lunedì 15 aprile 2013

Con la coda dell'occhio


del Disagiato

Ogni tanto, quando è notte e il cielo è pulito, mi capita di riuscire a vedere una stella in cielo solo con la coda dell’occhio. Se la guardo per bene, stando di fronte a lei, invece niente, non la vedo. E allora mi rimetto di profilo, e con la coda dell’occhio la vedo riapparire, luccicare. Mi rendo conto che in questi ultimi mesi - o forse, chissà, in questi ultimi anni - guardo la libreria nella quale lavoro con la coda dell’occhio, per vederla bene. E anche i libri e anche i nomi degli scrittori e anche i clienti e anche gli amici li osservo di sbieco, di profilo, con il poco margine che la vista mi consente. Non fare lo stupido, mi dico a volte, guarda le cose negl’occhi, non farti scappare il grosso della vita, i contorni netti. E allora guardo ben composto e dritto la libreria, i nomi degli scrittori, i clienti, i colleghi, gli amici e il sentimento che mi lega alle cose del mondo. Ma niente, non li vedo più. E allora continuo, insisto, nella mia posizione sgangherata a guardare con la coda dell’occhio. Come faccio a volte con una stella tra le stelle che sta in cielo, sopra di me, nel cielo pulito, quando sono sul balcone di casa mia. 

6 commenti:

  1. Leggo i suoi post da un paio d'anni.Spesso sono ottimi.Ora le chiedo un favore.Venga domattina a parlarci di Primo Levi.Può guardarci dritto per dritto,oppure,se si vergogna,anche di sbieco.Tanto non ci offendiamo.
    Un alunno dello Scorfano

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    1. Vedrò di levarmi l'ansia da prestazione e di entrare nella vostra classe. Grazie molte per l'invito, sei stato gentile ;)

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  2. "... io guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po'..."

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  3. io la adoro :) lei potrebbe essere l'uomo dei miei sogni :)
    visto che lei è un gran lettore di libri, cito una frase:"ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore.".
    Ecco quel guardare di sbieco è un modo di cercare con il cuore :)
    francesca

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  4. Caro Disagiato,

    è successo anche a te di intravedere delle pagliuzze (come piccoli corti fili microscopici di lana) navigare nel liquido oculare (quello che dovrebbe inumidire e circondare come a protezione le orbite oculari nel loro insieme) magari nella parte alta dello spazio oculare decodificato dall'organo della vista e che tale pagliuzza in "navigazione" che segue pedissequamente il movimento della pupilla che cerca di metterla (la pagliuzza) maggiormente a fuoco?

    Ecco, anche queste pagliuzze a me vengono meglio identificate se guardate di sbieco e non direttamente.

    Non sarà quindi una legge universale quella di guardare l'oggetto desiderato "di lato", come se non si fosse per nulla interessati alla sua identificazione?

    Non vige anche nel campo amoroso simile analogia regolamentare? Non si dice infatti "chi disprezza compra" nel senso vincente di non mostrare particolare interesse verso l'oggetto del nostro desiderio maggiore? Chi fugge vince, o qualche cosa di simile.

    Concludo con la famosa storiella del dito del saggio che indica la luna e gli occhi del discepolo che, avventato, si concentrano sul dito e non sulla luna. Ecco, che cosa accadrebbe se il discepolo azzardasse magari "casualmente" a guardare il Tutto senza dedicarsi soltanto alla luna o soltanto al dito?

    Forse uno stato di estasi di questo è composto.

    Marco

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)