giovedì 27 gennaio 2011

La memoria

di Sempre un po’ a disagio

Gennaio è il momento dei libri di giardinaggio e della loro colorata esposizione vicino all’ingresso del negozio. Così la primavera arriva due mesi prima, da noi, e viene voglia di mettersi già in maniche corte se non fosse che tutti indossano maglioni di lana, berretti e cappotti pesanti. Allora ci si sente ridicoli solo per averla pensata, quella cosa. Ma i libri di giardinaggio spuntano dagli scatoloni, pronti ad essere messi in bella mostra per i signori che si preparano al declino curando orti, giardini, piante, fiori e bonsai. In questo momento dal corridoio del centro commerciale potete vedere dentro la libreria una chiazza verde, una specie di giardino dentro un negozio. Ecco, quella è la bella esposizione fatta da me o da una delle mie quattro colleghe. Non che abbiamo fatto un’immane fatica, però la maggior parte delle volte ne andiamo fieri di quella colorata esposizione. Per cinque mesi nessuno ci chiederà più dove si trovano i libri sulle magnolie o sugli orti per il semplice fatto che saranno lì a chiamarvi, quei libri, nuovi e freschi di stampa.


In libreria, come nei negozi di abbigliamento, le stagioni si presentano molto prima, insomma. A ottobre incominciamo a pensare ai libri natalizi e alle strenne, così a novembre un libri su come fare l’albero di natale o un presepe lo troverete dove ora ci sono i libri sulle peonie. A novembre per me e per i miei colleghi è già il momento di meditare sulla cena natalizia o su chi frequentare o cosa fare all’ultimo dell’anno. Capace che il 25 di novembre ci sbagliamo e tra colleghi ci scambiano gli auguri di buon Natale.

Ad agosto per noi i bimbi hanno già cominciato ad andare a scuola e gli adolescenti a bruciarla, a tagliarla, a pigiarla. Così per noi, ad agosto, gli adolescenti che si trascinano per i corridoi sono giovani che hanno bruciato per evitare un’interrogazione. In questo caldo mese abbiamo già preparato una piramide gigantesca di vocabolari scontati del 20% o del 25% e dobbiamo continuamente compiere una manutenzione dell’enorme esposizione perchè le vendite dei dizionari rovinano la geometria, la perfezione degli incastri. Allora modifichiamo, aggiungiamo, sottraiamo da una parte per inserire dall’altra affinché all’occhio tutto tenga. Il cliente, mi dicono, è attento a queste cose.

Ogni libro ha i suoi quindici minuti di gloria, dopodiché se ne ritorna al suo posto, in fondo al negozio, dietro al pilastro, nella parte più scura, quella peggio illuminata dai faretti, dove vado io a svenire quando sono troppo stanco o quando alle dieci di sera qualcuno mi chiede un libro sull’addestramento delle papere. Siamo anche sempre in anticipo su tutto, sappiamo chi sarà ospite da Fazio tra due settimane, sappiamo il personaggio famoso che sta per morire, chi vincerà il premio puzzetta, chi verrà ucciso dalla mafia e chi verrà arrestato dai carabinieri. Perché su tutto questo è previsto un libro Sappiamo molte cose in anticipo e per questo spieghiamo ai libri quale sarà il loro nuovo scaffale. Settori che girano per il negozio come costellazioni. Ma soprattutto ci ricordiamo cosa sta per giungere di nuovo, ancora una volta, come tutti gli anni. Abbiamo buona memoria, noi commessi.


Per oggi 27 gennaio, giorno in cui le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz, non c’è particolare esposizione, ma per i libri sulla Shoah solo una piccolissima porzione di uno scaffale che sta nel settore “storia- attualità”. Lontano dalla cassa. Lontano dall’ingresso. Abbiamo radunato lì libri che ci sono anche durante l’anno ma in settori diversi, salvo qualche trovata del momento (Anna Frank a fumetti). In questo caso abbiamo messo insieme schegge, abbiamo fatto un poco di coerenza su un breve scaffale ad altezza uomo. L’esposizione, prevedo, come ogni anno rimarrà intatta. Forse di quei libri ne venderemo due. Forse tre.

Le sinapsi della storia agiranno altrove. Il ricordo non avverrà certo per mezzo dell’acquisto di uno di questi volumi che raccontano di una tragedia umana. Noi oggi venderemo libri sui bonsai, io darò come al solito da mangiare al mio gatto, un cliente dirà al telefono ti amo a qualcuno, le guardie del centro commerciale lasceranno anche oggi in bella vista la svastica tatuata sul gomito, sui bancomat del centro commerciale logaritmi concretizzeranno per via telematica input verso conti correnti, uomini di Stato saranno presenti alle cerimonie e verranno pronunciate parole importanti, piene di significato.

9 commenti:

  1. Capisco e apprezzo molto il tuo posto, ma... "logaritmi concretizzeranno per via telematica imput verso conto correnti"? Che vuol dire? Forse "algoritmi"? Forse "input"? Ma anche così, che significa? Le parole sono importanto...

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  2. "importanti", ovviamente...

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  3. Dai, cerca di essere comprensivo, ho tradotto da inesperto e in parole quello che fa un bancomat. Chiedo perdono.

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  4. Sì, scusa tu il tono antipatico. Buon proseguimento!

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  5. Di nulla.

    Poi si dice "post" non "posto".

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  6. Hai ragione: a fare il pignolo bisogna sempre stare più che attenti!

    Ma il mio, più che una pignoleria ortografica, era l'effetto dell'impressione che ho qualche volta, che chi si occupa di cultura "umanistica" tratti con una certa sufficienza quella scientifica e tecnica (e viceversa, ovviamente!). Quasi come se, non occupandosi di informatica o altre scienze, logaritmi, algoritmi e altri impicci fossero poco importanti e intercambiabili.
    Non ce l'ho con te, ovviamente: è solo che mi è capitato sotto gli occhi questo post e, mentre tutto il resto è scritto con cura e partecipazione, questo riferimento "tecnico" sembra buttato lì, alla "tanto avete capito cosa voglio dire".

    Ciao!

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  7. A me il riferimento "TECNICO" e' piaciuto molto, appunto perche' non e' tecnico. E mi e' anche piaciuto molto quando hai scritto che noi spieghiamo ai libri dove stare. E' vero.
    Comunque, per aiutare la gente a ricordate, oggi viene dato in omaggio un calendario tascabile.Dovesse mai servire.

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  8. Il riferimento tecnico che non è tecnico è una sbiriguda con la supercazzola, ma se l'intento era proprio quello come non detto.

    @ste: Grazie per aver confermato quello che penso.

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  9. Interessante discussione. In effetti se non si sa chi è Alfieri, in Italia si è ignoranti, poi c'è un'ampia fetta di persone che pensa che i funghi siano piante o che i pipistrelli siano uccelli.

    antani?

    variabile

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)