In libreria stanno arrivando bancali di volumi in offerta e una miriade di (soliti) libri che ci guasteranno le giornate più o meno fino a Natale. Infatti i pomeriggi di noi commessi consisteranno nel parcheggiare la macchina, entrare in negozio, incominciare il nostro turno di lavoro e poi vendere: il libro nuovo di Fabio Volo, il libro nuovo della Kinsella, il libro nuovo di Vespa e il libro nuovo di Baricco (caro Renzi e caro Fazio avete fatto proprio un ottimo lavoro). Ecco, i percorsi e i passi saranno sempre gli stessi e le traiettorie anche. Quindi per colpa della velocità e per colpa della maledetta monotonia avrò ben poco da raccontare. Già in questi giorni la monotonia è cominciata e con essa la buona gestione degli affari e dei rapporti con il cliente. Tutto sotto controllo, quindi. La libreria comincia a muovere gli ingranaggi importanti, la cassa si apre e si chiude spesso, le banconote girano, il bancomat svolge transazioni in grande quantità e i numeri si ingigantiscono. Quindi non è successo nulla di così importante da raccontare. Quando è tutto sotto controllo, quando gli eventi vengono programmati bene, è difficile afferrare sbavature o storture da descrivere e buttare qua sopra. Oppure non le si notano o non le si afferrano facilmente.
Ad esempio ieri è venuto un amico in negozio, Fabio, e mi ha raccontato dell'inaugurazione del suo studio da architetto e del suo recente matrimonio. “È andato tutto alla perfezione”, mi ha detto mentre porgevo l’ultimo libro della Kinsella a una signora. “Marta è felice anche della casa nuova e del centro estetico che ha aperto in Corso Zanardelli, in città”. Marta, che è sua moglie, è davvero carina e gentile. È da parecchio tempo che non la vedo (l’ultima volta è stata prima che si sposassero, in un ristorante indiano), però ho il ricordo di una persona piacevole. Insomma, sono una bella coppia. La loro casa nuova sta invece appena fuori città e se ho capito bene è quella non tanto grande ma graziosa. Una villetta a schiera che è da parecchio tempo che curavano. “Davvero, sono contento per voi”, ho detto all’amico appoggiandogli una mano sulla spalla.
Poi lui ha fatto una faccia strana. “Che c’è?”, ho chiesto, e Fabio ha scosso la testa: “Mah, c’è che però ogni tanto Marta è un po' giù. Siamo andati dal medico ma dalle analisi risulta che è tutto perfetto”. “Cioè, cosa intendi con “ogni tanto non sta bene”?”, ho chiesto sopreso a Fabio. “Non so come spiegarti di preciso. Marta mi dice che le capita di sentire una cosa qui al petto, come un’accelerazione, una cosa che gira. E quando sente questa cosa smette di mangiare e se ne sta a letto per delle ore. Abbiamo preso, per la settimana prossima, un appuntamento con un bravo medico che dicono essere il migliore”. “Mi dispiace”, ho sussurrato e poi ho aggiunto: “Magari è un po’ di stanchezza”. E Fabio, allora, ha fatto sì con la testa e mi ha detto che anche secondo lui è stanchezza. “Sì, è la stanchezza che sta uscendo dopo il matrimonio e dopo l’apertura del suo negozio. A volte sta a letto due giorni di fila senza parlarmi”. E allora mi sono immaginato loro due in casa senza parlarsi, lui che guarda la tv e lei a letto, al buio.
“Davvero strano”, ho aggiunto "Sì, è davvero strano, non ci manca niente. Il matrimonio e il viaggio sono andati alla perfezione, la casa l’abbiamo organizzata secondo i nostri piani e poi, scusa la sfacciataggine, ma anche a soldi non stiamo male”. E in effetti io ho pensato alla casa nuova, al negozio, allo studio, a loro bel viaggio e alle loro cose che so essersi allineate molto bene. “Nonostante tutto quello che abbiamo Marta sembra infelice. Lei dice di avere una cosa qui che le gira e che la fa sentire un po’ triste. Ma cosa c’è da essere triste? Non ci manca niente, porco di un cane”. E pensandoci, pure io mi sono chiesto cosa cavolo abbia Marta da essere infelice. Non le manca niente, in effetti. Una cosa qui, dice di avere. Sì, ma cosa? Cos’è questa cosa? E allora, di fretta, ho concluso che Fabio ha ragione: deve essere la stanchezza che esce dopo aver fatto tante cose in poco tempo. Ecco, deve essere questo.
“Senti”, ho detto a Fabio, “ora devo andare, che c’è quel cliente che ha bisogno di me. Vediamoci una sera di queste per una pizza o altro. Ok?”. “Sì, vediamoci una sera di queste. E magari vieni a cena da noi. Ti telefono, ciao”. “Grazie, accetto l’invito. Ciao”. E poi ci siamo stretti la mano come fanno gli amici.
Come potete vedere, non ho nulla di interessante da raccontare. Scusate.
la tristezza incomprensibile della sposa mi fa pensare all'ultimo di Lars Von Trier..
RispondiEliminale cose pesano intorno...e non possono scacciare la "cosa" dal petto.
A volte la vita è proprio strana...hai un lavoro, una famiglia, una vita anche adagiata, ma tu dentro non stai bene, e questo malessere non può essere colmato da nessun bene materiale...Tizy
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaLieto di apprendere che è uscito il nuovo libro della Kinsella, grazie mille O:-)
RispondiEliminaPurtroppo quella cosa che gira e affossa la vitalità, non c'azzecca niente con una "bella" vita.
RispondiEliminaNon fa nessuna distinzione.
eh già, nulla di interessante ...
RispondiEliminaCavolo, se fai pensare.
Abbraccio la sposa.
g
Che sia depressione? (si cura)
RispondiEliminailcomizietto
E' "il mai tacente il mai convinto cuore" della poesia di Zanzotto che ha citato qualche tempo fa il prof Scorfano...
RispondiEliminaCome sono vere quelle sue parole, e non solo per quella sposa...
Non è il matrimonio a essere la tomba dell'amore, ma la convivenza.
RispondiEliminaTinni
RispondiEliminaPrego, anche se non ho capito di che ;)
permesso..
RispondiEliminaquanti piatti d'argento porge il Tuo disagio!
Quando la voce che dice "Io Sono" si manifesta, tutto cio' che dice "io ho" diventa un peso insopportabile, si va a fondo. Ma è solo in fondo
che quella voce prende a sorridere, e tutto cio' che era un peso diventa irrilevante.
Il problema non è quanto tempo si sta nel bozzolo, il problema è accorgersi che il bozzolo serve solo se si rinasce, altrimenti ci uccide.
L'incipit del monologo di Amleto te lo risparmio,
la Verità spesso si maschera di ovvio.
Grazie ( per l'ospitalità, nel mio caso).
Sono dell'idea che non è il possedere ma come sia arriva a possedere a disturbare il già fragile equilibrio di ognuno di noi. Ma ovviamente è una mia sensazione.
RispondiEliminaPrego per l'ospitalità e sia chiaro che puoi venire quante volte vuoi (anche senza il tuo gentilissimo "permesso". ;)