sabato 22 gennaio 2011

sere d'estate

di lo Scorfano

«E ai tuoi alunni di seconda, non ci pensi più?» 
«Sì, ogni tanto ci penso, mi capita.» 
«E cosa pensi?» 
«Boh, penso che non saranno più miei alunni.» 
«E non ti spiace?» 
«Sì, un po’. Ma è normale, fa parte del lavoro.» 
«Ma non ti sei affezionato?» 
«Sì, certo, un po’ ci si affeziona. Però uno sa che è normale così e non ci fa più molto caso, dopo un po’.»
«Però erano così carini. Sono anche venuti tutti a casa tua, all'inizio di luglio, ti hanno portato dei regali, si vedeva che ti volevano bene...»
«Non sto dicendo questo, non dico che non sia vero. Io me li ricordo tutti, i miei alunni. Dico solo che poi i giorni passano, l'estate anche, e quello che rimane non è l'affetto.»
«Quindi non ti mancheranno?»   


«Cosa vuoi che ti dica… Un po’ mi mancheranno, è ovvio. Ma non è mica importante. Se ci penso, mi mancheranno, perché, come dici tu, erano "carini". Ma non ci penso, perché so che è inutile e che non serve.» 
«E quando li rivedrai a settembre?» 
«Be’, sarà tutto molto diverso. Saranno in terza, all’inizio verranno a salutarmi nell’intervallo, poi ci incontreremo nei corridoi, poi la quotidianità… Insomma, si smette di pensarci, a un certo punto.» 
«Anche loro smettono di pensarci?» 
«Boh, non lo so. Sono ragazzi giovani… Qualcuno già non ci pensa più ora. Altri avranno qualche rimpianto iniziale, è inevitabile. Ma passerà, anche per loro.» 
«E non è brutto?» 
«Forse, non so. È più normale che brutto.» 
«E non ti viene nostalgia, qualche volta?» 
«Non so, non credo. Forse mi viene nostalgia per come ero io… Sono anni che passano, in fondo, e che non mi tornano indietro. Più che altro è questa la sensazione sgradevole.» 
«E nostalgia di loro?» 
«Loro sono passati, ne avrò degli altri. Io ho fatto il mio mestiere come potevo, loro hanno studiato e imparato come potevano, non c’è molto di più da dire.» 
«Ma un po’ ne sarai fiero, no?» 
«Fiero di cosa?» 
«Fiero di averli portati fino in terza, di aver contribuito alla loro crescita intellettuale, fiero di quello che hai fatto insomma…» 
«Non lo so… Fiero non è la parola giusta, credo.» 
«E qual è la parola giusta, allora?» 
«Stanco.» 
«Che brutto, però!» 
«Be’, un po’ brutto, non bruttissimo. Normale, di nuovo.» 
«Per me è brutto…» 
«E come dovrei sentirmi, scusa? Fiero?» 
«Sì, secondo me, sì.» 
«Di averli portati in terza?» 
«Sì, di quello. E del fatto che sono cresciuti un po’ anche con te.» 
«Tu pensi che io sia stato così importante? Che un altro al posto mio non sarebbe stato uguale?» 
«Io penso che c’eri tu, non un altro.» 
«E quindi?» 
«E quindi niente. Dovresti essere soddisfatto, tutto qui. Dovresti pensare che questi sono ragazzi che un giorno andranno in giro per il mondo, si costruiranno una vita, un sistema di valori, una capacità di guardare la realtà. E che in questa costruzione tu avrai messo un mattone, forse più di uno. Che almeno una scintilla del tuo modo di interpretare le cose sarà passata in loro e che questa è una delle più grandi soddisfazioni che possa darti il tuo lavoro…» 
«Dovrei pensare questo, secondo te?» 
«Sì, dovresti.» 
«Lo dici perché mi vuoi bene?» 
«Anche.» 
«Va bene, allora. Lo penserò.»

4 commenti:

  1. Evviva, oggi i tempi sono pronti: si faccia uscire quel po’ (che spesso è un bel po’) di cinismo che ci si porta dentro, e via. E se per il medico è un bene non affezionarsi all’appendice (che pur sarà carina quando è infiammata), al pari il prof faccia uscire ‘quel cane’ che c’è in lui, per non rendere puzzolente la ferita che solo lui può curare: e quanto stia male, la cultura, poveri ragazzi, eh?..

    RispondiElimina
  2. La cultura sta male assai; ma almeno c'è l'amore, no?

    RispondiElimina
  3. Io, ad esser sincero, penso spesso ai miei insegnanti e alcuni di loro penso di non averli ringraziati abbastanza, anche se sul momento mi fecero passare dei brutti momenti. Penso anche a quelli proprio non perfetti, incapaci di insegnare, ma vivi. Anche loro mi hanno dato qualcosa.

    Quelli che più biasimo sono i Don Abbondio dell'insegnamento. Sono stati numericamente pochi nella mia carriera scolastica, ma sono stati comunque troppi, per me. Spero si estinguano.

    RispondiElimina
  4. Sì, però.
    Nel senso che tante volte siamo stati un po' don Abbondio tutti quanti. A volte è molto difficile non esserlo, altre volte è solo la stanchezza.

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)