di lo Scorfano
L'ex ministro Renato Brunetta , tra i nostri ex governanti berlusconiani, appare senz'altro uno dei più stizziti e livorosi nei confronti del nuovo governo Monti. Le sue dichiarazioni non si contano, in queste ore: dal meravigliosamente melodico «viva Brunetta, viva Gelmini, viva la legge di stabilità!», al fantasioso «Il governo Berlusconi è stato un dei migliori governi della storia» tanto che «Monti dovrebbe ringraziare»; dal minaccioso «li analizzeremo uno per uno [i sottosegretari] e faremo loro gli esami del sangue», al lamentoso «tutta colpa di Tremonti», fino al profeticamente sinistro «nel discorso di Monti ho trovato l'80 per cento di cose nostre e il 20 per cento di quelle che avremmo voluto fare e non siamo riusciti a fare».
Però, onestamente, io la capisco un po' tutta questa livorosa stizza dell'ex ministro Brunetta. Perché, io credo, la Carfagna e la Gelmini non pensavano mica di essere esperte di nulla, prima di diventare ministre (o forse di qualcosa sì, ma del tutto extraministeriale, diciamo); e La Russa e altri come lui se ne fregavano della competenza e pensavano soltanto alla poltrona.
Lui invece, l'irascibile e tenero Renatino, credeva di essere un vero guru dell'economia, un genio, uno che avrebbe vinto il Nobel, uno che la sapeva lunga, molto più lunga degli altri. Ed ecco che, improvvisamente, si trova sostituito da personaggi che mai hanno partecipato a un talk show e che tutti i giornali e le televisioni, e tutti gli opinionisti, e tutti gli abitanti del paese, quasi senza distinzioni, dichiarano essere i migliori esperti della nazione in campi analoghi a quello di Brunetta: figure di indiscusso prestigio, di grande caratura tecnica, di valore indiscutibile.
Ed ecco che il tenero Renato, inevitabilmente, ci rimane male: perché era convinto di essere lui, uno così. Uno di quelli bravi: e oggi scopre che era solo lui a pensarlo, mentre i meriti vanno tutti agli altri. E verrebbe da dirgli che, insomma, uno non può parlare tutta la vita di meritocrazia pensando sempre che i meriti siano solo i suoi. E poi gridare al complotto dei poteri forti (?) quando è lui a venire scaricato. Così son buoni tutti, si diceva quando io ero ragazzino per le strade di Savona. Se uno parla di meritocrazia, dovrebbe aver contezza, diciamo, che è assai probabile che i meriti vadano pure agli altri, i quali esistono e che sono tanti.
Però non gliela diciamo, questa cosa, a Brunetta; non oggi: un po' perché ci fa pena e tenerezza, davvero; e un po' perché dovremmo dirlo a troppi altri che sono come lui. E oggi non abbiamo tempo, che ricomincia il campionato.
a te farà pena e tenerezza...
RispondiEliminaQuoto Thumper (si dice così quando si è in accordo con il pensiero espresso da altri da noi?).
RispondiEliminaIo ricordo come fosse oggi le varie dichiarazioni e fughe da confronti e dialoghi (mancati) con vari precari del lavoro dell'ex-ministro. Non erano affatto tenerelle.
L'importante è che lui ci credesse.
RispondiEliminaPer quanto riguarda noi...beh. Preferisco non esprimermi troppo esplicitamente.
Ma posso dire con assoluta certezza che la prossima volta che avrò un'influenza intestinale con 38° di febbre mi presenterò sotto casa sua...magari i 100€ tolti in busta paga me li ridarà lui, purchè io vada via.
La cosa curiosa è che pare che non sia uno stupido, e che abbia delle idee. E alcune delle cose che lui diceva non erano del tutto campate per aria.
RispondiEliminaMa siccome veramente Dio acceca chi vuole perdere, ha preferito perdersi dietro le sue miserie personali e le sue vanità e soprattutto dietro la sua rabbia smisurata.
Il risultato è che sembra Rigoletto.
Uqbal
Questo post è bellissimo. La perfetta sintesi dell'omuncolo.
RispondiEliminaerano giorni che pensavo a brunetta, sperando che faccia la fine non della brunetta, ma della biondina dei ricchi e poveri. che la smetta di cantarcela insomma.
RispondiEliminae arrivata la bufera e arrivato il temporale
RispondiEliminainterprete
Renatino detto il corazziere. Vittorio
Scusate, forse vado fuori tema, ma... tutto questo chiasso indecoroso e questa permanenza invadente mi ferisce: penso a tante brave persone in gamba che, deluse da una società resa loro invivibile anche per colpa di simili elementi, si dileguano, scompaiono con la delicatezza e la grazia di una farfalla senza che nessuno se ne accorga, come sulle note di Fauré... queste persone schiacciate dai fallimenti determinati da generazioni di incapaci in mala fede vanno via, senza che nessuno se ne accorga, mentre loro continuano a urlare, a sovrastare tutti, a calpestare il presente e il futuro altrui... E' troppo chiedere a tali personaggi un rispettoso silenzio e un dignitoso dileguarsi, in punta di piedi?
RispondiEliminaohana
bene. la gelmini l'hai sistemata, renatino anche. se adesso metti a posto anche sacconi avrai la mia gratitudine per tutta la vita (e pranzi e cene a casa mia quando vuoi).
RispondiElimina(e quoto thu', ovviamente)
Mezza sega (masturbazione senza orgasmo) vai a scaricare le casse di nobel ai magazzini generali.
RispondiEliminache vada (anche lui) a fanc....
RispondiEliminaD'Alema mi sta antipaticissimo, ma di Brunetta diede una definizione che definire geniale è ancora poco: "energumeno tascabile"... hehehe
RispondiElimina(perché non ribatti, Sco'?)
RispondiElimina