E però, insomma, dovete anche ascoltarmi un po' di più, secondo me. Perché a volte io ho l'impressione che quando venite a sentirmi parlare dei vostri figli non mi ascoltiate davvero, non come secondo me dovreste, non come vorrei che faceste, non come io credo sarebbe assolutamente il caso che voi ascoltaste.
E quindi, per esempio, quando io esordisco dicendo: «Vostro figlio [o vostra figlia] è davvero un ragazzo gentile , educato, molto piacevole, rispettoso sia con i compagni sia con me...» Ecco, questa frase voi dovreste tenerla da conto e averla come preziosa, secondo me. Perché io mica la dico a tutti, tanto per cominciare.
E poi, soprattutto, perché è importante, molto importante, senz'altro più importante dei numeri che stanno scritti sul registro e che voi nel frattempo state provando a sbirciare, finché non vi accorgerete (mi piace scherzare, che volete farci...) che la classe però non è quella di vostro figlio, che la pagina è sbagliata, che è un'altra classe e che stavate guardando, distratti dal mio indice ballerino, i voti di chissà chi, presi chissà quando in chissà che cosa.
Ecco, insomma, badateci quando io vi dico che il ragazzo è gentile e educato. Badateci (e siatene fieri e felici) perché è importante; e anche perché in fondo è quello che voi avete fatto meglio, quello che più dipende da voi e dai quindici anni che a lui (o a lei) avete dedicato. È anche per questo che io ve lo dico (se ve lo dico). Perché voi lo avete cresciuto e lui è diventato così: gentile, rispettoso, simpatico, educato. E non è poco, anzi: è moltissimo. E magari non prende bei voti di latino, pazienza: è che con il tempo, forse, voi avete cominciato a dare troppa importanza ai voti di latino e troppo poca al resto, a tutto quel resto che vostro figlio è. Ecco, non esagerate, mi raccomando: è un ragazzo (o una ragazza) gentile, educato, e simpatico. Ve lo dico come prima cosa perché penso, sinceramente, che non ci sia altro che valga tanto quanto questo.
Boh, io ormai vivo i colloqui con i genitori non come il luogo in cui parlo ai genitori dei loro figli, ma quello in cui i genitori vengono a sfogarsi e io faccio da confessore...
RispondiEliminaE poi non c'è niente da fare, hanno ragione loro: si va avanti per voti, e quindi sono i voti che cercano. Dov'è il tuo tesoro, là è il tuo cuore.
Uqbal
Hai ragione, perché quello che sono a quindici anni è quello che saranno in età adulta: il lavoro dei genitori è appunto quello di trasformare le bestioline neonate che sono loro affidate (per natura egoiste, egocentriche e avide) in persone degne di far parte della società, per cui è di vitale importanza che apprendano, per l'età dei tuoi allievi, quelle qualità che citi, che permetteranno loro di integrarsi in modo soddisfacente per sé e per gli altri. La cultura è importante ma a questi fini è un di più.
RispondiEliminaVabbé, questo è (forse) ancora accettabile.
RispondiEliminaMa se qualche genitore viene a dirti che non accetta che suo figlio venga bocciato anche quest'anno (come è successo a me due giorni fa?)
... Non so, i voti ormai i genitori dei miei alunni li vengono a sapere anche dal libretto di comunicazione.
E' che alcuni non vengono proprio da me per parlare, ma solo per intimarmi qualcosa... (scusa lo sfogo...)
Eh lo so, lo so bene... Non farti intimidire, però, dammi retta. E sfogati, che serve ;)
EliminaStra-concordo. E però ricordiamocelo, che siamo stati noi insegnanti (che tendiamo a parlare sempre e solo male delle famiglie), a mostrare loro che contavano solo i voti...
RispondiEliminaIo mi permetto, immodestamente, di dire che no: io non ho mai mostrato che contavano solo i voti...
RispondiEliminaTu no. Lo si vede, lo si capisce. Ma non fai maggioranza, altrimenti non saresti qui a scrivere un post sui genitori che sbirciano i voti!
EliminaE' quello che ha detto la maestra del mio piccolo davanti a tutti i genitori in attesa della prima pagella: io ringrazio voi genitori perché i bambini sono affettuosi e attenti agli altri, perché sono un gruppo aperto e sono curiosi. Tutto il resto lo impareranno. Ed è stato un bel momento :-)
RispondiEliminaIo mi aspetto solo che ci sia attenzione all'individuo, ma capisco che in un rapporto uno a trenta (e senza considerare tutte le classi in cui in professore insegna) non è semplice. In cambio faccio di tutto per essere informato su quello che accade e essere proattivo.
RispondiEliminaEh, plus1, non aspettarti troppo, dammi retta. Però, per ribadire noiosamente, non badare solo ai voti, che quelli passano. Il resto resta ;)
RispondiEliminaChe bel post! Molto educativo. Andrebbe diffuso all'intera società.
RispondiEliminaMi spiace che forse gli insegnanti come te non saranno molti...
Ciao:)
Lara
da mamma: è quello che mi dicono gli insegnanti di Paolo, da sempre. peccato che abbia sufficienti solo inglese e ginnastica. non gli piace studiare, proprio non gli va. e allora vuol dire che da qualche parte ho sbagliato, no?
RispondiEliminada prof: sono con te, e non ti dico la fatica con genitori e figli, tanto la sai.
Spesso leggendoti desidero ardentemente essere un tuo alunno. Poi penso che cmq proprio leggendoti un po' lo sono.
RispondiEliminaDa mamma o da insegnante che direi in ordine di priorità? Forse questo:
RispondiEliminaIo sono qui.
Io sono qui per aiutarti.
Io sono qui per aiutarti a capire...
(tra parentesi e in ultima istanza anche la causa e il senso di un voto)
Bravo prof, purtroppo diventa piano piano più difficile incontrare lungo la strada della città da me percorsa ragazzi ed adolescenti gentili e rispettosi.
RispondiEliminaI discorsi che si ascoltano accostandoli ed incrociandoli non sono quelli.
Non solo i genitori, ma anche i programmi TV e il dolce far niente.
Tante sono le cose che concorrono a creare l'ostacolo.
Buona domenica.
Marco