venerdì 11 novembre 2011

Noi e la Russia

del Disagiato

Le relazioni tra l'Italia e la Russia vantano una storia plurisecolare, fondata sulla base solida dell'amicizia, della reciproca comprensione, della vicinanza spirituale e culturale dei popoli di ambo i Paesi. A coronamento di tale amicizia, il 2011 è stato indicato "Anno della cultura e della lingua italiana in Russia e della cultura e della lingua russa in Italia".
Lo so che l’Italia sta attraversando un momento politico ed economico decisamente importante e difficile e so anche che noi, ora, a Putin e a Medvedev non abbiamo voglia di pensarci. Lo so. Così come so che ci sono stati tempi in cui siamo stati zitti (e va bene, non tutti) quando l’Italia stringeva la mano a Gheddafi e tempi in cui abbiamo alzato la voce quando Berlusconi riceveva Gheddafi. E per "alzare la voce" intendo dire che una parte politica del nostro paese (la mia parte politica, la sinistra) si è chiesta troppo tardi e con vigore sprecato: “Perché l’Italia ha fatto affari con un paese tiranno come la Libia?”, “Perché Silvio Berlusconi è amico di un dittatore come Gheddafi?”. Ecco, intendo sottolineare, con questo ironico "alzare la voce", il non essere mai in scia con la storia e le sue storture, questo accusare con grande ritardo i nostri capi di stare con altri capi. Perché con Gheddafi è andata così: ci siamo accorti troppo tardi (e va bene, non tutti) chi era quell’uomo e quali erano le sue colpe.

Io considero, con senso di margine e pronto alla discussione, il probabilissimo ritorno in politica e sulla scena internazionale di Vladimir Putin la prova che in Russia non c’è una democrazia, diciamo, di ampio respiro. Penso anche che Putin sia uno dei responsabili della brutale guerra avvenuta in Cecenia e della repressione in ambito giornalistico e intellettuale. “Medvedev e Putin sono un dono di Dio per il vostro paese”, disse tempo fa Silvio Berlusconi. E Silvio Berlusconi, come è noto, è intimo amico di Putin, come lo era del dittatore libico Gheddafi, detronizzato e ammazzato.

Io non so bene cosa comporti uno scambio culturale e non so quanto possa giovare alla cultura dei russi e degli italiani uno scambio di opere d’arte, però so che non ho alcuna vicinanza spirituale con un paese regolato (presto lo sarà ancora) dalle teorie politiche di un dittatore. Che ora non sembra un dittatore ma che presto qualcuno dirà che lo era. “Come abbiamo potuto stringere amicizia con Putin?”, si dirà tra qualche anno o decennio o chissà quando.

Spero che qualcuno, ora e finalmente, abbia l’abilità di far chiarezza su questo rapporto tra Italia e Russia ben pubblicizzato, da giugno, sul sito del nostro Governo. Sarebbe davvero bello per un paese civile e per un popolo altrettanto civile.

4 commenti:

  1. Eh, sono incomprensioni, un rapporto complesso: http://bit.ly/vx8PaS

    RispondiElimina
  2. Non riesco a trovarmi d'accordo con questo articolo.
    Se fossi un russo potrei dire: "Ma perché dovrei avere qualcosa a che fare con l'Italia? Un paese che decide di farsi governare per VENTI anni da un imprenditore senza scrupoli, disposto a sacrificare la dignità propria e degli altri pur di regolare gli affaracci propri; un paese che lascia marcire e crollare i propri beni artistici, che dice di avere tanto a cuore; un paese pigro e inerte, che ha bisogno urgentemente di riforme continuamente posticipate”. Certo noi non massacriamo il popolo ceceno e non spariamo la folla in rivolta, questi sono episodi gravissimo. Ma anche noi una manciata di decenni fa ne abbiamo combinate delle belle… Inoltre noi dovremmo essere i primi a sapere che un capo di governo non rappresenta appieno l’anima di una nazione, stratificata su secoli di storia.
    Chi siamo noi per definirci un paese acculturato? Siamo un paese civile per NOI STESSI, per gli altri europei forse. Ma potremmo non esserlo per tutto il resto del mondo. E io non credo di essere migliore di loro. Penso però che la civiltà in cui vivo abbia fatto delle importantissime conquiste negli ultimi 3000 anni, abbia raggiunto traguardi ragionati. Così come avranno fatto loro. E ognuno ha commesso i propri errori ovviamente. Per riuscire quindi a comprendere quali fra i traguardi raggiunti siano i migliori dobbiamo confrontarci. E per confrontarci dobbiamo conoscerci.

    RispondiElimina
  3. Alessandro
    Credimi, non è per avitare una discussione che ti dico che sono d'accordo con te e, ripeto, lo dico sinceramente. Io non mi sento migliore di nessuno e non penso che tutto il popolo russo aderisca a logiche politiche, diciamo, cattive. Come non lo pensavo della Libia, tra l'altro. Rimane però che non riesco a paragonare Berlusconi a Putin. Magari una certa cultura rimarrà, però Berlusconi se ne sta andando (e magari gli succederà in futuro uno peggiore, non lo so). Io ovviamente parlavo da italiano e non da russo. Potremmo essere un paese civile se cominciassimo a gettare una luce inquietante sulla figura di Putin. Questo ho detto, ecco.

    RispondiElimina
  4. Avevo interpretato male il post allora :) Ora siamo d'accordo!

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)