Io capisco anche il dolore e la sofferenza, di chiunque; e capisco che ci siano stati problemi di comunicazione e che la Protezione civile forse non si sia mossa come poteva e doveva; e capisco (e so, perché ho tutta la famiglia in Liguria e mi hanno raccontato) che l'evento è stato inaudito e spaventoso e di proporzioni monsoniche; e capisco pure che le responsabilità attraversano i decenni e la cattiva gestione non è di un sindaco soltanto, figuriamoci.
L'unica cosa che davvero non capisco è come, di fronte ai morti per la pioggia, tra cui alcuni bambini all'uscita di una scuola, in una grande città europea, nel 2011, ripeto: morti per la pioggia, non capisco come un sindaco non si dimetta, seduta stante. E poi pianga e trovi tutte le giustificazioni che sa di avere e chiami in causa tutti i corresponsabili che crede opportuno siano chiamati in causa. Dopo essersi dimesso, però: altrimenti è inutile; anzi, altrimenti sa tanto di coccodrillo.
Non lo capisco neanche io. E, aggiungo, finché non lo capiranno anche i diretti interessati, non potremo dire che i problemi del paese sono finiti perché (forse) se ne è andato Berlusconi.
RispondiEliminaPeraltro, "forse".
RispondiEliminaMa l’han votata, la signora. L'han votata. Ha vinto elezioni libere. E allora, caro Scorfano, allora dove eravamo? Sarà purtroppo stata una brutta giornata, di quelle che non si va al mare. La colpa è nostra, che siamo pigri. E con ciò, già ci perdoniamo.
RispondiEliminaDa un punto di vista politico, caro Alan, hai ragione tu. Ma il mio discorso non voleva essere né tecnico (ché non ne sarei capace) né politico. Voleva essere semplicemente "personale": come fa una persona che ha comunque delle responsabilità (anche se fossero piccole, non lo so) a non dimettersi di fronte a una tale tragedia? Perché piange e però non si dimette? E' una malattia così terribile, il potere, da rendere gli uomini (le donne, in questo caso) del tutto prive di senso dell'opportunità umana?
RispondiEliminaSì, non c'è dubbio. Le dimissioni sono (erano) obbligatorie. Ma nessuno di noi (o pochi di noi) protesta sotto le finestre del palazzo. Nessuno protesta per la scuola, la sanità, per i diritti lesi e per i mille suprusi che ci vengono erogati giorno dopo giorno. Uno dei quali, la fornitura di amministratori mediocri, mestieranti della politica. La colpa è nostra, e "colpa colletiva" dovrà, d'ora in poi, sentirsi ripetere ad nauseam: a lei, caro Scorfano, il merito di farlo ogni giorno, con impegno e senza retribuzione alcuna.
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