Ieri mattina un ragazzo e una ragazza sono venuti in cassa per pagare un paio di romanzi da leggere in spiaggia. “Così ho qualcosa da leggere in spiaggia”, mi ha detto lei scocciata per una cosa che non ho capito bene. “Giusto”, ho risposto sorridendo e poi ho preso una banconota appoggiata dal suo compagno, l’ho messo nel cassetto, ho allungato un po’ di monete di resto e infine ho salutato. “Scusa”, mi ha detto lui guardando, prima di andarsene, una pila di libri che stava dietro di me, “ma non vorrai dirmi che anche Ibrahimovic ha scritto un libro”. “Eh sì, quella che vedi è la sua autobiografia”, ho risposto. “Pazzesco”, mi ha detto lui, “non sanno più cosa inventarsi”. E allora tutti e tre ci siamo messi a fissare in silenzio i libri di Ibrahimovic, fino a quando non me non sono uscito con questa frase: “Secondo me lui deve anche avere avuto una vita interessante”. Lui per un attimo solo si è girato verso di lei, ha fatto una smorfia e poi mi ha chiesto sconcertato cosa intendessi con vita interessante. “Intendo dire una vita interessante. Tutto qua”. Il ragazzo allora mi ha guardato come si guarda una cosa strana e poi ha chiuso il discorso con un “non avevo mai sentito questa espressione: vita interessante”. Mi hanno salutato, si sono presi per mano e poi sono usciti dal negozio.
Magari le vite interessanti non esistono, sia chiaro, però è un’espressione che io ho sentito dire tante volte e che ho visto tante volte e che persino ho giudicato superficialmente tanto volte: quel signore ha una vita interessante, quel cliente non ha una vita interessante. Giudizi superficiali, appunto. Come si fa a non avere in testa una frasetta banale come questa? Che vita può avere uno che non ha mai fatto distinzione tra una vita e l’altra? Ecco, mentre li guardavo uscire mi sono fatto queste domande e poi, come cadendo in una trappola, ho guardato la mia collega in fondo al negozio, che se ne stava là a mostrare con indolenza vocabolari a un cliente un po’ spaesato. “Vedi”, avrei tanto voluto dite al ragazzo appena uscito, “la mia collega, per fare un esempio, non ha una vita interessante. Una donna che alle undici del mattino mostra vocabolari, non può essere interessante”. Ma che cosa significa avere una vita interessante? E poi cosa possiamo dire…. Ma mi sono fermato qua e ho continuato a fare il mio mestiere di sempre, in libreria, alle undici del mattino tra vocabolari e altri libri.
Tutte le sere, prima di spegnere la lampada e chiudere gli occhi, ho tre secondi in cui mi rivedo mentre entro in negozio per cominciare il mio lavoro. Vai a sapere perché proprio mentre entro. Sta di fatto che lì, sdraiato sul letto, mi riguardo mentre cammino con la mia andatura stanca, guardo l’insegna illuminata del negozio, entro, saluto i colleghi e mi dirigo verso il magazzino per appoggiare il mio mazzo di chiavi e appendere il giubbino. Tutte le sere penso a questa cosa ma senza saperla giudicare. È come fosse un tic mentale, un movimento involontario, un pensiero che non restituisce cifra, giudizio finale. Proprio non so giudicarlo, davvero. La mia è una vita interessante? E allora provo a darmi una risposta guardandomi entrare in libreria. Ma nessuna risposta.
C’è una fotografia di Marilyn Monroe che non ho mai capito bene. C’è lei su un palco, in Corea, davanti a non so quanti sodati. L’attrice si è recata lì per alzare il morale della truppa, da quanto ho capito. Dovrebbe essere un bel momento, la testimonianza del successo di una donna, ma tutte le volte che mi capita di guardare quella fotografia penso ai soldati e alle oro bocche. Ma quelle bocche cosa le stanno dicendo? Le stanno chiedendo di spogliarsi? Nu-da! Nu-da! Nu-da! Le stanno facendo apprezzamenti coloriti, un po' spinti? Ecco, ogni volta, guardando l'attrice su quel palco, mi chiedo se i soldati la stanno insultando o la stanno venerando con religioso e pacato rispetto. Mi chiedo se lo stare lì sul palco è stato per lei un bel momento e se ha dato più senso e significato alla sua vita. Mi rivedo mentre entro in negozio, come in una fotografia, e rivedo adesso i miei colleghi e tutti i commessi del centro commerciale, come in una fotografia.
Tutti, in qualche modo, hanno una vita interessante ma non tutti hanno la capacità di raccontarla agli altri.
RispondiEliminaSenza voler infierire (sono il meno indicato) dubito che gente come Ibrahimovic, Totti, M. Ripa di Meana (ricordate il successo di "I miei primi 40 anni?") abbiano capacità o forse anche soltanto tempo e voglia di scrivere da soli un libro.
Qui di sicuro subentra la figura del ghostwriter.
Una vita interessante, che cosa la fa diventare interessante?
RispondiEliminaBere un bicchiere di acqua fresca può diventare una esperienza interessante ed esaltante? Dipende.
Entrare in un ingresso di una abitazione, togliersi il soprabito, riporlo, poi sfilarsi le scarpe, riporle ordinatamente in terra in un cantuccio appaiate ed ordinate. E poi entrare nella stanza di fianco e ripensare: sono stato cosciente mentre agivo all'ingresso? Ho fatto attenzione e ho avuto la presenza di spirito di notare se le scarpe le ho riposte alla destra o alla sinistra del soprabito?
A volte è proprio l'attenzione e la presenza di "spirito" nell'agire delle nostre cose di tutti i giorni, anche le più piccine e all'apparenza noiose, sono proprio loro a fare la differenza, a rendere la giornata interessante.
La presenza sul palco di Marilyn davanti ad una schiera di soldati: la sua presenza di spirito in quel momento per me faceva la differenza.
Marco
(Ieri sera un mio compagno di classe delle medie, davanti all'ennesima birra, mi ha detto che mi reputa una persona in gamba perché ho studiato, "so", e lui no. Io ho pensato a quanto sono strani i metri con cui le persone vengono giudicate, e che secondo me in realtà ognuno vale uguale - c'è chi magari ha più soldi e un ghost writer più bravo, ma vale uguale - e poi mi sono ricordata di questo tuo post, e nel frattempo sono arrossita tantissimo e ho biascicato cose stupide.)
RispondiEliminaTrovo molto efficace questa cosa del ghost writer e, intendo (e intendi anche tu, se ho capito bene) non solo quando si parla di scrittori. Grazie, davvero.
RispondiEliminaIntendiamo,intendiamo.... :-)
Eliminawoooshhh! il tuo blog mi fa sempre rivalutare le cose in maniera positiva! allora, vediamo... hai un appartamentino, una macchina, un gatto, non una femmina accanto, fai il commesso in una libreria di un centro commerciale, hai dei genitori con i loro limiti... sei una persona sveglia, intelligente, sensibile (forse questo è un problema)... vorresti un sacco di cose ma pensi di non essere capace di ottenerle, hai però un blog di successo (i tuoi amici sanno del blog? hai degli amici veri?) sul quale sfoghi la tua sensibilità artistica e anche le continue frustrazioni che la tua vita ti porta... secondo me invidi, invidi molto(ma questa è solo una mia opinione) le persone che hanno quello che tu pensi di volere,fossero soldi, lavoro appagante o amore (ma questa è solo una mia opinione)... la continuazione di una vita come questa mi sembra tutt'altro che rosea (credimi, mio padre è esattamente come te), certo, a meno che non trovi la donna giusta (ma confido nel fatto che saprete agevolmente rovinare la vostra relazione)... insomma, o cambi o sei destinato all'oblio, e non ho fiducia che tu cambierai... ah, e più di tutto, come molti dai una parvenza di senso alla tua vita con opere altrui, ad esempio il calcio o i libri, ti piace contemplare il successo... non c'è speranza per te o navigatore perduto... io fossi in te mi darei all alcool, e pesante anche...
RispondiEliminaanch io comunque ho a che fare con gente ignara della vita come il ragazzo del post... trovo che il fatto di definire una vita interessante sia perfettamente legittimo e sensato, immagina tutte le persone che ha incontrato, tutte le gioie che ha avuto, tutte le cose che ha fatto, i posti che ha visto, le persone con cui ha litigato, il piacere con cui si addormenta la notte una persona come ibra... se non è una vita interessante la sua... comunque è meglio essere consapevoli e tristi che inconsapevoli e felici... la felicità non esiste se non ti rendi conto di essere felice...
RispondiEliminacontinua così comunque col blog, è davvero (questo sì) interessante... mi aiuta molto a capire come funziona la mente di una persona ordinaria.. grazie... vorrei però sapere se ti moderi per captatio benevolentiae verso il tuo pubblico o se davvero sei così... cioè non ti viene mai da dire, "quello è un cog**one!" o "quella è una tro*a" oppure amo quella tizia, o amo quest'altra o fanculo questo e fanculo quello, cioè davvero sei così moderato ed educato nei tuoi pensieri? per rispondere a tutte le tue domande ti dico che questo è ciò che si ottiene rendendosi pubblici e quindi pubblicamente giudicabili... forse ti farà piacere che mi interesso a te, forse ti daranno fastidio i miei giudizi, tant'è... baci... continua così, che domani sarà uguale ad oggi! un ultimo consiglio, con le donne basta essere carini, vestiti bene, profumati, in forma, sorridenti e maledettamente onesti e sinceri...
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