Ieri una signora accompagnata dal marito mi ha chiesto con molta gentilezza l’ultimo libro di Romano Prodi. Io ho guardato il soffitto e ho sussurrato Romano Prodi cinque o sei volte, come faccio con quegli autori che so essere presenti in libreria ma senza ricordarmi la posizione esatta, la casa editrice e il titolo. Niente, in quel momento il titolo non voleva venire a galla, così sono andato al computer e ho scritto Prodi R. “Futuro cercasi”, ho esclamato davanti allo schermo e i due mi hanno detto “Sì, sì, quello”. Sono andato nel reparto Storia-Attualità, ho fatto andare gli occhi e le mani a destra e a sinistra e poi l’ho trovato. Siccome i due clienti mi sembravano gente simpatica, ho detto: “Che fate, sentite la nostalgia?”. A quella domanda la signora mi ha risposto: “Per due motivi compro questo libro. Il primo motivo è che sì, Prodi mi manca e il secondo motivo, ben più importante, è che voglio farlo leggere a mio figlio”. “Suo figlio? E quanti anni ha?”, ho chiesto un po' sorpreso. “Ha diciassette anni. Il fatto è che ultimamente se n’è uscito con delle affermazioni che non mi piacciono e che è bene non sottovalutare. Devono essere gli amici che lo hanno influenzato”. Io ho riso seriamente (come quando non si sa se è il momento di essere seri o essere sorridenti), ho preso una banconota dalla signora, ho dato il resto e poi, tutti e tre, ci siamo salutati con fare complice. Non so bene perché.
Ecco. Io non so cosa intendesse la gentile mamma con “affermazioni che non mi piacciono” e non conosco esattamente il contenuto e il cuore del libro di Romano Prodi (li posso intuire dal sottotitolo che è: “Bisogna aiutare i nostri giovani, che si convincano di avere le gambe per camminare da soli”), però, detto questo, ora il mio pensiero va a quel giovane di diciassette anni influenzato dagli amici, che deve aver detto qualcosa di più o meno disdicevole e che ora verrà rieducato con un libro di poche pagine di Romano Prodi. Che non è stato un cattivo politico e che ha pure la faccia da brava persona. Ma che però, insomma.
Ecco. Io non so cosa intendesse la gentile mamma con “affermazioni che non mi piacciono” e non conosco esattamente il contenuto e il cuore del libro di Romano Prodi (li posso intuire dal sottotitolo che è: “Bisogna aiutare i nostri giovani, che si convincano di avere le gambe per camminare da soli”), però, detto questo, ora il mio pensiero va a quel giovane di diciassette anni influenzato dagli amici, che deve aver detto qualcosa di più o meno disdicevole e che ora verrà rieducato con un libro di poche pagine di Romano Prodi. Che non è stato un cattivo politico e che ha pure la faccia da brava persona. Ma che però, insomma.
Io a Prodi gli darei in consegna questo Paese per i prossimi 100 anni almeno, sperando che non si manifestino più i Bertinotti o i Turigliatto di turno e la loro coscienza del menga.
RispondiEliminaNon ho letto il libro di Romano Prodi e non credo lo leggerò. Detto questo, mi pare che il sottotitolo sia da sottoscrivere col sangue, specie in Italia (e se qualcuno, magari un genitore, insegna queste cose a un figlio adolescente, perché no?)
RispondiEliminaps. quanto al governo Prodi, ricordiamoci che nel 2008 non cadde per Turigliatto, ma per Mastella, così, tanto per dire...
Per destare un interesse su mio figlio magari servirebbe un'edizione adventure del testo di romanone per PS3 (dove PS non sta né per Partito Socialista né per Post Scriptum)
RispondiEliminaQuesto post rappresenta una delle cose che mi fa più imbestialire nell'educazione di un figlio,cioè la manipolazione e la presunzione che Tutto quello che è detto/fatto dai genitori è la cosa più saggia.Scelte come politica,religione ed altri campi in cui un giovane potrebbe essere facilmente influenzato dai genitori dovrebbero essere lasciate a sua scelta.Questo non significa non parlare mai di certi argomenti ma cercare di mantenere una certa oggettività che possa fornire al giovane una conoscenza multipolare su tutte le tematiche.Almeno io farei così..
RispondiEliminae anche Mastella, grazie a povna per averlo ricordato
RispondiEliminaNon sono d’accordo con te. Il ragazzo mutua le sue opinioni da coetanei, quindi ha una visione parziale. Secondo me è dovere degli educatori, quindi genitori, fornire strumenti utili per un confronto. In questi giorni per mia figlia diciottenne ho comprato ‘Zita’, di Deaglio. Ciò non significa che voglia obbligarla ad un certo pensiero, bensì ad un pensiero diverso dal nulla che assorbe tra gli amici.
RispondiEliminaComplimenti per il blog, è la mia seconda lettura quotidiana, dopo Gramellini. Buzzer
@Weiner.
RispondiEliminaCome no. Il giorno che il figliuolo ritorna a casa con una bella croce uncinata tatuata sul braccio si mette su un bel dibattito in salotto invitando anche un esponente dei negazionisti dell'Olocausto.
Giusto per fornire una conoscenza multipolare.
Penso che segnare la strada a un ragazzo sia giusto e comprensivo. Quello che mi ha spinto a scrivere due righe è stato il fatto che questi signori abbiano preso Prodi come punto di riferimento. Mi sembra una figura solitamente così anonima e poco "avvincente" da indicare come esempio. Ma magari la mia impressione non si muove dalla superficialità.
RispondiEliminaGrazie per il complimento. Davvero.
@Il Disagiato
RispondiEliminaSecondo me, proprio perché Prodi è persona "poco avvincente", può essere preso come modello di serietà. Dove la serietà s'intende non come il fare sparate propagandistiche restando seri, ma prendere degli impegni e cercare veramente di mantenerli.
@Fegatellomaipiù
RispondiEliminaCerto potrebbe capitare ma in quel caso non è lui che non ha capito ma tu come genitore che non hai saputo spiegarti o non hai raccontato na cippa al figliuolo.A mio avviso questi episodi sono del tutto prevenibili.