giovedì 17 marzo 2011

incoscienza patriottica

di lo Scorfano

Qualche sera fa ero a cena con un paio di miei amici e un signore che non conoscevo, un vecchio democristiano di quelli che hanno fatto la storia della città (Brescia), un ex sodale di Martinazzoli, amico di uomini qui assai potenti: banchieri, imprenditori, amministratori (non chiedetemi come ci sono finito, a quella cena, perché sarebbe un racconto troppo lungo…)

Durante la cena si discuteva di storia recente e di politica; e si è ovviamente finiti a parlare del 17 marzo, oggi, e della festa per l’Unità nazionale. A un certo punto, con molta cautela, ho detto a quel signore democristiano: «Guardi, magari mi sbaglio io, ma a me pare che il sentimento patriottico non sia proprio nelle corde degli italiani. E che potremmo anche farne serenamente a meno delle bandiere e dell’elmo di Scipio». Lui mi ha guardato un po’ strano e poi mi ha risposto: «Non è la patria il problema, e nemmeno il sentimento patriottico.  È la coscienza di classe, il problema. La gente, in Italia, la gran parte delle persone ha perso completamente la sua coscienza di classe. E senza questa coscienza non può esistere la patria, e nemmeno la politica: può solo essere lo spettacolo avvilente a cui stiamo assistendo, nient’altro».

Io sono rimasto zitto. Ma per qualche secondo ho guardato quel vecchio e potente democristiano, che usava quella formula così antica e lontana, «coscienza di classe», con un lampo di ammirazione negli occhi.

4 commenti:

  1. Sì, a volte anche i vecchi (anche quelli che hanno ingessato la penisola) hanno delle buone intuizioni. O dei ricordi validi.

    Intanto mi ha stimolato ad andare ad approfondire il concetto.

    variabile

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  2. pur concordando con il vecchio democristo, mi sfugge il legame tra l'assenza di una coscienza di classe e la mancanza di patriottismo

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  3. Anch'io sono rimasto zitto perché era un nesso che mi sfuggiva. Poi, solo poi, ho pensato che forse il nesso sta nel sentimento partecipativo e di "appartenenza". Che se dobbiamo sentire di appartenere a qualcosa, prima ancora che la patria quel qualcosa debba essere una "classe". Qualcosa del genere, insomma.

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  4. Il vataggio delle frasi sibilline e' che la fatica di trovargli un senso viene lasciata a chi ascolta.

    Quindi io ci metto questo di senso: se non sai di cosa e' fatto un paese, come e' articolato, cosa anima, chi lo vive e come, essere patriottici non e' niente di piu' di una tifoseria.

    Cmq lessi non so dove che i brigatisti rossi erano convinti di dover costringere Moro a leggere il Capitale, hai visto mai si redimesse. Rimasero molto stupiti quando scoprirono che lui lo conosceva molto meglio di loro. Vecchi democristiani...

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)