Non una sola volta mi sono ritrovato a fare i conti con me stesso e con le nevrosi che la vita mi ha dato in dono. I dispiaceri e i dolori arrivano tutti da un destino personale che può essere simile o dissimile a quello che sta in voi. Soffro come soffrite voi, o soffro per motivi paralleli ai vostri. Niente di nuovo, in ciò. Banalità, direte. Però questi dolori mi danno un'identità e scusate se è poco. Cosa intendo per identità? Intendo io in rapporto a voi e al mio dolore. A darmi un'identità sono poi, e forse ancora di più, le varie manutenzioni che nel corso della vita mi ritrovo a fare con gli strumenti in dotazione. I vecchi saggi non dovevano dirci "ricordati che devi morire", ma "ricordati che l'essere umano è fragile" (Primo Levi). Siamo vulnerabili, insomma; perdiamo il baricentro con grande facilità e la fine, o semplicemente la disperazione, è lì ad aspettarci.
Se ricordo bene è Bernardo che nel romanzo di Aldous Huxley Il mondo nuovo dice: tra il desiderio e il suo soddisfacimento ci stanno i sentimenti. L'esperienza un poco mi ha insegnato che non sempre è vero, però più invecchio più sostanza vedo in questa affermazione. Più il percorso tra il desiderio e il suo soddisfacimento è corto meno sentimenti rischiamo di conoscere. Io parlo di buoni e cattivi sentimenti (rozzamente parlando), ovviamente. Parlo delle bassezze che siamo capaci di concepire, dei sentimenti più viscidi e biechi. Quelli che fanno di noi cattivi uomini o più semplicemente degli emereti scemi. I sentimenti biechi ci fanno deragliare e la maggior parte della volte il deragliamento è lento e silenzioso. I sentimenti buoni, invece, ci regalano brevi, anzi brevissimi, attimi di felicità. Talvolta anche qui non siamo capaci (scusate se uso il plurale) di godercela e di fare le mosse giuste. Finisce anche qui tutto in vacca.
Se Dante avesse avuto un ascensore tra Nel mezzo del cammin di nostra vita e l'amore che move il sole e l'altre stelle la Divina commedia non sarebbe ora lì sullo scaffale a un metro da me. L'ascensore avrebbe amputato drasticamnete le distanze e con esse una serie di altre cose cha hanno fatto letteratura. Senza ascensore, invece, sappiamo cos'è successo. Senza ascensore sono successe cose dispiacevoli e cose meno dispiacevoli e alla fine qualcuno ha ricevuto dall'esperienza di Dante qualche dritta. Dal momento che esistono sentimenti, che i percorsi sono più lunghi e impervi, è utile imparare, avere la capacità di leggere le mappe. Perchè c'è qualcuno che le mappe le fa. Chi ne fa di precise e chi di inaffidabili. Si soffre perchè la vita fa schifo ma qualcuno può imparare a evitare le buche più dure. Ci si affida e ci si impegna. L'insegnamento, ora esco dalla selva di metafore nella quale mi sono infilato, e chi lo rappresenta hanno importanza (detta rozzamente).
Quando la distanza tra il desiderio e il suo soddisfacimento è corto non ci stanno sentimenti. O ce ne stanno pochissimi. Cosa me ne frega a me di avere una manutenzione degli affetti quando io conto poco? E' proprio utile leggere un dialogo tra la Terra e la Luna? Io che assomiglio sempre meno ad un uomo devo leggere Se questo è un uomo? Una volta, magari. Non ho sentimenti da addomesticare e storture da raddrizzare per il semplice fatto che non mi è capitato assolutamente nulla. Non mi è capitato assolutamente nulla perchè la mia società è organizzata in modo tale che non mi capiti assolutamete nulla di intimamente rilevante. A cosa serve un professore di italiano? E un professore di matematica? Quello di musica?
Più il percorso tra il desiderio e il suo soddisfacimento è corto meno cose, belle e brutte, mi capitano. Così non mi servono le mappe e chi le mappe le fa. Sono dell'idea, però, che più il percorso è breve più i miei sentimenti (poi non uso più questa parola, prometto) rimangono lì a marcire inutilizzati. Rodono e grattano le pareti che le comprimono e noi, voi, non sappiamo cosa diavolo ci succede dentro. Dentro? E cosa diavolo significa dentro? Una volta, forse, si usava questa parola?
Fino a che poi arriva la malattia a darci la definizione di questa parola.