venerdì 16 marzo 2012

cose da fare

di lo Scorfano


Avrei soprattutto da salutare qualche persona, prima. Alcuni amici, che sono pochi ma preziosi, per esempio; che sono quei pochi incontri per cui davvero è valsa la pena di arrivare fino a qui, fino a oggi; e dovrei anche ringraziarli, molti di loro: grazie di tutto; e poi naturalmente anche la mamma e il papà, che sono sempre lì nella loro casa ligure, che aspettano. Ma avrei ovviamente da dare anche un ultimo bacio ai miei due nipotini (e quindi due baci, per l'esattezza), nati nell'era sbagliata; e alla loro madre, che è la mia sorella che una volta era piccola, insieme a me, e dormivamo nella stanza. E avrei da stringere qualche mano, anche, non per amicizia ma soltanto per rispetto: che non è comunque poco, in giorni come questi. E poi vorrei rivedere per un minuto ancora un luogo, che solo io so quale sia, un terrazzo, un punto di vista da cui ho visto il mondo, da ragazzo, per le mie prime volte. E poi basta, però: il tempo è poco.


Quindi venderei la casa e la macchina (e dovrei essere l'unico a sapere con certezza la verità, infatti: altrimenti sarebbe semplicemente il caos mondiale e non sarei neppure qui a raccontarlo ora); poi anche i libri, dovrei trovare qualcuno che si prenda tutti i miei libri. E poi, non so perché, mi viene in mente il registro: vorrei prima sistemare i voti, le assenze, il programma svolto, le competenze maturate (imprecando sulla carta, per un'ultima volta): forse perché sono cretino, forse per senso del dovere, forse perché giugno arriverebbe comunque e mi dispiacerebbe che i ragazzi ci rimanessero male o addirittura venissero inutilmente bocciati, prima della loro ultima estate.

E però, dopo queste poche cose, nient'altro: rimarrebbe solo una vita breve, più breve del fazzoletto di chiunque; e allora ti prenderei per mano, amore mio, e senza dirti niente (ma solo pregandoti di fidarti di me, anche per questa volta) ti porterei via, non so dove, su un aereo, dall'altra parte del mondo, su un atollo o su una scogliera, in mezzo al mare o in mezzo al nulla, con nulla in mano e nulla in testa e con nulla da rimpiangere, come non è possibile. E con tutto questo nulla intorno, ce ne potremmo stare io e te, insieme, ad aspettare la fine, e nient'altro: perché altro non ci sarebbe mica da fare, in questa specie di sogno ultimo e banale, e forse sarebbe bellissimo così, e banalissimo così, io e te, nient'altro, e la fine di tutto.


*  *  *

Ecco, se davvero succedesse quello che so che non succederà, avrei questo da fare: lo dico adesso, sapendo che non accadrà niente, e vi rimando a queste altre righe, che spiegano perché oggi mi sia venuto in mente che davvero tutto possa finire entro la fine dell'anno; e vi invitano a farlo anche voi, queste righe, dove vi pare: a immaginarvi cosa vi resta da fare.

Ma io non ci credo mica, figuratevi. E infatti sono qui e non sto scappando e non sto salutando nessuno e non sto stringendo la mano di nessuno; e infatti il registro è appoggiato lì, ancora tutto da completare; e infatti i miei libri mi circondano stanchi, mentre scrivo; e infatti l'auto è parcheggiata in garage, mentre scrivo, in attesa che io debba tornare a lavorare, domani. E infatti io non ci credo mica, a questa fine del mondo; e peccato che non ci credo mica, che peccato.

4 commenti:

  1. ...Inizio con puntini sospensivi e già parto male, che il mio prof. di lettere li odiava i miei sospendimenti ma io non riesco a liberarmene.
    Nemmeno oggi che ho l'età del mio prof (e pure qualcuno in piu'), nemmeno adesso che ho voglia di esserci qui tra le tue parole che mi hanno fatta fermare e pensare.
    Oggi non volevo pensare, che pensare mi fa fatica e sono stanca, assai, eppure tu parli di amici e di mani e di partenze e di fine e lo fai con un tratto deciso eppure gentile.
    Mi tengo in tasca i pensieri che mi hai rimestato (che già ci stavano, ficcati nelle scatole che già c'è confusione qui dentro, li dentro).
    Bello trovare cose così, bella la condivisione della Rete.
    Sorrido (un pò ebete...) mentre guardo lo schermo e clicco su "pubblica"... Chapeau...
    MrsQT

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  2. sarebbe il giorno piu' bello incontrerei mia figlia passata anni fa a miglior vita.

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  3. Già. Ogni tanto farebbe bene crederci, alla fine del mondo; ci servirebbe a concentrare le cose importanti, a dire le cose non dette, a fregarsene di tante menate, ci servirebbe a vivere. Strano, no?

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    1. pensare alla fine del mondo è comodo sapendo che non può succedere e se anche potesse avvenire non potremmo mai immaginare come potrebbe essere.
      è, invece, più realista pensare alla fine della nostra esistenza che è cosa certa!
      la vita di ognuno di noi può finire in qualsiasi momento ed allora si che dovremmo vivere ogni giorno come s e fosse l'ultimo e fare tutto quello che ci siamo proposti.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)