di lo Scorfano
Oggi mi prende uno strano desiderio e mi esibisco, in prima, in una delle mie antipedagogiche e immotivate uscite di strada. Racconto una breve storia, che ho letto non mi ricordo più quando né dove: la storia dice che ci troviamo in cima a una torre molto alta di una grande città lontana e sconosciuta (diciamo pure in Cina, che funziona bene). Viste dall’alto, le persone che passano per la strada sembrano piccoli insetti, indistinti, senza identità: punti che si muovono impazziti in mille direzioni. Noi guardiamo giù e pensiamo. E mentre siamo lì arriva un angelo (o un diavolo, non importa) e ci dice: «Tu puoi far morire tutte le persone che vedi passare. Ti basta pensarlo. Non le conosci e non le conoscerai mai. Nessuno saprà mai che le hai fatte morire. Nessuno dei loro amici o parenti verrà mai in contatto con te e nessuno ti accuserà mai di niente.» Noi lo guardiamo perplessi e non capiamo cosa ci stia dicendo. Lui aggiunge: «Per ogni persona che farai morire io ti darò 10.000 euro». La storia finisce così. Io guardo i miei quattordicenni e chiedo loro a bruciapelo: «Voi cosa fareste?».
La prima voce è femminile. È Carolina che mi dice: «Io li faccio morire tutti». Gli altri tacciono. Ma dopo qualche secondo interviene il suo compagno di banco, Giovanni: «No, non tutti, non ce n’è bisogno. Ne bastano un po’…». Gli altri ridono (lui no, lui era serio); alcuni sono d’accordo. Un po’ sembra a molti la dose giusta. Carolina sente il bisogno di precisare: «Ma dipende! Dipende da quanti soldi uno ha bisogno, da quanto è povero…». Agli sguardi di molti credo che sembri una precisazione ragionevole. Un po’ è terribile, secondo me, ma forse non secondo loro.
Poi dal fondo si alza una voce sottile. È quella di Greta, che dice: «Ma io non posso far morire nessuno! Nessuno può farlo!... Perché poi il rimorso lo tormenterebbe e non potrebbe mai più essere felice». È una bella risposta, ma nessuno dice niente, nessuno conferma nessuno nemmeno ribatte. Tutti tacciono. Da destra interviene una voce maschile, Diego: «Io faccio morire solo i marocchini e gli albanesi». Poi si guarda intorno abbastanza soddisfatto e fiero (è il profondo Nord, baby). E alcuni ridono.
Poi, dal fondo della classe, un’altra voce maschile, quella di Damiano: «Io farrei morire solo i vecchi». Tutti alzano lo sguardo verso di me: la risposta sembra geniale, perfetta. Salva i cavoli e le capre (almeno quelle giovani e di mezza età. Le vecchie capre, pazienza). Ma io, perfidamente, chiedo: «Quanto vecchi?». E Diego: «Quelli di settant’anni». Sembra una cifra accettabile. Io dico: «Settant’anni è l’età che ha mio padre». «Allora ottanta» si affretta a correggere Damiano.
Ridono di nuovo in tanti; e, ve lo confesso vergognandomi, mi scopro a ridere anch’io, ma poco, per fortuna. Poi li guardo ancora ma non succede più niente. Tutti stanno zitti, nessuno sa più cosa dire. Credo si stupiscano che non ci fosse una risposta giusta, pensavano che alla fine l’avrei rivelata io la soluzione, il numero, la quantità, la misura perfetta. È molto strano, per loro, che io non abbia la risposta. Io invece li guardo soltanto, miei piccoli quattordicenni, e so perfettamente di essere, tranne che per l’ingenuità, come loro. Un po’.
Mi dispiace autocelebrarmi, e infatti non voglio farlo, semplicemente la situazione mi ricorda un film che ho visto qualche mese fa (http://lavitaesogno.blogspot.com/2010/07/box-ce-un-regalo-per-te-di-r-kelly.html).
RispondiEliminaIn ogni caso, non lo dico per piaggeria, la scenetta tratteggiata dallo Scorfano avrebbe potuto portare a girare un film molto più interessante.
Guarda, Scorf, a parte la gioia che mi dà leggerti in diretta, oggi sono di umore così grigio che mi accoderei senza dubbio a Carolina. Sigh. Speriamo quindi che nessun angelo-diavolo mi si accosti...
RispondiEliminaperaltro c'è anche un passo di non ricordo quale vangelo apocrifo che descrive gesù che - scoperto che essere il figlio di dio ti dà anche qualche "super potere" - si diverte ad andare in giro a incenerire la gente. e si diverte molto.
RispondiEliminaBeata gioventu' o perfidi adolescenti?
RispondiEliminaCerto, non mi state per niente consolando della fatica che mi costa ascoltare certe risposte in classe. L'ho sempre detto che scrivere su un blog non serve a niente... ;)
RispondiEliminaSai, Scorf, a volte ho l'impressione che certi ragazzi diano apposta delle risposte provocatorie, solo per mostrarsi, in apparenza, potenti ed affermati. Non è detto che tali sparate corrispondano esattamente alla loro volontà.
RispondiEliminaE comunque, se tu hai fatto quella domanda, hai messo a nudo il problema, li hai messi ad ascoltare la propria voce, li hai messi di fronte a loro stessi. Ti pare poco?
"Viste dall’alto, le persone che passano per la strada sembrano piccoli insetti, indistinti, senza identità"... il problema sta qui.
RispondiElimina@Ipazia: più ci penso più mi rendo conto che quella domanda fa paura a me. Forse è per questo che gliel'ho fatta. (però sulle risposte provocatorie hai un po' di ragione. Un po')
RispondiEliminaInteressanti, questi adolescenti.
RispondiEliminaVariabile
L'unica risposta preoccupante è quella di Diego.
RispondiEliminaGreta pare una che sa immedesimarsi e immaginare. Sembra aver preso la domanda molto sul serio, con una certa carica emotiva. Mi piacerebbe leggere i suoi temi di italiano...
Gli altri facevano i fessi o si baloccavano con la paradossalità della situazione.
E' possibile anche che si siano accorti del fatto che cercavi in tutti la risposta di Greta?
Oppure ho frainteso?
A me fa paura davvero una domanda così, e dovere ascoltare le risposte.
RispondiEliminaHo avuto alunni che toglievano le scarpe da ginnastica per giocare a pallone sul campo all'aperto, per non rovinarle. A quindici anni uno può essere provocatorio e spararle grosse, ma può anche pensare che un vecchio (o un marocchino) è un vecchio, e diecimila è una bella cifra.
E anche dopo, in realtà.
La risposta di Diego, quella sugli stranieri, è il segno che, oltre a voler provocare un po', le risposte arrivano dalle famiglie, non da loro quindicenni. Non che questo mi consoli, naturalmente.
RispondiEliminaIo qui ci leggo una bella lezione: leggere di più, leggere storie, romanzi, aneddoti. Perché nella vita la situazione della torre capita eccome: non solo ai militari su un bombardiere, ma anche a chi ruba, a chi pensa, con una scorciatoia facile facile, anche legale, per carità, di arrivare prima ai suoi 10.000 euro a spese di altri. Le storie ci raccontano che spesso la via facile nasconde insidie ben maggiori, che dietro i morti senza volto ci sono storie di persone come noi, che i 10.000 euro non servono a nulla se poi avremo una vita di emme.
RispondiEliminaSia ben chiaro, avere la voglia di avere un lanciafiamme per guadagnare 10.000 per ogni "coso" ucciso viene a tutti, almeno una volta nella vita. Anche Gesù venne messo in tentazione, e noi non siamo certo più buoni. Però la differenza sta in quel che poi si fa. Come si utilizza questa "forza" e questa volontà. C'è chi cammina sulle acque, c'è chi scrive la Divina Commedia e chi si siede su un F16.
Io vado a comprare un lanciafiamme. :-)
Epperò 15enni sono fatti anche di quello che le famiglie ci mettono dentro. E' ovvio che un 15enne ripete cose che ha sentito dire nel suo ambiente da quando è nato (lo facciamo più o meno tutti, e non solo a 15 anni), ma non per questo, purtroppo, ci crede di meno.
RispondiEliminaUno smette di essere razzista solo quando conosce gli stranieri, quando vi ha a che fare a livello non superficiale, e anche così non è facile, perché è fin troppo facile canalizzare le proprie rabbie contro un esterno (etnico, ma non solo).
Le scuole multietniche sono già un'ottima palestra, ma il processo ha cmq bisogno di una guida forte (la nostra, sperabilmente).
La cosa che più mi ha colpito, è il fatto che in pochi minuti i tuoi allievi siano invecchiati di un anno... :P
RispondiEliminaChe bello rileggerti :)
Ti sbagli. Questi sono altri allievi: quelli di una volta sono già in terza, non più miei allievi. Anni che passano.
RispondiElimina... ti lascio il mio commento, sperando di non sbagliare ancora.
RispondiEliminaIo ho una quantità esatta: 945 cosi. (poi ci sono i bonus, ma credo rientrino tutti nella fascia stabilita da Damiano).
La mia non è cattiveria, sia chiaro: per diritto, per discendenza, o per chissà quale altro motivo, quei 945, alla fine dei conti, non muoiono mai.
I've done a lot, God knows I've tried
To find the truth, I've even lied
But all I know is down inside I'm bleeding.
And Super Heroes come to feast
To taste the flesh not yet deceased
And all I know is still the beast is feeding.
And crawling on the planet's face
Some insects called the human race
Lost in time, lost in space
And meaning.
Non ti eri mica sbagliato tu. Ero io che avevo interpretato male le tue righe. Abbi pazienza...
RispondiEliminaHo raccontato la storia a persone che avrebbero necessità non di 10000 euro moltiplicati per chissà quante volte, ma anche solo di 10 in unica soluzione. Persone che in gergo tecnico vengono descritte come “caratterizzate da disagio psico-sociale”: senza dimora, senza lavoro, spesso dipendenti da qualcosa, ancora più spesso con problematiche psichiatriche.
RispondiEliminaA parte risposte tipiche di chi vive per strada: “io ammazzerei il diavolo/angelo” o, con più indulgenza: “lo prenderei a bastonate”, colpiscono queste risposte: “tu caro diavolo, fa' il tuo mestiere di diavolo che io faccio il mio mestiere di uomo” (malato psichiatrico grave) o: “anch'io sono una formichina, se accettassi la proposta ammazzerei me stesso” (alcolista).
E mi domando cosa farebbero i quindicenni (al di là della voglia di provocare tipica di quella età) di questa umanità ai margini.
Ernesto
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