venerdì 18 marzo 2011

Secondo me e secondo te

di Sempre un po' a disagio

A proposito di nucleare io continuo a chiedermi che ruolo abbiano in questo momento la Protezione Civile e la Commissione Nazionale Grandi Rischi e come una fissazione continuerò a chiedermelo fino a quando qualcuno non mi darà una risposta o un’argomentazione un tantino credibile. Sono consapevole che è una domanda che nasce da inesperienza e da ignoranza profonda, ma non posso allineare parole o formulare domande se non con i miei strumenti intellettuali, che sono pochi e difettosi. Insomma, per arrivare al punto, io mi chiedo: ma costruire una centrale nucleare non dovrebbe essere una cosa di scienza? Una realtà che ha a che fare con le cose matematiche, esatte, incorruttibili e inamovibili? La costruzione di una o più centrali nucleari non dovrebbe rientrare nel gruppo delle cose non opinabili? Quindi è pericoloso o no costruire una centrale nucleare? 

L’ha detto meglio di me m.fisk e magari qualcun altro che in questi giorni non ho incrociato, ma è davvero una fissazione pensare a degli esperti che si riuniscono per arrivare a una conclusione? E le conclusioni sono due, se non sbaglio: o le centrali nucleari non minacciano e non minacceranno mai la salute di noi italiani oppure le centrali nucleari sono sicure e lontane da qualsiasi minaccia. Punto. Basta. Non capisco il ruolo di un referendum e, ad essere sincero, non voglio decidere io per la vostra vita o per quella dei vostri figli. Perché vorrei lo facesse qualcuno che non ha dubbi, che conosce alla perfezione l'argomento, un team di persone, scienziati, esperti e insieme a loro qualcuno scelto da noi che controlli la lucidità e la competenza di questi scienziati.

Allora mi sono venuti in mente la protezione civile e la Commissione Nazionale Grandi Rischi e quindi sono andato a vedermi se loro e non la Prestigiacomo o Chicco Testa o il mio vicino di casa che di domenica si mette le scarpe sportive per andare ad un referendum possono dire sì o no a una centrale nucleare:
La Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi è la struttura di collegamento tra il Servizio Nazionale della Protezione Civile e la comunità scientifica. Svolge attività consultiva, tecnico-scientifica e propositiva in materia di previsione e prevenzione delle varie situazioni di rischio. Si riunisce ogni due mesi nel Dipartimento della Protezione Civile ed è composta da ventuno esperti qualificati.
E questa cosa che ci sono una comunità scientifica e degli esperti qualificati mi dice che qualcuno c’è a spegnere il dibattito e a decidere se si deve o non si deve fare una centrale nucleare. Ci sono gerarchie e esperti specializzati, come l’esperto di rischio sismico e poi esperti di rischio idrogeologico e idraulico, rischio vulcanico, rischio chimico nucleare industriale, rischio ambientale e sanitario e esperti in materia di protezione civile e magari ci sarà un signore, o una signora, capace di dire con certezza e dati alla mano che costruendo una centrale nucleare si va incontro al pericolo oppure no.

Poi, e con questo non voglio sbiadire quanto ho detto, sono andato, sempre con il banale utilizzo di un mouse, a vedere cosa è successo in questi anni e ho scoperto che c’è stato in passato un Comitato Nazionale per L’Energia Nucleare e che a guidarlo fu Felice Ippolito ma poi questo venne travolto dall’accusa di aver commesso illeciti e quindi lo stesso comitato si afflosciò pian piano, fino a trasformarsi nell’attuale ENEA che per una pezzettino della sua esistenza è stato gestito da Rubbia che però conobbe incazzatura per alcune leggi che ostacolavano il suo lavoro e, insomma, ho capito che non tutto fila liscio e che è facile, anzi facilissimo, arenarsi e perdere l’occasione per dire “nucleare sì” o nucleare no”. Senza contare che esponenti della Commissione sono oggi sotto processo per essere stati responsabili della morte di parecchie vite e allora capisco che i responsabili spesso sono irresponsabili e che i competenti sono incompetenti. Tipica condotta italiana? Non mi interesa, questo. Quello che so è che le domande e le idee di cui vi ho parlato all’inizio hanno il vizio di non essere lecite. E a me dispiace. Perché la scienza, a me che faccio fatica a capire come funziona una sedia, mi dà tanta sicurezza e mi fa pensare che un mondo non in balia del “secondo me” è un mondo noioso ma sicuro.

Luca Mercalli: Che tempo che fa. Mercalli ha l’abitudine di affrontare temi diversi, anche quelli non propriamente legati alla meteorologia. A me piacciono i metereologi, quindi li ascolto con interesse. Quel giorno gli chiesero che cosa pensasse del nucleare. Rispose che sì, ora il nucleare è più sicuro rispetto a un tempo, resta però il problema delle scorie. Bene. Ma aggiunse: un Paese come il nostro che non sa nemmeno gestire i rifiuti può mai gestire le scorie nucleari? Meglio dunque non averlo il nucleare e affidarsi alle cosiddette energie alternative. Ci fu un grande applauso in sala e ricordo benissimo che anche io annuii con la testa, come a dire: mi piacciono i metereologi, dicono cose sensate(…) Voglio dire, la dichiarazione di Mercalli e l’applauso delle platea di Che tempo che fa, compreso il mio assenso da casa, mezzo sdraiato sul divano, semiaddormentato, non erano forse il risultato di questa (malinconica) equazione atavica: dobbiamo fare qualcosa! Si ma cosa? ("Qui dobbiamo fare qualcosa. Sì ma cosa?" (Antonio Pascale)

Ecco, fino a qualche giorno fa, per inesperienza e ignoranza, credevo che Antonio Pascale avesse tutte le ragioni di questo mondo a non comprendere come si potesse arrivare a questa equazione atavica: dobbiamo fare qualcosa! Sì, ma cosa? Consideravo come lui questo modo di procedere un difetto, una falla, un fuorigioco tipico del cittadino medio italiano. Oggi, che si fa un gran parlare del nucleare e che ci sono le solite posizioni pro e contro e che il dibattito è aggrovigliato e pieno di nodi, capisco già di più la posizione di Mercalli o di chi si rassegna e prende la via più facile. Comprendo l’origine della sfiducia e, come ho già detto, mi dispiace. Perché un mondo schematico, non in balia del "secondo me", è noioso ma sicuro.


5 commenti:

  1. Molto semplicemente gli "esperti" sono divisi, anche perche' ci sono in campo molti fattori da considerare, oltre che la sicurezza degli impianti.

    Su questa materia non si otterrà mai un consensonon dico semiplebiscitario ma neanche maggioritario

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  2. Forse sono io che metto al primo posto la salute nella scala dei fattori e che pensa che a seconda di questa si debba o no fare una centrale nucleare. Se mi dicono "guarda questa automobile costa poco e va veloce ma c'è la possibilità che ti si apra in quattro", io sto attento ad acquistarla. Magari il paragone non calza però...

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  3. "ma costruire una centrale nucleare non dovrebbe essere una cosa di scienza?"

    No, non è *solo* cosa di scienza. E' cosa di scienza, di ingegneria, di economia e di politica.

    "Una realtà che ha a che fare con le cose matematiche, esatte, incorruttibili e inamovibili?"

    No, è una realtà che ha a che fare con la fisica e l'ingegneria. Altro che matematica. Queste sono cose corruttibilissime e mutevoli quanto mai.

    "La costruzione di una o più centrali nucleari non dovrebbe rientrare nel gruppo delle cose non opinabili?"

    Posto di aver risolto i problemi fisici e ingegneristici, di solito i più facili da risolvere, rimangono tutti gli altri che richiederebbero un trattato a parte.

    "Quindi è pericoloso o no costruire una centrale nucleare?"

    Sì, è pericolosa. Ma sono pericolose anche le pale eoliche, specie se durante un terremto tu ci sei sotto e ti cade sulla testa il rotore. Sulla pericolosità di una centrale le domande da farsi sono tante e tutto dipende da quanto rischio siamo disposti a sopportare in cambio dell'energia prodotta. Qui, per complicare le cose, entra anche il fattore psicologico, perché noi accetteremmo (e accettiamo) centrali che fanno fuori un discreto numero di persone/anno attraverso il loro inquinamento, mentre non accetteremmo mai una centrale che fa una strage una volta ogni 20 anni. Il numero di morti totale alla fine dei 20 anni potrebbe essere lo stesso, ma il secondo caso sarebbe per noi inaccettabile.

    Come vedi ci sono molti secondo me e secondo te, assolutamente non banali. Certo, in Italia mancano dei dati di fatto incontrovertibili, che pure esistono, per prendere queste decisioni.

    ilcomizietto

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  4. si, anche la scala di priorita' ha un certo impatto sulla questione.
    Comunque, se ti interessa una panoramica sulle problematiche del nucleare ti segnalo questo saggio interdisciplinare del MIT http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nuclearpower-summary.pdf
    E' del 2003 ma ha avuto un aggiornamento nel 2009.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)