mercoledì 5 gennaio 2011

Vergognarsi in una libreria

di Sempre un po' a disagio

Lei è entrata in libreria con la sua sua divisa e cioè quella bianca e nera, quella data a chi vende scarpe sportive nei ristretti negozi di Foot Locker. Io l'ho sempre vista là dentro e basta. Mai fuori dal centro commerciale. Mai dentro il mio rettangolo di lavoro. Mai per i corridoi. Orari che non ci fanno incrociare, ci si dice tra commessi. Oggi però è entrata, con un telefono stretto nel pugno, lo sguardo rivolto ai cartelli promozionali dell'ingresso, l'ansia di chi il lavoro non l'ha terminato ma l'ha temporaneamente spezzato. L'ho vista entrare e venire verso me e la mia collega. L'ho sentita chiedere un libro sulla personalità, un qualche libro che aiuti non proprio sul posto di lavoro ma nella vita, tipo quali colori è meglio avere vicino per stare più tranquilli. Allora io, muto, mi sono allontanato con lei per mostrarle il settore adatto, per indicarle qualche nome celebre o celebrato. L'ho fatto con la noncuranza dettata dalla stanchezza postnatalizia, senza voler pronunciare la parola marketing; l'ho fatto, quel breve tragitto, per ritornare al più presto a parlare con me stesso, come faccio da ormai molti anni e sempre più educatamente. Lei però mi ha fermato con le parole e con un gesto nervoso del braccio: tu dici che questo autore è un bravo motivatore, però a me serve qualcosa che non è per me. Con un poco di dolcezza l'ho pregata di spiegarmi meglio, di dirmi esattamente cosa stesse cercando esattamente e per chi. Il mio ragazzo è da risistemare. Colpa mia che gli ho messo ansia. Io non sono capace a stare con me stessa e quando ho di questi periodi lo faccio stare male. Però se io prendo un libro che mi spieghi come fare....Ieri ho comprato un libro di Morelli, questo qui. Dici che va bene? Ho detto di sì, che poteva andare bene. Lei è rimasta un poco chiusa nel suo silenzio e poi con voce quasi rotta mi ha incolpato di confonderla: perchè prima mi hai indicato quel libro e ora mi dici che Morelli va bene? Morelli l'ho visto in televisione, l'altra sera, e mi sembrava una persona serena.

Le ho detto che secondo me nulla di tutto questo va bene. Le ho detto che Morelli e i suoi libri e quelli di Coelho e di Rhonda Byrne danno soluzioni con il fiato corto, sono libri consolatori e che molta gente si impantana con libri simili e le case editrici dalla disperazione ci ricavano parecchi soldi. Le ho detto, dentro la confidenza stesa da lei, che i libri quasi quasi servono non per non essere tristi ma per diventarlo. Poi, per essere gentile e smussare la confidenza in eccesso, ho sottolineato un per me; un secondo me le cose stanno così. Mi ha guardato, la commessa di Foot Locker, ha scosso la testa pronunciando il nome Rhonda Byrne: chi è Rhonda Byrne? Allora le ho mostrato il libro The secret con breve e urbanissima introduzione, l'ho salutata come si saluta chi è qualcosa di più di un cliente e mi sono incamminato a risistemare un fuori posto qualsiasi della libreria. Vergognandomi di aver dato un peso alla disperazione e di averle detto quelle cose. Vergognandomi di non essere stato un buon venditore.

8 commenti:

  1. A diciannove anni comprai diversi cappellini con visiera (mai indossati) in un Footlocker di Roma, per fare una corte pressante ad una commessa bianconera. Tale Graziella.
    Mi ignorò totalmente.
    Mi consolo immaginandomela, adesso, sovrappeso ed infelice. Sono fuori tema?

    Variabile

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  2. se torna, prova a suggerirle questo:
    http://www.ibs.it/code/9788807817984/ferguson-will/felicitareg;.html
    almeno riderà un po'...
    e se serve ti posso prestare mia figlia psicologa, come aiuto commessa... :-))
    un bacione.

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  3. Però qui mi cade un po' la figura della commessa shampista!!

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  4. Sei stato bravo.Anche secondo me questi libri servono a farti diventare triste, grassa, ansiosa o tutto quello che non promette il titolo in copertina. Ma poi cosa ha comprato? Spero un bel romanzo. Dai, fammi contenta e dimmi che ha comprato " Un giorno questo dolore ti sara' utile" di Cameron che, secondo me, e' molto piu' assertivo di Morelli e con quella brutta parola (marketing) non ha niente a che fare.

    P.S.: ciao Variabile!

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  5. Sei entrato e hai segnato, Variabile. Bellissimo rivederti.

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  6. @Danilo
    Le sciampiste sono in via di estinzione. Come le lucciole.

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  7. @Lucia
    Se non sbaglio Felicità è pure gradevole

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  8. è davvero gradevole, tanto che sono andata a ripescarlo e lo rileggerò...

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)