Ieri il sito Le parole e le cose ha (ri)pubblicato una bella intervista di Claudio Giunta a Giuseppe Sciortino. Si parla di immigrazione, integrazione, controlli, barriere, confini e istruzione. Non so perché ma “bella intervista” è una definizione che mi mette un po’ in imbarazzo, visto la complessità dell’argomento e dei dibattiti che si accendono e spengono durante l'anno nel nostro paese. Ma di definizione non so trovarne un'altra, scusate. Insomma, io metto qua un brano, diciamo così, importante dell’intervista (è la terza domanda) e poi, inutile dirvelo, potete andare di là a leggere il resto:
Già che stiamo dando consigli. Quali altre cose pensi che la sinistra potrebbe fare, o potrebbe proporre di fare? Cose concrete, intendo, quelle che tu porteresti all’attenzione dei responsabili se ne avessi l’opportunità.
Bisogna capire che la regolazione delle migrazioni non si fa soltanto con le politiche migratorie. Sotto questo profilo, la Turco-Napolitano era un’ottima legge, e con qualche aggiustamento potrebbe anche funzionare. Ma per gestire bene l’immigrazione dobbiamo deciderci ad affrontare finalmente alcuni nodi strutturali. Se si vuole ridurre l’immigrazione irregolare, i poliziotti alle frontiere servono il giusto; gli ispettori del lavoro nei cantieri, nelle aziende e nelle famiglie servono molto di più. Ci sono dieci, anche solo dieci, parlamentari decisi a fare della lotta all’economia sommersa la loro missione? Se vogliamo l’integrazione delle seconde generazioni, ci servono scuole che insegnino bene a leggere, scrivere e far di conto. Anni scolastici che durino di più, con più ore e più compiti, e che offrano, ma anche chiedano, di più agli studenti. Ne beneficeranno i figli degli immigrati ma anche i figli delle classi operaie italiane. Ci sono dieci parlamentari nella sinistra disposti a spiegare al paese che non si va a scuola per realizzarsi bensì per imparare? Se vogliamo maggiore sicurezza nelle nostre città, che poi è quello che chiede la stragrande maggioranza degli immigrati, visto che sono molto più spesso vittime di reati e temono molto di più per le cattive compagnie dei figli, occorre decidersi a riformare il ministero dell’Interno, facendo tornare i poliziotti a fare i poliziotti, togliendoli dagli uffici e rimettendoli sulle strade. Ci sono dieci parlamentari della sinistra disposti ad impegnarsi in un compito così difficile, sapendo che non andranno mai sulle prime pagine dei giornali? I problemi delle politiche migratorie sono banalmente i problemi del paese.
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