domenica 27 novembre 2011

diritti

di lo Scorfano

O crediamo nella giustizia italiana o non ci crediamo. Se ci crediamo, come sarebbe meglio e più opportuno, dobbiamo anche credere che il professor Giovanni Scattone, già condannato per l'omicidio di Marta Russo, abbia tutto il diritto di insegnare storia e filosofia dove la legge glielo consente, visto che su di lui non pende alcuna interdizione al lavoro nei pubblici uffici.  E non quindi perché, come lui sostiene «mi sono sempre dichiarato innocente»; giacché questo argomento non ha nulla a che vedere con la giustizia e con il fatto che egli è stato invece condannato, e quindi riconosciuto colpevole. E nemmeno perché i suoi alunni dichiarano che egli sia un insegnante «bravo e preparato» (meglio che lo sia, naturalmente, ma non è questo il punto). 

Il punto è che, obiettivamente, Scattone ha pagato il suo conto con la giustizia che, appunto, lo aveva riconosciuto colpevole.  Egli, se noi crediamo nella giustizia italiana, come sarebbe meglio per tutti noi e anche per lui, sarà per sempre un omicida. Ma questo, naturalmente, non gli toglie il diritto di lavorare, una volta che la sua pena sia stata da lui scontata, come infatti è accaduto; e nemmeno gli nega l'opportunità di essere un ottimo insegnante di storia e filosofia, che lavora negli istituti dove le graduatorie provinciali gli consentono di lavorare.

Credo che questo si chiami stato di diritto: l'alternativa potrebbe invece chiamarsi forca. Che, se non crediamo nella giustizia italiana, sarebbe la necessaria soluzione di ripiego. Ed è per questo che, tutto sommato, è meglio se ci crediamo.
 

28 commenti:

  1. Sinceramente mi chiedo quanti altri insegnanti con altrettanti titoli e meriti avrebbero potuto l'opportunità di insegnare. mah...misteri delle graduatorie........

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  2. Sinceramente mi chiedo quanti altri insegnanti con altrettanti titoli e meriti avrebbero potuto avere l'opportunità di insegnare... mah...misteri delle graduatorie........

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  3. Sinceramente mi chiedo quanti altri insegnanti con altrettanti titoli e meriti avrebbero potuto avere l'opportunità di insegnare... mah...misteri delle graduatorie........

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  4. Scorfano, bentornato! Sottoscrivo punto per punto quello che hai detto. Ho visto in giro interventi che fanno dubitare della legittima conoscenza, da parte di chi parla, di concetti come pena riabilitativa e stato liberale. Credere nella giustistizia, e comprenderla, è, credo, il primo atto che ognuno di noi deve fare per contribuire a farla funzionare.

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  5. @anonimo
    Evidentemente nessun altro insegnante con altrettanti titoli e meriti. O almeno secondo le graduatorie.

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  6. @la 'povna
    Grazie del saluto. Ancora a mezzo servizio, ma solo per pochi giorni.

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  7. Forca un accidente.

    L'efficacia didattica di uno che entrando in classe porta su di sé lo spettro di una vittima innocente è e sarà sempre ZERO.

    Con quale credibilità Scattone potrà dire agli studenti "Fermi che vi potreste far male!". Lui che ha fatto partire un colpo di pistola contro una che aveva la sventura di passare di là!

    In quel liceo meno che mai. Non è questione di riabilitazione, di stato liberale o di rieducazione. E' semplicemente una questione di opportunità. Come un cieco non farà mai il giudice di linea a tennis, un assassino non farà mai l'insegnante. C'è gente che viene tolta dall'insegnamento e finisce in qualche ufficio pieno di scartoffie al provveditorato per molto meno.

    Siamo talmente abituati a pensare che fare l'insegnante sia un automatismo, un foglio da compilare o una graziosa concessione dello Stato che pensiamo che sia un diritto da concedere a prescindere, come una pensione o un sussidio.

    Ma che diritto! Fai l'insegnante (o qualsiasi altro mestiere) solo se dal tuo lavoro può venire qualcosa di buono. Da Scattone non verrà nulla.

    E come notava Campione sul suo blog, Scattone 'sto liceo se lo è andato a scegliere (visto che il Cavour non sarà stata l'ultima scelta dell'ultimo convocato). Miserabile e meschino.

    Uqbal

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  8. Ma sì, anche io concordo. Cerco di capire il dolore dei genitori, anche se è difficile, ma in ogni caso lì o altrove (e altrove non sarebbe lo stesso?) ha tutto il diritto di insegnare. A che serve un articolo così?

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  9. mi trovi d'accordo.
    è un piacere leggerti di nuovo, bentornato.
    aaqui

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  10. ineccepibile. Dal punto di vista del diritto non fa, macché una piega, manco un angolino. Poi siccome appunto probabilmente ha contribuito anche lui a finire in 'quel' liceo, forse per opportunità poteva puntare su un altro. Ma l'opportunità non ha a che fare con la legge e la giustizia

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  11. A sentire lui, non sapeva che il liceo Cavour era quello frequentato un tempo da Marta Russo. Però, come già hai scritto tu, questa è comunque solo una questione di scelte personali relative all'opportunità. Il diritto resta un'altra cosa.

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  12. scorfano, il fatto che lui dica di non sapere in quale liceo andasse la ragazza che ha ucciso visto che ha verosimilmente studiato le carte del processo a memoria è semplicemente l'ennesima testimonianza di quanto sia un uomo piccolo piccolo.

    e sbagli a sottovalutare l'elemento che lui ha scelto quella scuola: è indice di perversione e sadismo. e secondo me, se provato, ci sono anche gli estremi per revocarlo dall'insegnamento attivo (una persona sadica -seppur abilitata- può insegnare?)

    Comunque il commento di cui parlava uqbal è qui
    http://marcocampione.wordpress.com/2011/11/25/scattone-russo-scuola/

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  13. Ciao Scorfano, ben tornato!
    Sono d'accordo in tutto e per tutto con quanto scrivi, proprio ieri ne parlavo esattamente in questi termini. La Giustizia ha fatto il suo corso, la legge è stata applicata e credo che bisogna dare la possibilità di riabilitarsi a chi sconta la propria pena. Detto questo, però, credo che per certi settori pubblici e sociali ci sia un buco legislativo: così come chi ha compiuto determinati reati non è più ammesso a lavorare nella pubblica amministrazione o nelle forze dell'ordine (se si hanno familiari non puliti), lo stesso, secondo me dovrebbe valere per altri ambiti lavorativi come l'educazione e la politica. Detto questo, a meno che non sia male informata, si tratta soltanto di uno dei tanti vuoti legislativi che forse andrebbero colmati, ma, allo stato attuale delle cose, mi ritrovo a difendere lo Stato di diritto e con esso Scattone.
    A presto,
    ohana

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  14. @ohana
    Se ho letto bene, non c'è un buco legislativo, non in questo caso: c'era un pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici, che è stata poi annullata in Cassazione. Questo se io ho capito bene...

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  15. @marco
    Io non riesco a credere che sia una persona sadica, tutto qui. Magari mi sbaglio (e non ho nessuna simpatia per l'uomo, sia chiaro), ma leggo anche che è pronto a trasferirsi anche da domani in altra scuola, per cui continuo ad applicare la presunzione di buona fede. Peraltro, anche leggendo il tuo post, non mi trovo in disaccordo con quello che scrivi. Resta solo da capire se lui sapesse o meno.

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  16. Ah, non sapevo. Grazie per aver usato il termine tecnico, non mi veniva proprio :)
    ohana

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  17. ecco appunto. se avessi letto questo post prima non avrei scritto io, peggio, le stesse cose su altri blog. ecco, appunto, ancora una volta grazie per saperlo dire sempre bene come serve e quando serve.

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  18. Che ne abbia diritto, è probabile. Anzi, se lo dice Lei, Scorfano, è certo. E sulla opportunità, anche qui nessun dubbio. Anzi, la prenderei alla lettera, l’opportunità, e per questo lo metterei di fronte al portone e lo farei passeggiare in su e in giù, costringendolo a insegnare lì, una piccola penitenza per tanta, e crudele, stupidità.

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  19. Concordo con Uqbal
    Una cosa è il sacrosanto diritto al reinserimento dopo la detenzione. E al lavoro.
    Un'altra è il diritto ad insegnare.
    Concordo anche con ohana, si tratta di un (grave) vuoto legislativo.

    Sentiunpo

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  20. Comprendo le opinioni, e mi aiutano anche a mettere a fuoco la vicenda. Però l'interdizione dai pubblici uffici non è tale: e non si tratta di un vuoto legislativo, quanto di una precisa scelta della Corte di Cassazione.

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  21. Scusa scorfano

    Ma mi permetto di insistere perché non capisco. Siamo d'accordo o no che per fare l'insegnante ci sia bisogno di alcuni requisiti di fondo e di alcune compatibilità?

    Oppure un misantropo collerico con manie psicotiche potrebbe fare l'insegnante, purché abilitato?

    In tutta Europa le scuole richiedono al momento dell'assunzione la fedina penale, e in ogni caso si specifica che ci sono reati che possono determinare l'incompatibilità con l'insegnamento.

    L'omicidio è così irragionevole farlo rientrare tra questi reati?

    Oppure pensiamo che il nostro sia un lavoro così poco qualificato da poter essere svolto indifferentemente da chiunque, basta che abbia studiato?

    Mah...
    Uqbal

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  22. Mi ripeto, o almeno mi pare di farlo. Ci sono delle leggi: se sono sbagliate o insufficienti, non lo so. Quello che so è che esse ci sono e che non sono state violate, non nel momento in cui l'uomo è stato assunto per il mestiere che sta facendo.
    Immagino che i giudici di Cassazione avessero ben presente che egli era un insegnante (speppure universiotario) prima della condanna e che lo sarebbe stato anche dopo: eppure hanno ritenuto di non interidrlo dai pubblici uffici. Suppongo che ne abbiano avuto buone e fondate ragioni (non le conosco, perché non ho letto nessuna sentenza); perché mi fido e perché continuo a credere nello stato di diritto in cui viviamo. Mi fido appunto delle ragioni di quei giudici, che li hanno spinti a quella scelta. Credo che si stia parlando di diritti, non di qualifiche; o almeno così pare a me, in questo caso.

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  23. Ma non si può pensare che una legge sia sbagliata o insufficiente? Non dovremmo definirlo quel "non so"? Ce ne possiamo lavare le mani?

    Non si può pensare che non deve -non può- essere un giudice a decidere che mestiere deve o non deve fare Scattone?

    Il giorno che una quattordicenne avrà una crisi di pianto perché si sarà sentita guardata male dal prof-assassino, o quando un bulletto risponderà "Parla lei" o quando qualcuno comincerà a chiedere al prof. di filosofia cosa si prova ad ammazzare una persona, beh, con chi ci andiamo a lamentare, col giudice? con la Legge (quella di Joseph K...)?

    Se le scuole avessero dei margini di discrezionalità, da un lato potrebbero risparmiarsi tutto questo non assumendolo, mentre, dall'altro, un preside che esaminasse la cosa in profondità potrebbe assumerlo prendendosene la responsabilità (pagando di persona se dovesse accadere qualcosa di quel che ho immaginato qualche riga sopra - e cmq io non sarei d'accordo con lui).

    Io non ho detto che bisogna derogare dalle leggi vigenti. Dico che bisognerebbe cambiare di corsa le leggi. E dico che un sistema che permette tutto questo è sbagliato.

    Uqbal

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  24. La Cassazione ha fatto solo quel che doveva fare, correggendo l'arrore dei giudici di merito. L'art. 33 c.p. dispone che l'interdizione dai pubblici uffici non si applichi nel caso di condanna per delitto colposo: e si tratta di una disposizione ovvia, dato che il delitto colposo è tale proprio perché non è voluto.
    Avrebbe senso condannare lo Scorfano a non insegnare più se, magari in ritardo per arrivare a scuola, magari per colpa della nebbiolina lacustre, magari semplicemente per rispondere a una telefonata (pur se vietato) tirasse sotto un pedone e lo ammazzasse? No, vero?
    Scattone è stato condannato per omicidio colposo, non volontario. Probabilmente avete un'opinione ben precisa e siete d'accordo o meno con la sentenza (e ciò dimostra che ne sapete poco, dato che non si può commentare una sentenza senza aver letto le carte processuali); in ogni caso la sentenza è quella, e dice che lo Scattone non voleva uccidere nessuno.

    Quanto al fatto che non sapesse in che liceo ha studiato la vittima, che cazzo avrebbe dovuto fare? Studiarsene la biografia per evitare tutti i luoghi da lei frequentati? Se fosse stato un maestro elementare, avrebbe dovuto evitare di insegnare nella stessa scuola elementare? E se fosse stato un ostetrico, avrebbe allora dovuto evitare di far nascere bambini nello stesso ospedale in cui era nata la vittima?

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  25. Come al solito, onore al merito dello Scorfano e di m.fisk. Grazie per il faticoso lavoro di mettere i puntini sulle i!

    A questo punto li vogliamo come minimo sottosegretari, altro che quelle mezze seghe che hanno nominato ieri! :)

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  26. Concordo m.fisk sulla prima e sull'ultima parte.
    Sull'interdizione dai pubblici uffici e sulla scuola.
    Chi se ne fotte se quella scuola è oppure no la scuola nella quale ha studiato Marta Russo
    Ha ragione.

    Ma la questione posta è diversa.
    E' giusto che Scattone possa insegnare?

    L'esempio fatto è traballante: non era in auto e non c'era la "nebbiolina lacustre".
    Ha sparato da una finestra e per sbaglio, poveraccio, ha ammazzato una persona.

    Per me, il divieto all'insegnamento ci dovrebbe essere, e dovrebbe valere ovunque.
    Ripeto quanto detto sopra da altri.
    Rilasciare certificati all'anagrafe è diverso dall'insegnare. Oppure no?

    Tra l'altro mi sembra proprio il blog giusto per farsi, in maniera molto pacata, questa domanda.

    Sentiunpo

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  27. A costo di essere insistente, io ripeto e riepilogo la mia domanda.

    Se si ammette che Scattone possa insegnare vorrei sapere come ci si regolerà in presenza di queste probabilissime situazioni, che espongo anche in forma di domanda:

    1) Disagio psicologico di chi non vuole un assassino (colposo, ok, ma come dice Sentiunpo, le pistole non sparano dalle finestre per caso, né visitano autonomamente le biblioteche universitarie). Un ragazzo si mette a piangere impaurito, che gli dici?

    2) Uno studente morbosetto chiede al professore cosa si prova ad uccidere.

    3) Chiedere a Scattone di insegnare la responsabilità personale "Prendete me: ero un cretino ed ho ammazzato una!"

    4)Un giorno qualcuno dirà "parla lei, che ha ammazzato una!"

    5) Che bisogna fare per essere inadatti all'insegnamento, se neanche uccidere (sia pure colposamente) non è abbastanza?

    6) E se i genitori si rifiutassero di mettere il figlio nelle mani di un assassino colposo e chiedessero di trasferire i figli? Li si fa "ragionare"? "Ma no, guardi, ha ammazzato una studentessa innocente solo perché ha tirato a casaccio, ma è un ottimo docente!"

    7) Immagino già le lezioni di etica...

    Uqbal

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  28. Innanzitutto la tutela ai minori, sempre e comunque.
    Sono cosi' vulnerabili !!
    Penso che sia palese per uno che insegna,
    comunque ognuno di noi paghera' le conseguenze, anche quelle non previste dalla legge, per le azioni che intraprende.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)