate qualcosa anche voi. E cosa dovrei fare? Cosa posso fare per una squadra senza alcun progetto concreto e vincente? E allora io ho fatto sì con la testa ma no con il pensiero: no, quindici euro per vedere una squadra d’oratorio io non li spendo. Parteciperò solamente quando la squadra sarà una squadra che regala emozioni e soprattutto vittorie utili. Io sono stufo di essere ultimo in classifica, sono stufo di essere un "vero tifoso", di quelli che ci sono, che sono presenti, sempre, a qualsiasi condizione.
Non sono io che devo fare una buonissima squadra, ma i dirigenti, i proprietari, i tecnici, i magazzinieri e i cuochi. Naturalmente mi sto difendendo dalle drammatiche e tragiche delusioni.
Qualche anno fa ero davanti alla televisone a guardare il Brescia perdere contro la Juventus. Eravamo in seria A e quella era un squadra spettacolare. Ma stavamo perdendo. Sai, mi dicevo, lì in capo c’è la Juve e non si può pretendere. Poi, nel bel mezzo dell’emorragia dei minuti che se ne vanno, Pirlo fa un lancio perfetto verso Roberto Baggio, Roberto Baggio quasi in area stoppa e sposta la palla nello stesso momento (!), scarta così il portiere e segna.
E in quel momento mi son paralizzato e ho pensato: "starò sempre con te, anche nelle difficoltà. Giuro". Ma queste promesse sono le bugie dei vincenti. Ero felice e innamorato di quel Brescia, di quella squadra, di quei giocatori, del sole che batteva sempre forte e caldo. Ma poi la felicità e la squadra sono state smantellate dalla vita. E allora sono ritornato ad essere un tifoso deluso, arrabbiato e stufo di aspettare altri anni e altre coincidenze per vedere una squadra pareggiare con un gol così bello, per vedere undici giocatori che battono altri undici giocatori. La partita alla tivù non la guardo e allo stadio non ci vado. Esulto e partecipo solo quando c’è aria di vittoria. Sono fatto così.
I capi ultrà prendono varie regalie dalle società: trasferte pagate, incontri coi giocatori ed altre minuzie così che però per loro, che vivono letteralmente di calcio, sono tanta roba. Facile poi lamentarsi con chi non compra il biglietto (a prezzo pieno) per andare a vedere 90 minuti di partitella.
RispondiEliminaL'anonimo commento mi sembra giusto e rivelatore. Io non seguo il calcio proprio perché non sento il bisogno di un'altra fede o di un'altra famiglia. Ci sono cose che non puoi abbandonare mai (un fratello rimane sempre un fratello, un padre un padre e anche un amico rimane sempre un amico, a meno che non faccia qualcosa di veramente schifoso), ma dare emotivamente così tanto ad una società che non sa neanche chi sono e per la quale esisto solo in funzione dei soldi che posso buttare in biglietti, abbonamenti sky e merchandising, no grazie.
RispondiEliminaUqbal
Il fatto è che il calcio mi diverte tanto, Uqbal. E quando la mia squadra vince o gioca bene mi diverte ancora di più. Non so cosa farci.
RispondiEliminaÈ un post molto onesto.
RispondiEliminaForse mi sono perso qualche articolo in passato, non ti facevo calciofilo. Io penso che dire che una squadra la fanno i tifosi non possa essere vero per definizione. Una squadra la fanno tante componenti diverse e i tifosi sono una di quelle, ma probabilmente non quella fondamentale.
Prendete la Gliuve: ha vinto tanto, ma non è che abbia 'sta tifoseria irresistibile, se paragonata a tante altre.
Quello che mi sorprende è che in serie A restino squadre inutili e senza progetto come il Siena, mentre società solide e storiche come Brescia, Torino e (a volte) Atalanta sembrino troppo forti per la serie B e troppo scarse per la serie A.
guarda, fammi vedere questo gol alla juve oggi con tutti loro lì blabblabblà mi ha risollevato il morale. quello calcistico.
RispondiEliminaio vorrei, davvero vorrei distaccarmi e ci sono milioni di episodi che aiutano, volendo, vedi le robe successe a firenze quest'anno (pure oggi)... ma poi ogni tanto naqsce un antonio o un baggio (uno jovetic???) e ti ributta dentro tanta di quella droga che disintossicarsi poi è un'impresa.