sabato 21 gennaio 2012

il professore dimezzato

di lo Scorfano

Il professore severissimo e inflessibile ha bisogno del professore comprensivo e sempre disposto al perdono e all’ascolto; così come il professore sempre disposto al perdono e all’ascolto (d’ora in avanti il “buono”) ha bisogno del professore severissimo e inflessibile (d’ora in avanti il “cattivo”). Come si ha bisogno dell’aria fresca quando fa caldo e del caminetto acceso quando fa freddo; come Achille ha bisogno della tartaruga per essere piè veloce e la tartaruga ha bisogno di Achille, per sconfiggerlo nelle corse dei paradossi dei filosofi.

Ognuno ha bisogno del suo contrario; alcuni la chiamano sinergia, credo; e forse è solo questo che significa lavorare insieme, essere una squadra. Basterebbe mettersi d’accordo all’inizio dell’anno, in consiglio di classe. Tu fai quello buono, io quello cattivo. Come i poliziotti dei film americani. Perché il professore cattivo fa rispettare le regole, non ne perdona una, mette l’osservanza delle regole al di sopra di qualunque altra cosa; e così facendo insegna una delle cose più importanti che si possono insegnare in una scuola: e cioè che le regole servono a tutti e che quindi vanno rispettate e che rispettando le regole si rispettano gli altri. E che il rispetto degli altri è il più fondamentale degli insegnamenti possibili.

Invece il professore comprensivo e disposto all’ascolto delle persone può derogare a qualche regola, magari a quasi tutte; lo farà in nome dell’attenzione al singolo, lo farà quasi sempre, ascoltando i ragazzi, le loro confidenze e le loro lamentele; poi, ogni tanto, anche lui perderà un po’ la pazienza e forse non ascolterà più molto, per qualche giorno; ma non deve preoccuparsi, perché il suo compito sarà facilitato dalla presenza terribile del professore cattivo, che inevitabilmente gli getterà in braccio studenti e famiglie.


Perché il suo compito è quello di creare un clima più sereno e gradevole, in cui i ragazzi possano imparare a rispettare le regole e lo studio senza sentirsi per forza sacrificati a quelle regole. E studenti e loro famiglie apprezzano molto questo suo compito, e gli vogliono bene. Perché il suo compito è quello di insegnare che prima di tutto vengono le persone, gli altri; e che la più importante delle regole che si dovrebbero imparare a scuola è il rispetto degli altri.

Il professore buono e il professore cattivo, per lo più, si odiano. Entrambi si ritengono l’altro un incapace; entrambi pensano che l’altro commetta una serie di imperdonabili errori, entrambi ritengono che l’atteggiamento dell’altro sia profondamente diseducativo e che produca una serie di guasti irreparabili nelle generazioni future.

Il professore buono e quello cattivo, quindi, si detestano per molti anni, giorno dopo giorno; finché uno dei due non è costretto ad andarsene, perché è l’ora della pensione. Solo in quel momento, pochi minuti dopo l’assenza dell’altro, quello che rimane si accorge che nulla sarà mai come prima. E che avevano tutti e due uno spaventoso bisogno dell’altro, per continuare a credere nel loro mestiere, nel loro modo giusto di farlo e nel modo sbagliato di farlo che non sarebbe mai stato il loro, ma dell’altro.

Tutti siamo stati qualche volta il professore buono, quello disposto alle deroghe e al perdono; ma tutti siamo stati qualche altra volta il professore cattivo, quello per cui le regole vengono prima di ogni altra cosa, di ogni altro aspetto della vita di scuola. E, ogni volta che siamo stati l’uno o l’altro, abbiamo sbagliato, inevitabilmente, tutti. Perché tutti, inevitabilmente, sbagliamo, qualunque sia il ruolo che ci è toccato di fare in quel mese o in quell’anno.

Perché ogni ruolo è un errore e in genere è anche un errore che ci siamo scelti da soli. Poi mi direte che bisogna di volta in volta valutare e saper essere al momento giusto quello buono e al momento giusto quello cattivo. Lo so. E allora io vi chiederò di venire tutti i giorni (ma proprio tutti), alle otto del mattino, in classe con me e di dirmi in ogni momento se quello è il momento di essere buoni o il momento di essere cattivi; se è il momento delle persone o delle regole; quel momento lì e poi quello dopo e poi anche quello dopo ancora, ogni mattina ogni sessanta secondi.

Il primo che sbaglia paga la colazione. Non il pranzo, fidatevi, perché alle 8 e mezza avremo già sbagliato tutti tre o quattro volte.





(Questo post è già stato pubblicato, un paio di anni fa, sul vecchio blog dello Scorfano. Si ripropone qui, inalterato, perché ci sono cose che, per fortuna o sfortuna, non cambiano mai.)

9 commenti:

  1. Io e Snape parlavamo di comprensione rigorosa (io) e di rigore comprensivo (lui). E so che quell'anno, irripetibile, insieme con i Cuccioli (in cui non ci siamo odiati, tutt'altro; in cui non ci hanno odiato, tutt'altro) è stata, dal punto di vista didattico, una vetta quasi irraggiungibile della vicenda scolastica fino a oggi.

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  2. e la pastorella Pamela? dove la mattiamo? ;)

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  3. Può essere che mentre il prof. buono e quello cattivo litigavano, il professore umano lavorava tranquillamente (nei limiti del possibile...)?

    Io sono tendenzialmente un mite (per la pigrizia di arrabbiarmi), ma mi rifiuto da fare da valvola di sfogo per le persunte angherie dei colleghi.

    Uqbal

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    1. Sottoscrivo!!! (e infatti io e Snape non litigavamo...)

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    2. Povna, ma nella tua scuola si insegna Pozioni??

      U.

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  4. Sì! Pozioni, Trasfigurazione, Aritmanzia... (Io però insegno Incantesimi e Storia della Magia, e poi Difesa contro le Arti Oscure).
    Se vuoi, puoi farti un giro qui: http://nemoinslumberland.wordpress.com/2010/11/28/comparative-school-ovvero-di-maghi-e-di-babbani/

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  5. Naturalmente, e da sempre, il professore "buono" si definisce "umano" e quello "cattivo" si definisce "rigoroso".

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    1. Nelle mie intenzioni, il prof umano voleva essere come il visconte riappiccicato insieme...A parte qualche accento, che può variare nell'atteggiamento di classe in classe, non ho mai visto "rigoroso" in contrasto con "umano".
      Fuori dalle regole anche i gesti d'affetto perdono significato, diventando capriccio. Una persona severa ma arbitraria sarà magari molto incazzosa, ma inevitabilmente umorale, e imprevedibile, e ben difficilmente "educativa".

      U.

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  6. Io so fare solo la parte della prof buona, ma a volte vorrei tanto sapermi trasformare e diventare per un quarto d'ora quella cattiva!! Comunque, grazie per questa frase: "il rispetto degli altri è il più fondamentale degli insegnamenti possibili"!

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)