domenica 11 marzo 2012

priorità

di lo Scorfano


E però, insomma, dovete anche ascoltarmi un po' di più, secondo me. Perché a volte io ho l'impressione che quando venite a sentirmi parlare dei vostri figli non mi ascoltiate davvero, non come secondo me dovreste, non come vorrei che faceste, non come io credo sarebbe assolutamente il caso che voi ascoltaste.

E quindi, per esempio, quando io esordisco dicendo: «Vostro figlio [o vostra figlia] è davvero un ragazzo gentile , educato, molto piacevole, rispettoso sia con i compagni sia con me...» Ecco, questa frase voi dovreste tenerla da conto e averla come preziosa, secondo me. Perché io mica la dico a tutti, tanto per cominciare.
E poi, soprattutto, perché è importante, molto importante, senz'altro più importante dei numeri che stanno scritti sul registro e che voi nel frattempo state provando a sbirciare, finché non vi accorgerete (mi piace scherzare, che volete farci...) che la classe però non è quella di vostro figlio, che la pagina è sbagliata, che è un'altra classe e che stavate guardando, distratti dal mio indice ballerino, i voti di chissà chi, presi chissà quando in chissà che cosa.

Ecco, insomma, badateci quando io vi dico che il ragazzo è gentile e educato. Badateci (e siatene fieri e felici) perché è importante; e anche perché in fondo è quello che voi avete fatto meglio, quello che più dipende da voi e dai quindici anni che a lui (o a lei) avete dedicato. È anche per questo che io ve lo dico (se ve lo dico). Perché voi lo avete cresciuto e lui è diventato così: gentile, rispettoso, simpatico, educato. E non è poco, anzi: è moltissimo. E magari non prende bei voti di latino, pazienza: è che con il tempo, forse, voi avete cominciato a dare troppa importanza ai voti di latino e troppo poca al resto, a tutto quel resto che vostro figlio è. Ecco, non esagerate, mi raccomando: è un ragazzo (o una ragazza) gentile, educato, e simpatico. Ve lo dico come prima cosa perché penso, sinceramente, che non ci sia altro che valga tanto quanto questo.

15 commenti:

  1. Boh, io ormai vivo i colloqui con i genitori non come il luogo in cui parlo ai genitori dei loro figli, ma quello in cui i genitori vengono a sfogarsi e io faccio da confessore...

    E poi non c'è niente da fare, hanno ragione loro: si va avanti per voti, e quindi sono i voti che cercano. Dov'è il tuo tesoro, là è il tuo cuore.

    Uqbal

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  2. Hai ragione, perché quello che sono a quindici anni è quello che saranno in età adulta: il lavoro dei genitori è appunto quello di trasformare le bestioline neonate che sono loro affidate (per natura egoiste, egocentriche e avide) in persone degne di far parte della società, per cui è di vitale importanza che apprendano, per l'età dei tuoi allievi, quelle qualità che citi, che permetteranno loro di integrarsi in modo soddisfacente per sé e per gli altri. La cultura è importante ma a questi fini è un di più.

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  3. Vabbé, questo è (forse) ancora accettabile.
    Ma se qualche genitore viene a dirti che non accetta che suo figlio venga bocciato anche quest'anno (come è successo a me due giorni fa?)
    ... Non so, i voti ormai i genitori dei miei alunni li vengono a sapere anche dal libretto di comunicazione.
    E' che alcuni non vengono proprio da me per parlare, ma solo per intimarmi qualcosa... (scusa lo sfogo...)

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    1. Eh lo so, lo so bene... Non farti intimidire, però, dammi retta. E sfogati, che serve ;)

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  4. Stra-concordo. E però ricordiamocelo, che siamo stati noi insegnanti (che tendiamo a parlare sempre e solo male delle famiglie), a mostrare loro che contavano solo i voti...

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  5. Io mi permetto, immodestamente, di dire che no: io non ho mai mostrato che contavano solo i voti...

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    1. Tu no. Lo si vede, lo si capisce. Ma non fai maggioranza, altrimenti non saresti qui a scrivere un post sui genitori che sbirciano i voti!

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  6. E' quello che ha detto la maestra del mio piccolo davanti a tutti i genitori in attesa della prima pagella: io ringrazio voi genitori perché i bambini sono affettuosi e attenti agli altri, perché sono un gruppo aperto e sono curiosi. Tutto il resto lo impareranno. Ed è stato un bel momento :-)

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  7. Io mi aspetto solo che ci sia attenzione all'individuo, ma capisco che in un rapporto uno a trenta (e senza considerare tutte le classi in cui in professore insegna) non è semplice. In cambio faccio di tutto per essere informato su quello che accade e essere proattivo.

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  8. Eh, plus1, non aspettarti troppo, dammi retta. Però, per ribadire noiosamente, non badare solo ai voti, che quelli passano. Il resto resta ;)

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  9. Che bel post! Molto educativo. Andrebbe diffuso all'intera società.
    Mi spiace che forse gli insegnanti come te non saranno molti...
    Ciao:)
    Lara

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  10. da mamma: è quello che mi dicono gli insegnanti di Paolo, da sempre. peccato che abbia sufficienti solo inglese e ginnastica. non gli piace studiare, proprio non gli va. e allora vuol dire che da qualche parte ho sbagliato, no?
    da prof: sono con te, e non ti dico la fatica con genitori e figli, tanto la sai.

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  11. Spesso leggendoti desidero ardentemente essere un tuo alunno. Poi penso che cmq proprio leggendoti un po' lo sono.

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  12. Da mamma o da insegnante che direi in ordine di priorità? Forse questo:

    Io sono qui.
    Io sono qui per aiutarti.
    Io sono qui per aiutarti a capire...


    (tra parentesi e in ultima istanza anche la causa e il senso di un voto)

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  13. Bravo prof, purtroppo diventa piano piano più difficile incontrare lungo la strada della città da me percorsa ragazzi ed adolescenti gentili e rispettosi.

    I discorsi che si ascoltano accostandoli ed incrociandoli non sono quelli.

    Non solo i genitori, ma anche i programmi TV e il dolce far niente.
    Tante sono le cose che concorrono a creare l'ostacolo.

    Buona domenica.

    Marco

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)