martedì 10 gennaio 2012

Prima di giudicare

del Disagiato

Avete presente lo scrittore Nicholas Sparks? Nicholas Sparks scrive romanzi d’amore, che io in libreria definisco, per essere un pochino professionale, romanzi rosa. In questi romanzi c’è sempre un uomo bello e fortunato che si innamora della persona sbagliata ma che poi invece sbagliata non è. Romanzi rosa o romanzi sentimentali o romanzi d’amore, scegliete voi. I romanzi di Sparks vendono tantissimo, a voler ascoltare i lettori, per via del fatto che sono scorrevoli, non troppo impegnativi e che nei personaggi si vede un po’ delle nostre vite. Però non sono nulla di più se non intrattenimento e poi, a volere fare il rompiballe, le nostre vite, lì dentro a quei romanzi, non ci sono, perché le nostre vite sono invece silenziose.

E se mai ci accade qualcosa (parlo di fatti non catastrofici, ovviamente) questo qualcosa è soffocato e non lineare. Con questo non sto dicendo che i romanzi di Nicholas Sparks sono brutti. Niente affatto. Solo che sono romanzi che smettono di dire quel poco che hanno da dire nel momento stesso in cui chiudiamo il libro.

Sono romanzi che parlano della forma dell’aria. Sapete che forma ha l’aria? Leggete Nicholas Sparks e lo scoprirete. In "Ho cercato il tuo nome", un soldato americano trova nella sabbia irachena una fotografia di una bella donna e che si scoprirà essere un amuleto. Il soldato torna a casa, cerca la donna, la incontra, scopre che è la donna che attendeva da una vita, se ne innamora e poi succede qualcosa di oscuro e misterioso. Ecco, tutto questo a noi non succede e non succederà mai, penso. Però di “Ho cercato il tuo nome” e degli altri titoli dell'autore ne abbiamo vendute tantissime copie (e in futuro ne venderemo ancora tante) perché  per mezzo di un periferico passaparola stanno diventando dei classici del loro genere. Sono romanzi che restituiscono astratta speranza, che ordinano i fatti sgrammaticati della vita e che risarciscono le lettrici e i lettori. Ma soprattutto le lettrici.

Ecco, ieri parlando con una cliente ho detto più o meno queste cose in modo spocchioso, professionale e gentile. Lei, che voleva comprare l’ultimo libro di Nicholas Sparks, mi ha chiesto: “Scusa, ma hai mai letto un romanzo di Nicholas Sparks?” E io le ho risposto che no, che non ho mai letto un suo romanzo. “E come fai a dire queste cose se non lo hai mai letto?” e io allora ho rubato un po’ di aria al negozio e me la sono messa nei polmoni, in silenzio, muto, senza neppure abbozzare alcuna risposta. “I tuoi sono solo pregiudizi. Dovresti leggerlo prima di parlare”. E io me ne sono stato ancora zitto.

25 commenti:

  1. Quando la zittitudine è l'unica soluzione.
    Io però ho letto un romanzo (uno!) di fabbiovolo e ne parlo male quanto mi pare.

    RispondiElimina
  2. Nonostante la mancata lettura, resta il fatto che la trama che racconti - che presumo tu non abbia inventato - è improbabile si verifichi nella vita delle persone che comprano i libri di Sparks.
    Che nei romanzi Harmony uno voglia veder rispecchiata la propria vita e i propri sentimenti (o quelli che desidererebbe fossero la propria vita e i propri sentimenti) è tutto un altro discorso. Sostanzialmente se sostieni con la gentile signora la tesi che hai esposto, in un certo senso è come se le dicessi che la sua vita è noiosa e ben distante da quella che lei ritiene di ravvisare nelle pagine del libro. Imperdonabile mancanza di tatto! ;)

    RispondiElimina
  3. Sì, io alle care signore (e anche ai signori eh) dico che la loro vita è noiosa, come la mia del resto. E poi aggiungo, sempre con spocchia, che per questo motivo i romanzi che bisognerebbe leggere sono, anche quelli, un po' noiosi. Mimesis.

    RispondiElimina
  4. Scusami, caro Disagiato, ma la tua cliente ha ragionissima. Adesso per punizione ti leggi uno Sparks e poi ti sfoghi con un pippone chilometrico su quanto sia inutile la sua opera nel panorama letterario mondiale. Se invece ti piace regalerai il prossimo Sparks a quella cliente a mo' di scuse. :-)
    ilcomizietto

    RispondiElimina
  5. Vabbè, ma quella è la prima obiezione da neutralizzare!
    Sarà che io l'ho dovuta ascoltare per anni e anni...
    al di là che allora bisognerebbe vedere un cinepanettone per parlarne, io ho dovuto discutere con gente per questioni molto più sottili.
    tipo spiegare che agatha christie, per quanto la si possa amare, non è letteratura, bensì paraletteratura. che ogni libro che rispetta un canovaccio, uno schema, e che alla fine "risolve" le domande, le questioni che aveva posto all'inizio, non appartiene alla categoria "romanzi" di Letteratura. e che questo però non vuol dire nulla, ovvero che è probabilissimo che un libro della christie sia scritto infinitamente meglio di un qualsiasi romanzetto scritto male in vendita oggi.
    è una semplicissima questione di Forma, che proprio la gente detesta stare a sentire e capire. non ho bisogno di leggere un libro intero di n. sparks per capire come è scritto, di che lingua è composto. basta giudicare le cose perchè "è bello, racconta una bella storia". può essere bello quanto ti pare, ma non è letteratura.
    secondo me, insomma, la faccenda è piuttosto semplice. per questo poi sono la prima a dire che, una volta chiamate le cose con il loro nome, non dobbiamo necessariamente mettere all'indice o stigmatizzare nessuno. vuoi leggerti una cosetta così, tranquilla e acchiappona? vai, nessuno a stigmatizzarti. ma appunto, tranquilla e acchiappona. basta essere sinceri. soprattutto con se stessi.
    Laura.

    RispondiElimina
  6. Ma guarda che tu e la cliente avete ragione ;) Solo che io dalla copertina, dai titoli, dalla forma geometrica del cliente, dalle bandelle, dalle pubblicità plateali e dalle patetiche trasposizioni cinematografiche, ecco, da tutte queste cose mi faccio un'idea del libro. E non solo con questo autore, ovviamente.

    RispondiElimina
  7. disagiato, è la terza volta che commento e che fraintendi quello che scrivo. (è successo anche col commento su pasolini).
    c'è qualcosa che non va nella mia scrittura? :)
    io davo ragione a TE.
    concordavo con te, e avvaloravo la tua tesi.
    Laura.

    RispondiElimina
  8. Laura,
    da oggi in poi incomincerò ad utilizzare l'eccezionale termine "acchiappone". Davvero, ti ringrazio. Il post di oggi ho fatto bene a scriverlo solo per questo.

    RispondiElimina
  9. Il commento precedente era per il comizietto.

    RispondiElimina
  10. identico a @Hombre!
    E faccio lo stesso con la musica... Adesso posso argomentare compiutamente in 20 modi diversi il mio disprezzo per i Modà.

    RispondiElimina
  11. Randolph Carter

    Per giudicare i Modà serve ascoltarsi attentamente e per intero un loro album? Penso di no. Dio mio quanto sono saccente e antipatico oggi e sempre ;)

    RispondiElimina
  12. Hai ragione, ma non seguendo certi generi ho bisogno di andare a capire di cosa si tratti ( attenti al testo: http://youtu.be/g5gOyPHuSD8 ), io prima non sapevo nemmeno chi fossero!

    RispondiElimina
  13. 1) Noi fortissimamente rivendichiamo il diritto di giudicare un libro dal contorno che lo accompagna.
    2) Noi vogliamo inneggiare alla pagina presa a caso, che ci dà sufficienti elementi per farci un'idea dello stile e della forma e ci autorizza a proiettare il nefasto volume nel metaforico cestino dell'immondizia.
    3) Noi vogliamo glorificare una bella critica senza appello, sola igiene della spazzatura letteraria imperante, e ridere in faccia a chi sostiene che "tutti i gusti sono gusti".

    E diamine, su... se perdiamo tempo a leggere schifezze per poterle massacrare con cognizione di causa, poi ci manca il tempo per i libri belli :P

    RispondiElimina
  14. per capire quanto da schifo cucina la Parodi, non c'è bisogno di leggere i suoi libri interessantissimi di cucina.

    RispondiElimina
  15. Io però di cucina non è che ci capisca un gran che. Per me potrebbe pure essere brava.

    RispondiElimina
  16. @salsadiabli: :D
    manifesto fantastico.
    Laura.

    RispondiElimina
  17. Sicuramente hai fatto bene ad stare zitto perché in quel momento la tua cliente aveva ragione, in ogni caso, non hai fatto niente di male. Senza parlare del proprio autore, puoi dire che quella tipologia di romanzi rosa non ti piacciono, giusto? Non stai insultando nessuno, anche se sarebbe meglio dare un’opportunità all’autore.
    Il primo libro che ho letto di Antonio Munoz Molina, “plenilunio”, mi ha fatto innamorare dell’autore e delle sue storie. Parlavo benissimo di lui e della sua opera, invece ho letto altri due libri e non mi sono per niente piaciuti. Sono rimasta proprio delusa.
    Sara M.

    RispondiElimina
  18. Guarda, io parlo di cose che non so sapendo ancora meno! :-) Solo che se lo faccio davanti ai clienti, poi mi cazziano. Evito sempre. Anzi, davanti ai clienti evito sempre di parlare male anche di cose che conosco. Ma non sempre ci riesco. :-)
    ilcomizietto

    RispondiElimina
  19. cessione del quinto
    In negozio, ogni tanto, mi capita di consigliare "L'inverno a Lisbona" di Molina, che parecchio tempo fa non mi era dispiaciuto (e forse anche perché mi piace tantissimo il titolo). Chissà perché poi non ho più letto nulla di suo. Boh.

    RispondiElimina
  20. Cessione del quinto, scusa ma il tuo link mi fa sorridere ;) Non vi devo dei soldi, vero?

    RispondiElimina
  21. Caro Disagiato,
    nel rapporto cliente-libraio la tua cliente aveva ragione, ma io e te (e apparentemente non solo noi...) sappiamo benissimo che le tue parole erano sacrosante. Oltretutto, vogliamo parlare del danno che il "risarcimento" (come lo chiami tu) dei romanzi d'amore come quelli di Sparks infliggono a chi non legge altro? Secondo me è più la frustrazione che generano nel presentare vite simili a quelle del lettore, che però improvvisamene svoltano, dell'evasione che garantiscono durante la lettura.

    RispondiElimina
  22. Nel mio prossimo romanzo il protagonista sarà un libraio spocchioso gentile e professionale che dissuadeva i clienti dalla lettura di romanzi rosa...

    RispondiElimina
  23. E magari fai anche che il libraio sia seducente e donnaiolo.

    RispondiElimina
  24. Infatti il libraio in questione(...) è donnaiolo, tutte le commesse del centro commerciale entrano in libreria solamente per poterlo vedere, mica per comprare il libro di Danielle Steel a 4 euro e novanta.

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)