domenica 25 marzo 2012

Persone strane

del Disagiato

Che poi dovremmo sederci attorno a un tavolo e decidere cosa mettere dentro l’aggettivo “strano”. Un paio di giorno fa una signora mi ha chiesto “Avete il libro che s’intitola Arcipelago Gulash?" e dopo questa domanda io ho riso, la mia collega ha riso, la cliente non ha riso, poi abbiamo smesso di ridere, alla cliente abbiamo dato “Arcipelago Gulag”, lei allora ha realizzato e ha riso, io e la mia collega abbiamo riso ancora, la cliente ha pagato, è uscita dal negozio, noi sorridendo l’abbiamo presa per i fondelli e poi basta. Quella cliente era strana? No. Di clienti così ce ne sono tanti. E poi anch’io dico cavolate in negozio e altrove e tirando le somme posso dire che il centro commerciale è popolato da tanti clienti (e commessi) buffi e curiosi. Allora, cosa si può dire strano?

Strano è quel signore che tutti i santi giorni svuota i portacenere del centro commerciale per pigliare sigarette lasciate a metà? Se vi capita di venire dalle mie parti, sappiate che lo incontrerete là, in uno dei due ingressi principali. Questo signore è basso, ha i capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo e gli occhi azzurri. Fuma e beve birra (tutti i giorni) e quando cammina per i corridoi i suoi occhi cercano le commesse che in vetrina cambiano i vestiti ai manichini.


Strano è forse quel balordo zoppicante che entra nei negozi dove ci sono commesse carine per dire sconcezze? Qualche giorno fa una conoscente che lavora in un negozio di scarpe mi ha detto che lui è entrato e ha raccontato per filo e per segno quello che una prostituta senegalese che lavora in un grande viale di Brescia gli avrebbe fatto per soli cinquanta euro.

Strana è quella cliente che un giorno sì e un giorno no entra in negozio, mi si avvicina e facendomi l’occhiolino mi dice: “Ciao bello”? Ora, io non ho mica capito se è innamorata di me o è innamorata dell’amore ma sta di fatto che un giorno sì e un giorno no lei entra e con voce sensuale mi dice questa cosa. Io non ci faccio neanche più caso, sapete?

Strana è forse quella commessa che è venuta da me e mi ha raccontato per filo e per segno quello che una prostituta senegalese avrebbe fatto a un balordo che vaga per il centro commerciale? Mi ha detto tutto tutto, non tralasciando nulla. Io ero imbarazzato ma anche un po’ eccitato.

Strani sono quei clienti mica tanto giovani che vengono a guardare i libri erotici il sabato mattina alle nove e  trenta circa? Mentre le loro mogli sono al supermercato, ne approfittano per entrare in negozio e per dare una sbirciatina veloce. Il sabato mattino la libreria (e tutto il centro commerciale) diventa un buon posto per studiare il mondo e gli esseri umani.

Strani sono i travestiti con grandi occhiali da sole e grandi tette di plastica che vengono ad acquistare i libri di Fabio Volo? Strani sono gli amanti che si incontrano in libreria in pieno pomeriggio per baciarsi e toccarsi? Le mogli o i mariti lì, in libreria, non potranno mai scoprirli. Strano è lo specchio che sta nel nostro cesso e che riflette noi commessi? Ci guardiamo e pensiamo che non siamo più belli, che la stempiatura avanza, che i chili si sommano, che le forme si sformano, che la pelle si increspa. E qualcuno ci desidera ancora, ora che siamo un po’ cambiati?

E perché ho questa maledetta sensazione che tutto il centro commerciale e i suoi commessi e suoi clienti abbiano a che fare con il sesso? Perché ho come l’impressione che il potere d’acquisto e i contratti e le buste paga e il plus valore e l’articolo 18 e il prosciutto crudo in offerta abbiamo a che fare con la libido e il dolore e il desiderio di avere una vita anche solo un pochino felice? Una vita per niente strana, uguale a quella degli altri, forse solo un po’ più viva per non sentirci esclusi, fuori dalla partita in questa parte di mondo che si chiama Occidente.



3 commenti:

  1. Sono strani quelli che comprano i libri fi Fabio Volo, en travesti o no.

    Uqbal

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  2. "... lei allora ha realizzato..." (!!!???) Ma non è un anglicismo improprio (a voler essere benevoli)? E dire che lo si legge sempre più spesso. Orrore!!

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  3. E ti lamenti? Hai un punto privilegiato d'osservazione del mondo!

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)