venerdì 7 gennaio 2011

Stranieri

di Sempre un po' a disagio

Non lo capisci immediatamente, se è da poco che lavori qui, in questa libreria. Devo cogliere al volo le poche sillabe pronunciate correttamente, saper dar forma al tuo labiale al sapore di aglio. No, non offenderti, l'aglio piace anche a me e, anzi, maledico il fatto che al mio paese, là in fondo, quasi sul perimetro di un lago, non abbiano ancora aperto un Doner Kebab o un ristorante indiano o pakistano o marocchino. Solo ristoranti cinesi, porcogiuda. Quindi non offenderti, che io mangierei tutto il giorno quello che mangi tu.

Allora, dicevo, a te serve un libro con le parole per tuo figlio. Quindi ti serve un vocabolario, giusto? Ecco, hai visto che ho capito? Hai visto l'esperienza cosa mi combina? Tu vieni qui, mi chiedi un libro con le parole e io so che vuoi un vocabolario. La mia collega, quella là in fondo con i capelli del miele, si sarebbe innervosita. Ti avrebbe detto cosa desidera?, anzi, cosa vuoi? Un libro con le parole? Che razza di richiesta è questa? Qui tutti i libri hanno le parole. Ma non perchè è stupida, ci mancherebbe. E' solo che non ci sa fare con gli stranieri, perde facilmente la pazienza. Dai, vieni con me che ti faccio vedere i vocabolari. A proposito, scusa, ma che vocabolario ti serve? Urdu, hai detto? Vocabolario urdu italiano, certo. Grande o piccolo? Piccolo. Allora, vediamo, sono in ordine alfabetico, portoghese, rumeno, spagnolo e...urdu, eccolo qua, hai trovato l'ultimo che ci è rimasto. Quanto costa? Guarda, il prezzo è qua dietro: costa dieci euro e cinquanta. No, davvero, lo sconto non posso fartelo. Tu non lo parli malissimo l'italiano. Da quant'è che vivi in Italia? Cinque mesi soltanto? Hai imparato velocemente. Sì, lo so che sei stato costretto a impararlo velocemente. Tuo figlio, invece? Da due mesi sono arrivati i tuoi tre figli e tua moglie? Chissa la nostalgia. Io invece abito a Provaglio d'Iseo. Conosci Provaglio d'Iseo? Ah, ci stanno i tuoi cugini. Io abito da solo. Con un gatto. Perchè ridi? Perchè abito da solo o perchè ho un gatto? Dai, dimmi perchè ridi. No, davvero, lo sconto non posso fartelo. Se la libreria fosse la mia te lo fare volentieri. Ma quella là fuori che aspetta è tua moglie? Devi portarla a lavorare? Che lavoro fa? Le pulizie, capisco. Lo so, lo so che uno stipendio non basta...a chi lo dici...hai ragione....guarda, non dirle a me queste cose che se potessi..certo, certo. Beh, vivere in cinque in un monolocale a cinquecento euro al mese non è facile. Io? Vivo da solo. Con un gatto. E' un bilocale. Troppo grande, dici? No, dai, non ti dico quanto pago. Di più o di meno, mi chiedi? Va bene, ti dico solo che pago meno di te. Sì, te l'ho già detto, vivo da solo. Sì, con un contratto d'affitto. Tu in nero? Dovresti dire al tuo proprietario di casa di farti un contr...Ah, altrimenti vi sbattono fuori. Guarda, vedrai che poi le cose si sistemeranno, è solo un momento di transizione. Cosa vuol dire momento di transizione? Vuol dire un momento che poi passa, un momento di passaggio. Guadagni settecento euro, hai detto? Quante ore al giorno di lavoro? Dieci?! Cazzo, ma questo è sfruttamento. Capisco...certo. La politica può risolvere le cose, invece, vedrai. E' solo che al governo, ora, ci sta della gente che ti raccomando...Lo sconto? Non, non posso, davvero. Vai pure alla cassa che la mia collega ti fa lo scontrino. Ciao e in bocca al lupo. Cosa? Quale parola? Ah, quella di prima: transizione. Transizione. Ciao. Mi dica signora. No, mi dispiace, Benvenuti nella mi cucina della Parodi l'abbiamo terminato. Sì, è andato a ruba. Di niente, salve.

5 commenti:

  1. Qui vicino a casa mia (niente gatti) ci sono due librerie soltanto. Una è piccolissima, nell'altra il commesso dice solo sì e no. Sono sicura che non c'è un dizionario urdu-italiano in nessuna delle due. Qualche metro più in là, nei locali dell'ex ambasciata somala, vivono decine di persone senza acqua né elettricità. Con i topi.

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  2. Un luogo dove ci stanno librerie e non acqua e elettricità è particolarmente curioso.

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  3. L'ho letta questa storia dei somali e dell'ambasciata. Uno specchio perfetto del paese che siamo.

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  4. Se io fossi quella collega, quella con i capelli del miele, potrei sistemare tutto con un sorriso. Potrei guardare il mondo con occhi grandi e turchesi. Ma io sono la commessa con i capelli indomati. Quella che mangierebbe i Kebab a colazione. Posso solo essere gentile.
    Non sempre.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)