mercoledì 13 giugno 2012

Il cloruro d'ammonio

del Disagiato

Sono finite le scuole e in questi giorni, com’era prevedibile, stanno entrando in libreria mamme e ragazzi per chiedermi i romanzi classici da leggere durante i mesi estivi. Come tutti gli anni, le mamme (e non i ragazzi) si lamentano che i professori dovrebbero dare loro la libertà di scegliere quali libri mettersi davanti agli occhi. “Perché leggere questi mattoni?”, mi chiedono con un alone di fastidio nella voce. Ma secondo lei, mi chiedono ancora, mio figlio cosa può trovarci in un romanzo scritto due secoli fa? Questi, insomma, sono i toni. Ogni anno la stessa solfa. Primo Levi nel libro "Il sistema Periodico" (capitolo Cromo) racconta un aneddoto interessante. Un suo amico, il signor Bruni, andò a lavorare in una grande fabbrica dove lo stesso Levi, dieci anni prima, aveva imparato i rudimenti del mestiere verniciario. Al signor Bruni, responsabile del reparto Vernici Sintetiche, gli capitò per mano una formulazione di un’antiruggine ai cromati che conteneva un componente assurdo e cioè il cloruro d’ammonio, assai propenso a corrodere il ferro piuttosto che a preservarlo dalla ruggine. Ma com’è possibile, si chiese, accettare tale componente in una formulazione antiruggine? 

“Bruni chiese ai suoi superiori e ai vecchi del reparto, che sorpresi e scandalizzati”, racconta sempre Levi, “gli risposero che in quella formulazione quel sale c’era sempre stato, e che lui era un bel tipo, così giovane e inesperto, a criticare l’esperienza di fabbrica e a cercare rogne chiedendo il perché e il percome. Se il cloruro d’ammonio era in formula, era segno che serviva a qualcosa; a cosa servisse, nessuno sapeva più, ma si guardasse bene dal toglierlo, perché non si sa mai”. Primo Levi racconta che quel componente l’aveva aggiunto lui dieci anni prima, in quella stessa fabbrica, per evitare che alcune vernici si solidificassero. Era una ricetta tutta sua, raggiunta dopo alcune esperienze negative risolte soltanto grazie all’aiuto del cloruro d’ammonio. Solo lui, quindi, conosceva l’utilità di quel componente e solo lui sapeva perché quel componente doveva assolutamente rimanere lì in quella formulazione antiruggine. Fidatevi, sembra dirci Primo Levi. Fidatevi delle cose che vi sembrano imposte e inutili. Guai a togliere il cloruro d’ammonio.

La mia è una metafora, ovviamente. E le metafore spesso le utilizzano le persone che sono in difficoltà, che fanno fatica ad attaccare e a difendersi, oppure a dire con chiarezza quello che gira loro per la testa. Quello che penso quando le mamme mi dicono che i classici sono inutili (non dicono “inutili” ma lo pensano, credetemi) è questo aneddoto. E anche quando ho letto alcune giuste e lecite reazioni al buffo articolo di Ceronetti, quello sui telefonini, ho pensato subito al cloruro d’ammonio e alla formulazione antiruggine. Non sono un nostalgico, non amo particolarmente il silenzio e la retorica semplicità della campagna e degli uccellini che cantano, però penso che ogni tanto tocca girarci indietro e ascoltare con nostalgia e urgenza chi ha vissuto con un'altra semplicità, senza cellulari o senza internet o senza chissà che cosa. 

Non che la loro voce sia migliore della nostra, ci mancherebbe, però ogni tanto a me capita di smarrimi oppure di chiedermi a cosa serve il cloruro d’ammonio quando posso benissimo farne a meno. Penso che "i classici" siano un allontanamento necessario dalla certezza che regna, non sempre, in questa camera, in questa casa e in questo quartiere di provincia. Forse la nostalgia non c’entra un tubo, però ogni tanto ho bisogno di provare una cosa che se non è nostalgia un poco le somiglia. E ogni tanto ho anche bisogno di sentirmi ripetere dagli esseri umani che hanno vissuto prima di me le formule e i nomi dei componenti che stanno dentro queste formule. 

Nelle quarte di copertina di alcune collane (libri classici soprattutto) troviamo spesso una frase di Italo Calvino: il libro classico è quel libro che non smette mai di dire quello che ha da dire. Ecco, a me questa frase non piace. Propongo di sostituirla con "un libro classico è un libro noioso che ripete sempre la stessa cosa". Scherzo, ovviamente. Guai a togliere il cloruro d’ammonio.

22 commenti:

  1. Non ho capito se ti schieri con gli apocalittici o con gli integrati, però.

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  2. Qui non si tratta di schieramenti e di apocalittici o integrati. Ho cercato solo di ragionare sulla questione.

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  3. Bellissimo. E pensare che non ho mai capito perché in prima superiore mi abbiano fatto leggere il sistema periodico. La risposta era dentro il libro e mi è sfuggita!

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  4. Ma perché schierarsi? Dobbiamo tutti quanti avere per forza sempre un opinione radicale?
    Non sarebbe bello usare con disinvoltura la tecnologia, senza farsene risucchiare (una cosa è usare il cellulare, un'altra passare 10 o 20 ore la settimana, in ogni ritaglio di tempo, su facebook...), e saper godere al tempo stesso dei nostri classici (siano essi prosa, poesia, filosofia o altro)?
    Se guardassimo indietro con un po' di onestà, forse potremmo riconoscere molte delle grandi personalità del nostro passato non erano così monotematiche - anzi, in passato il sapiente era quello che sapeva unire una conoscenza matematica e scientifica a alla pratica di discipline umanistiche come l'oratoria, la filosofia.
    D'altra parte, se la scienza in generale è uno strumento, senza una filosofia che ti dica cosa farne, di quello strumento, saremmo poco più che scimmie con in pugno uno smartphone.
    Ma no, siamo esseri umani, vero?
    Vero?!?
    (qualcuno mi dica che è vero!) ;-)

    Davide

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    1. Sì, siamo solo semplici esseri umani con qualche vaga speranza di felicità ;)

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  5. al mio giovane figlio hanno dato da leggere una quantità di libri spettacolari. uno su tutti, il pasticciaccio brutto. ma poi shakespeare, joyce, woolf, qualsiasi cosa. bene, ha estromesso dalla sua stanza tutti i libri che ha avuto da 0 a 18 anni, creando un immane troiaio in tutta la casa. ha prelevato pile di classici dalla libreria del soggiorno - così ci ho piazzato i di cui sopra. ha girato due giorni per librerie e comprato la qualsiasi. ha chiuso tutto in camera sua e ora legge. quanto lo invidio. per vendetta, minestrina sciapa e broccoli lessi. non può passarla liscia. caro disagiato, con le mamme ci vuole tanta pazienza.

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    1. Stupendo questo intervento che gronda genuina ironia toscana!
      Mi associo all'invidia e all'ineluttabilità dei broccoli lessi per la dieta del pargolo. :-D

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  6. I libri possono essere bellissimi. Se li imponi, diventano un inferno. Il principio è sempre quello: eggere, così come apprendere sono attività soltanto volontarie, perché avvengono della tua testa.

    Un insegnante può dire, anzi deve saper dire perché un libro è bello e stimolare l'interesse. Tra gli altri modi, ciò si ottiene anche leggendo in prima persona (e so che molti colleghi non lo fanno), condividendo i libri (i titoli, se non proprio l'oggetto), facendosi vedere con un libro in mano.

    Ma se dovessi dire ad un ragazzo di una famiglia dove l'attitudine alla lettura non c'è: "Tié, questo è Ariosto, beccatelo", mi tornerebbe rapidamente indietro.

    Per il cloruro d'ammonio: non possono esistere mostri sacri. O i mostri sacri, o il senso critico. Tertium non datur. I libri invecchiano, ringiovaniscono, scompaiono e riappaiono. Se la lettura deve essere una attività volontaria, deve esserlo anche la scelta dei libri. Se i classici possiedono qualcosa di più degli altri libri (ma poi, chi decide cosa è classico?), saranno scelti per ragioni intrinseche, non perché li mettiamo su un piedistallo. Se tolto il cloruro d'ammonio qualcosa si perde, lo rimettiamo. Altrimenti andiamo avanti senza.

    Ma la risposta dei vecchi che dicono "Non t'azzardare, s'è sempre fatto così!" è la più sciocca e proterva che si possa immaginare.

    Uqbal

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    1. Del commento di Uqbal mi lascia perplesso quel "mi tornerebbe" dove lui scrive "mi tornerebbe rapidamente indietro". E poi penso che la lettura non sia un'attitudine.

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    2. In che senso perplesso? Cmq intendevo "[il libro] mi tornerebbe rapidamente indietro", non letto.

      Cmq, il Post l'altro giorno riportava questa frase di Rodari, che non so se sia effettivamente sua, ma rende l'idea:

      «Spegnere il televisore per far leggere un libro porta il bambino a odiare la lettura»

      Uqbal

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    3. Non capivo l'espressione, tutto qua. Adesso invece mi è più chiara, invece. Grazie.

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  7. Nell'episodio di Primo Levi ci vedo anche l'importanza della memoria storica: nessuno sapeva perché evidentemente quel sapere non era stato ben tramandato e se accade questo prima o poi qualcuno toglierà l'ingrediente. Penso allo studio della storia e in particolare alle nefandezze del XX secolo... chi lo avrebbe mai detto che in Bosnia si sarebbero riproposte certe atrocità? L'Europa non aveva già imparato la lezione?
    Anche io da insegnante ho stilato una lista adatta alla mia I media... Prima o poi la pubblicherò nel mio blog...
    Volevo solo riportarti le regole della lettura estiva:
    Regola n. 1: scegliere un libro (ma se se ne legge più di uno, non è un delitto!) e leggerlo
    Regola n. 2: vietato fare riassunti, recensioni e esercizi
    Regola n. 3: cercare il libro in biblioteca o comprare un'edizione economica. Se non lo trovate in libreria, richiedetelo.
    Che ne dite?

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    1. Non per sottovalutare i tuoi alunni, ma nel punto tre farei un breve e utile approfondimento sulla differenza tra edizione economica e non economica.

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    2. Avendo controllato prima i prezzi ho detto loro che dovevano cercare quelle che costavano meno di dieci euro o su per giù... e poi ho spiegato la cosa a voce, per esempio distinguendo tra copertina cartonata o no etc etc

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    3. Chiaro che la mia era una battuta da commesso frustrato ;)

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  8. evviva il cloruro d'ammonio. solo che, per capirlo, deve arrivare al momento giusto.

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  9. A me piace scrivere parodi dei classici, sia quando mi piacciono (tipo Jane Eyre) che all'opposto (Delitto e castigo). Sarà il senso dell'irriverenza verso il "sacro e intoccabile".

    Sono un vero ribelle, eh.

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  10. Quando ero a scuola io detestavo i libri imposti, soprattutto durante l'estate. Ma era principalmente perché leggere a me piaceva molto e avere dei testi obbligati mi toglieva il tempo di leggere quello che volevo io. Sono una che si è letta La morte a Venezia sotto l'ombrellone, a Milano Marittima. Per dire.
    Il fatto però è: molti ragazzi, senza qualche imposizione, probabilmente non leggerebbero nulla. E purtroppo imporre, per un insegnante, è molto più facile che destare interesse.

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  11. Non sono d'accordo nemmeno un po'. Essere costretti a leggere un libro già ti rovina l'esperienza della lettura; leggere qualcosa di pesante, poi, è qualcosa che qualcuno deve fare per scelta, altrimenti è solo una rogna. Circa il cloruro d'ammonio, il ragionamento è quanto di più sbagliato e conservatore si possa fare. Senza sperimentazione non ci si innova mai: chi ti dice che dare -che ne so- il primo Harry Potter da leggere non stimoli i ragazzi alla lettura portandoli -magari a quarant'anni- a leggere Guerra e Pace per conto loro?

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  12. il momento giusto...cosa può fare un insegnante che ha davanti una classe di adolescenti/discenti? ci prova!
    Prova a dare dei romanzi imperdibili (che lui ritiene imperdibili, sia chiaro, o i più) e poi sta a vedere cosa è accaduto durante l'estate: se nel ragazzo è scattato qualcosa, o se si è limitato a copiare schede e riassunti dai compagni più diligenti.
    E poi c'è, appunto, la questione della diligenza. Credo che bisogna imparare a fare anche ciò che ci viene imposto, anzi è proprio con l'imposizione che bisogna imparare a convivere...il resto viene da sé.
    Se poi interessa la mia esperienza: famiglia (la mia) senza attitudine alla lettura, insegnante (di liceo) che pretendeva e studente (io) che provava ad essere diligente. Risultato: ho cominciato a leggere...magari le prime cose erano poco impegnative (i libri a mille lire della newton! un miracolo di diffusione del libro a quei tempi), poi mi sono accostato ai grandi e grossi. Ed ora non so più come gli altri fanno senza.
    Attitudine alla lettura della mia attuale famiglia: alta.
    Il professore di liceo ce l'ha fatta.
    E ogni tanto mi viene da ringraziarlo...immensamente.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)