lunedì 21 maggio 2012

Bandiere

del Disagiato

Chi ancora si ostina a sottovalutare il momento drammatico che stiamo vivendo, sospeso tra drammi economici e rischi terroristici, dovrebbe riflettere molto seriamente. E’ il momento dell’unita’ di tutte le persone perbene di questo Paese. Ammainiamo le bandiere di parte e, come all’epoca del terrorismo, affrontiamo insieme le sfide del presente. Pier Ferdinando 

Sabato mattina Pier Ferdinando Casini ha detto, a proposito della tragedia davanti alla scuola di Brindisi, che in questo momento di grandi drammi economici (sì, anche drammi economici) e di rischi terroristici molte persone farebbero bene a non sottovalutare la situazione e a riflettere molto seriamente. Non solo. Casini dice anche, come potete benissimo leggere da soli qua sopra, che questo è il momento dell’unità di tutte le persone perbene: ammainiamo le bandiere. Già, ammainiamo le bandiere, eliminiamo le fazioni, uniamoci e collaboriamo. Ecco, io lo so che in questo momento il dolore ha tanto bisogno di silenzio e di riparo e so anche che non esistono ancora (mentre sto scrivendo, domenica sera) moventi e colpevoli ufficiali, ma ci tenevo tanto a dire a voi, a Casini, ai politici di destra e di sinistra che io, la mia bandiera, non la tiro giù dall’asta per nessuno motivo al mondo. Che le persone perbene il signor Casini se le vada a cercare da un’altra parte, orientato da umori e da sentimenti che non sono uguali ai miei umori e ai miei sentimenti. 


Il mio rispetto per la sofferenza di chi ha subito l’orrenda tragedia davanti alla scuola non avrà mai la forma del rispetto che appartiene a Casini. E anche le mie riflessioni e il mio agire di conseguenza sono e saranno sempre diverse da quelle di Casini e delle persone che Casini ha frequentato nella sua multiforme carriera. Il mio modo, e non solo il mio, di intendere la cultura e la politica in questi anni in cui il governo berlusconiano e soprattutto la televisione berlusconiana ha mandato fuori carreggiata molti di noi, era un modo che secondo me avrebbe combattuto la mafia e il terrorismo. Non so come dire, ma io non voglio, in questo momento, unirmi a gente che ha fatto affari con la mafia o che ha, anche solo indirettamente, alimentato l’economia che fa circolare i soldi della mafia.

E magari la mafia non ha fatto nulla, questa volta. E magari i colpevoli nulla hanno a che fare con la criminalità organizzata. Non so che dire. Sta di fatto che la follia, di qualsiasi tipo e grandezza, ha bisogno di un terreno fertile e di cittadini che hanno occhi che fingono di non vedere e di orecchie che fingono di non sentire. Ecco, secondo me in Italia ci sono persone di questo genere e certamente io non le ho appoggiate e certamente io non le ho votate. Sto facendo demagogia? Si chiama populismo il mio? Mi dispiace ma non riesco a fare pensieri diversi, a spiegarmi più chiaramente. Io la mia bandiera, che è di parte, che è diversissima da tante altre bandiere, che è oramai scolorita, che a volte è stata messa all'incontrario, la tengo alzata.

3 commenti:

  1. Pier Ferdinando è famoso per avere lo slogan facile. Questo suona molto come un "armiamoci e partite". La mia bandiera è differente.

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  2. Una delle mie paure è, appunto, che dietro termini come "antipolitica", usati con disprezzo, si nasconda il tentativo di farci accettare tutto. In questo senso, credo che il grillismo non stia rendendo un favore a quelli che, come me, aspirano a una politica sana e nello stesso tempo razionale. Se c'è un'antipolitica, c'è anche un' antIMPOLITICA, ma finché non le si dà un nome, rischia di restare invisibile e di confondersi con la protesta pura e semplice di chi non sa andare oltre il "piove...".

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  3. In effetti non c'è nessun bisogno di ammainare bandiere per essere solidali con le vittime e per combattere i "cattivi". O no?
    ilcomizietto

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)