giovedì 17 maggio 2012

Baci

del Disagiato

Sara è l’ultima arrivata in negozio e ve ne ho già ampiamente parlato in passato, se vi ricordate. Bene, Sara in queste ultime due o tre settimane di vita in negozio ha cominciato a capire come vanno certe cose, come bisogna comportarsi o agire in certe situazioni, come e dove bisogna sistemare libri e oggetti e più che altro ha capito da chi difendersi e da chi non difendersi. E quando parlo di difesa non mi riferisco solamente ai clienti ma anche ai colleghi: Sara va d’accordo con alcuni dei suoi colleghi (con me, ad esempio, va d’accordo) e Sara non va per niente d’accordo con alcuni dei suoi colleghi. Il risultato è che con qualcuno di noi è rilassata e con qualcun altro invece se ne sta rigida e silenziosa, blindata dal suo mestiere. Con me, come già detto, è rilassata e infatti con me parla, scherza, a volte si confida, chiede quando non sa, cerca conferma quando sa, mi domanda come sto e mi domanda quello che farò di sera, più tardi, finito il turno, una volta abbassata la saracinesca. 

Sara mi ha anche presentato il suo ragazzo, che tutti i giorni, ma proprio tutti, viene in negozio a trovarla. Magari sbaglio, ma la mia impressione è che i loro incontri dipendano dalla mia presenza o meno. Cioè, quando lei è in negozio con me e basta, e non con le mie colleghe, ecco che lui entra in negozio con la sua maglietta psichedelica e le scarpe sfondate. Si chiama Luca e devo dire che è una persona molto simpatica. L’altro giorno, aspettando che Sara smettesse di parlare con una cliente, Luca mi si è avvicinato e mi ha detto: “Tutto bene?”. “Sì, sì, tutto bene”, ho detto io, e lui allora ha fatto una grande risata e poi come un uomo di mondo ha guardato Sara in fondo al negozio come per dire: Valle a capire, le donne. Però c’è una cosa che ogni giorno mi mette davvero in imbarazzo e questa cosa è che Sara e Luca si baciano.

Niente di male, mi dico. Però, insomma, baciarsi così, davanti ai clienti, davanti a me, durante il lavoro e magari con una pila di libri in mano, ecco, non è proprio il massimo. E poi la verità non sta tutta qui, in quello che vi ho appena detto. Il loro non è proprio un semplice bacio, di quelli che fanno smack, ma un qualcosa che dura di più e che una volta io chiamavo "limone". Cioè, lui entra in negozio, mi chiedo se va tutto bene, ride, si avvicina a Sara e poi limonano per cinque secondi. Sei secondi. Sette secondi, magari. Non sono stato lì a contare, però si baciano. E secondo me si baciano con la lingua. Ecco, io trovo tutto quanto molto tenero e Luca mi sta pure molto simpatico e anche Sara mi sta parecchio simpatica però in negozio, davanti ai clienti, davanti a me e magari con una pila di libri in mano, certe cose è opportuno e conveniente evitarle. 

Si baciano per tutti quei secondi e io mi imbarazzo. Dai, provate a mettervi nei miei panni. E io tutte le volte, tutti i giorni, vorrei dire qualcosa a Sara, tipo “Sara, non è molto elegante baciare il proprio ragazzo durante le ore di lavoro”; oppure non così direttamente ma facendo la strada più lunga per arrivare al nocciolo del discorso. Ma non riesco mai a dire nulla. Se non è proprio corretto baciare mentre si lavora mi sembra altrettanto antipatico dire a una persona che non è bello baciare. Ma rimane che secondo me non è bello. Che cosa possono pensare i clienti? È il decoro dove lo mettiamo? 

Questa cosa va avanti da parecchio tempo, ormai. Questo bacio, ripeto, avviene solo quando in negozio ci sono io e mai quando in negozio c’è la responsabile o ci sono le mie colleghe, le nostre colleghe. Magari mi sbaglio e forse dovrei indagare, ma mi sembra che io sia per Sara un po’ un simbolo di rilassatezza: vieni pure in negozio per un lungo bacio, dice lei a lui, che intanto lavoro con il Disagiato. Ecco, questa cosa mi inquieta e vorrei tanto dare una forma diversa alle cose. Ma davanti a un bacio dato in un negozio, in presenza dei clienti e di tutti quei libri sulle mensole, io so solo imbarazzarmi e basta. Il cervello fa uscire dalle proprie stanze qualsiasi vendetta e qualsiasi proposito. Ma prima o poi ristabilirò l'ordine, ne sono certo. Prima o poi.

15 commenti:

  1. Mmmm... forse potresti farle leggere questo post.

    O dirle che ti fa piacere che lei si senta tranquilla con te e che si confidi con te, ma che pensi sia inopportuno limonare in libreria, che ti imbarazza.

    ilcomizietto

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  2. Meglio non raccontare di questo mio posticino. Un po' come la casa sull'albero ;)

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  3. "Sara, smettila di baciare il tuo ragazzo in libreria e bacia me, invece, fuori di qui." :-)

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  4. Scusa è la stessa che leggeva poco e che veniva vista male? Cmq sono d'accordo, le limonate sono una cosa che gli stessi limonatori vorrebbero, di solito, poter fare senza gente che guarda.

    Fissali con ghigno maniaco, vedrai che la piantano.

    Uqbal

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  5. No, è la stessa che non legge affatto è che viene vista male per altri motivi.

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  6. Secondo me dovresti dirglielo in modo gentile ma risoluto anche perché è una cosa un po' infantile lasciarsi andare ad effusioni in un luogo non appropriato, peggio ancora se già la ragazza gode di cattiva stampa fra colleghi. Se un cliente per sbaglio si lamentasse della cosa potrebbe essere gravida di conseguenze antipatiche.

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  7. Dille semplicemente che non è professionale.

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    1. eeee, caro collega.
      però , ammettiamolo, sono una gran cosa i limoni, anche montale ne decantava la purezza.
      siete in un tempio del sapere.possibile che i tuoi clienti la prendano male?magari potrebbero essere un po' a disagio, ma a questo punto sarebbero persone con cui tu potresti trovare grande empatia.
      tanto poi si sa, ci si stanca di limonare, e questa forse è la cosa un po' più triste...

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    2. scusa se sono anonimo, ma non riesco proprio a creare un account.sono libraio, per cui lento con la tecnologia.se mi spieghi come fare uscirò dall'anonimato.
      carlo

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  8. Piacere di conoscerti, Carlo. Se non hai un tuo account personale, puoi sempre fare come hai fatto adesso. Nulla di male. Oppure metti il tuo nome per mezzo di COMMENTA COME e poi URL (penso si faccia così, se ricordo bene).

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  9. "Io so solo imbarazzarmi e basta". Beato te! Io vorrei che si aprisse una voragine sotto i piedi quando vedo certe scene di esibizionismo. All'imbarazzo si aggiunge, ed è ciò che mi fa star male, anche un pizzico di invidia.
    Ed è pur vero che "i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno", ma sarà mica quell'invidia il motivo per cui certe cose è opportuno e conveniente evitarle in pubblico?

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  10. Bè, l'invidia bisogna sempre metterla in conto ;)

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  11. Io ho una collega molto meno giovane di Sara, che durante le riunioni ci costringe ad assistere agli sbaciucchiamenti telefonici. Capisco l' imbarazzo e capisco che non si abbia il coraggio di dire chiaramente che c` è un problema. Ho provato a ricordare a tutti l` opportunità di spegnere i cellulari durante le riunioni, ma hanno capito tutti tranne lei. E così... Sì, amore, va bene amore, ok, ok. Smack, smack, smack...

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  12. "Sara, l'ambiente di lavoro non è il luogo appropriato per effusioni, magliette dei Metallica con i teschioni, venire con i capelli non lavati, con orecchini troppo ingombranti, andare su Facebook etc..." io farei una lista di cose includendo quelle che fa e altre che non fa e glielo direi. Così si sentirebbe presa in causa solo per il 50 % e non sarebbe troppo in imbarazzo ma capirebbe comunque. Tanto prima o poi qualcuno dovrà dirglielo, lì o nel prossimo lavoro, e tu sarai solo quello che gliel'avrà detto per primo. Se vuole baciarsi col fidanzato lo può fare davanti alla vetrina prima di entrare, o davanti alla vetrina quando la viene a prendere. Dentro il luogo di lavoro no.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)