lunedì 9 gennaio 2012

ritorno a scuola

di lo Scorfano

Forse, ai miei giovani alunni, dovrei solo insegnare che la passione si consuma, e nient'altro di più. Spiegare loro che quella scorta di fuoco che hanno dentro e che a loro sembra inesauribile, talmente inesauribile che non sanno nemmeno di averla e che non ne hanno cura, che non ne possono avere cura, quella scorta invece è esauribile; e che lentamente ha già cominciato a consumarsi, anche nei loro cuori diciassettenni.

Forse dovrei raccontare loro della mia, del fuoco che avevo io, a diciassette anni come loro, dell'ingenuità e del candore, ma anche della forza e della rabbia; della passione, in sostanza. E di come quel fuoco mi abbia fatto attraversare anni e fatica, di come mi abbia portato a studiare, quando ancora pensavo che studiare fosse noioso, e poi a insegnare, e poi, soprattutto, a non smettere di insegnare. Forse, raccontando loro di me e del fuoco e della mia passione, avrei spiegato loro la cosa più importante: che la passione, qualunque passione, anche quando sembra inconsumabile, si consuma. Che tutto si consuma. E che è «consumo» proprio nello stesso senso del consumo economico, solo che ci sono cose che non potrai più ricomprare, dopo che le hai usate, e una di queste è la passione. Che finisce e basta.

Magari dovrei dire loro che la passione è come una caramella dura, e che non bisogna masticarla, mettere a rischio i denti, che poi dolgono, ma piuttosto farla durare, sapendo che per quanto sia dura e solida, un giorno finirà. O meglio, dovrei dire loro che la passione è come un sacchetto di quelle caramelle dure, che sembra enorme, illimitato, senza fondo. E invece ha un fondo, e questo dovrei insegnarlo.

E che non si mangiano tutte insieme le caramelle, come ho fatto io tanti anni fa, ma una per una è meglio, una per una possono anche durare e bastare. Altrimenti poi ci si ritrova come mi sono ritrovato io, oggi, domani, stamattina, con il sacchetto vuoto in mano e soltanto alcuni pezzi di caramella in bocca, quelli che avevo masticato tutti insieme quando la forza mi sembrava senza fondo, quelli che adesso, dopo anni, avanzano. E li percorro con la lingua, quasi li proteggo da me stesso, sperando che quei pezzetti possano ancora bastare, contando sul fatto che in qualche modo possano arrivare fino alla fine, anche se so che sarà impossibile.

Forse dovrei infine confessare che quello che a volte loro credono di vedere in me, la passione che ho per la letteratura, non è per niente quello che credono. Non è la passione che ho, quella lì, è la passione che avevo. Non sono io: ero io. 
È la memoria della passione che un tempo ho avuto: e ogni tanto questa memoria si impossessa ancora di me, e allora mi comporto come se ancora ci fosse quel fuoco, quello spigolo duro, quell'arco teso: ma è perché mi succede come succede a quelli che hanno perso un braccio, o una gamba, che a volte sentono ancora il dolore a quel braccio o a quella gamba. Ma non è dolore, non è passione: è la memoria che agisce nel cervello e finge che ci sia quello che non c'è più. Forse dovrei dire loro di fare attenzione e di avere cura di queste loro passioni, per non doverle un giorno ricordare, per non doversi un giorno trovare come ci si trova quando ti hanno amputato una gamba.

Ma anche se glielo dicessi non servirebbe a niente, lo so. I più spaventati, alunni perbene, lo imparerebbero, magari; e poi verrebbero all'interrogazione a dirmi che «la passione si consuma e che bisogna averne cura»; gli altri, quelli che comunque studiano poco, non imparerebbero nemmeno questo, è ovvio. E comunque tutti, senza distinzione, spaventati e studiosi, perbene e permale, tutti non ci crederebbero. Lasciando me con i miei quarant'anni, con la mia lingua che percorre la bocca in cerca di quello che forse mi è rimasto, a guardarli uscire verso il mondo.

21 commenti:

  1. Passione e prudenza sono incompatibili. Buon anno,

    Scialuppe

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  2. Dolcezza (quella della caramella?) ed amarezza (quella della passione che finisce?) in questo gran bel post. Una collega;)
    http://myblogpensierieparole.blogspot.com/

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  3. È molto vero. Ma non accetterebbero mai di tenerle da conto, quelle caramelle, di succhiarle adagio come certe vecchiette passandole da una guancia all'altra, di risparmiarle, di lesinarsele. E fanno bene, lo sai anche tu in fondo: quando la passione finisce si troverà qualcosa d'altro per prenderne il posto, si trova sempre qualcosa. Ma finché c'è si divora, con desiderio e con foga: altrimenti non è passione, è una pastiglia per la tosse.

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  4. Ciao Scorfano.
    Hai letto l'ultimo D'Avenia, prof. come te?
    C'è questo prof. di lettere divorato dalla passione che alla fine vive solo nei libri.
    Per la cronaca il libro non mi è piaciuto.

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  5. Nel mio modo di vedere le code e di leggere il tuo post, ti ringrazio di avermi dato l'ennesima conferma dell'utilità della pratica delle arti marziali.

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  6. era "Nel mio modo di vedere le cose".
    Maledetta dislessia.
    O è solo la testiera del PC?
    :-D

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  7. Sì, ho capito che Pancrazio fa scuola di avvilimento, ma diobonino da qualche parte non ci sarà un altro sacchetto di caramelle?
    Hai cercato bene?
    Tipo in fondo al terzo cassetto della cattedra... Io son convinto di sì. Vuoi che non ci sia un cofanetto di caramelle sperlari o di gommose alla frutta ancora intonso? Magari non saranno le dure dei 18 anni, ma pur sempre zuppe del glucosio della passione saranno.
    Devi solo ravanare e trovare la forza per tirarle fuori da lì.

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  8. @M di MS
    No, ancora non l'ho letto. Lessi il suo primo libro, ma (mi duole ammetterlo) non arrivai alla fine. Però ad alcuni dei miei attuali alunni è piaciuto abbastanza...

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  9. @Hombre
    In realtà la forza te la ridanno gli alunni, in genere. O almeno stamattina è andata così, nonostante tutto. ;)

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  10. Anche per me è così,prof: spesso sono loro che mi richiamano, quando decido di guardarli in faccia...

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  11. dai, però la passione si può coltivare, come le piante: come le piante, non puoi pensare che crescano sempre bene solo grazie al sole e alla pioggia.
    però, al contrario di altre passioni, credo che la nostra riviva al meglio solo quando ce ne distanziamo un po'...

    ovviamente, sarebbe più facile se si potesse inguainare in una guepière (per voi maschietti) o in un bel paio di jeans aderenti con addominali a vista (per noi femminucce).

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  12. La mia, temo che sia vestita un po' come la signora Merkel... ;)

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  13. Un tono che non ti è usuale, Scorfano. Che succede?

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  14. Oh! la crisi dei quarantanni.
    Sono così contenta di ritrovarti!! come rivedere un viso conosciuto in un punto di ritrovo di sfollati, che anche sentirti così depresso mi fa piacere ugualmente, anche perchè ormai so bene, che sono solo riflessioni di un momento e facilmente superabili. Il contatto con i ragazzi è una iniezione di fiducia, nonostante tutto.
    Buon inizio di anno, di settimana, di trimestre o quadrimestre che sia.
    Tea

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  15. Grazie, Tea. Felice di aver ritrovato te! E auguri, ricambiati.

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  16. nonostante tutto frank9 gennaio 2012 alle ore 22:57

    ci provate tutti e due a farmi venire tristezza... a farmi pensare che la vita faccia schifo e tutte queste belle robette da personcine intelligenti... ma io me ne fotto... è troppo bello crogiolarsi nella malinconia in quel mare dell'inevitabile... la passione e tutte queste cose qui... beh sappi che ci sono persone che non si fanno buttare giù da queste stronzate, persone che vanno avanti lo stesso col sorriso... che tanto andiamo tutti dalla stessa parte... quando guardi i tuoi alunni non pensare a queste palle pessimistiche, pensa invece che potranno realizzare qualcosa nella vita, amare veramente, avere dei figli, gioire, essere forti e deboli, in poche parole semplicemente vivere... perchè sì questo post fa schifo e sento il bisogno di dirtelo, perchè la vita non è questo, per niente, e se tu non hai la forza di reagire, non è detto che gli altri non ce l'abbiano... siete due pessimisti del cavolo e sarete sempre a disagio, senza dubbio... mi viene da dirvi una cosa che bisognerebbe dire a un ragazzo di vent'anni... vuoi una cosa? vai là fuori e prenditela... il pessimismo fa schifo, sei pertito da una tesi sbagliata e hai raggiunto una conclusione sbagliata... la passione la puoi trovare anche a 90 anni, abbi il coraggio di cambiare... non insegnare ai tuoi alunni il pessimismo! e questa storia delle caramelle non la dovresti raccontare non perchè non capirebbero, ma perchè è sbagliata... è proprio una credenza depotenziante... devi dire ai tuoi alunni che possono fare quello che vogliono quando vogliono durante la loro vita, meglio tardi che mai, no caramelle!

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  17. nonostante tutto frank9 gennaio 2012 alle ore 23:08

    poveri ragazzi... la vita è bella scorfano... non pensare al male che i tuoi alunni potranno provare o ricevere, pensa al bene... e non è vero che le hai mangiate tutte le caramelle, non so quanti anni hai ma credo tu ne abbia meno di 60 giusto? e allora cambia punto di vista... potresti smettere di fumare per esempio, fare sport, viaggiare, trovarti una donna se non ce l hai... hai uno stipendio e un mestiere che ti dà più vacanza di altri, non mi sembra che tu sia nella posizione di lamentarti... cazzo che post di merda... sono stufo di commentare...

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  18. Mi sembra un po' il discorso che si fa solitamente sull'amore.
    Inizia a volte con una passione. Poi, inevitabilmente si trasforma. O finisce, o diventa una convivenza a volte semplicemente abitudinaria, ma spesso anche un bisogno, Bisogno di dialogo, di affrontare insieme, di soffrire, di gioire. Di sapere che qualcuno ha pensato o pensa come te. E tanto altro...
    Per essere il mio primo commento su questo blog, ritengo meglio fermarmi a queste banalità:)
    Forse mi verrà meglio la prossima volta.
    Ciao Prof. Scorfano,
    Lara

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  19. In realtà, Lara, hai assolutamente ragione: è anche un discorso sull'amore, infatti, benché in forme diverse da quello di coppia, ma pur sempre amore.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)